Il volume raccoglie una ventina di omelie tenute dal cardinale Joseph Ratzinger nel corso degli anni che hanno preceduto la sua elezione al Soglio Pontificio, avvenuta nel 2006. Dedicate a figure centrali del messaggio evangelico, come Maria, il Battista e Giuseppe, o della storia della Chiesa, come Pietro, Andrea e Agostino, ma anche a personaggi meno conosciuti, come Rosa da Lima e Francesco di Sales, queste omelie compongono una suggestiva e preziosa galleria delle virtù cristiane.
IL LIBRO
Molto è stato scritto sui motivi per i quali, a partire dal Medioevo, l’Occidente ha sopravanzato il resto del mondo. Le spiegazioni più comuni hanno riguardato la felice configurazione geografica, l’espansione dei commerci, il progresso della tecnologia. Ma è stato completamente trascurato un fatto: nessuno sviluppo sarebbe stato possibile senza una profonda fiducia nella ragione, che affonda le proprie radici nella religione cristiana.
In La vittoria della ragione, Rodney Stark propone quest’idea rivoluzionaria: le più significative innovazioni intellettuali, politiche, scientifiche ed economiche introdotte nello scorso millennio sono riconducibili al cristianesimo e alle istituzioni a esso collegate. Secondo Stark, non sono state la contrapposizione tra la società laica e quella religiosa, né la competizione tra scienza e fede a farci progredire. Al contrario, è alla teologia cristiana che dobbiamo attribuire la vera origine della ragione. Mentre infatti le altre grandi religioni hanno posto l’accento sul mistero, sull’obbedienza e sulla meditazione, il cristianesimo ha abbracciato la logica e il pensiero deduttivo aprendo la strada alla libertà e al progresso.
Nella sua analisi della supremazia occidentale, Stark ridimensiona in modo convincente «verità» ormai accettate da tempo. Dimostra, ad esempio, che il capitalismo prosperò secoli prima che esistesse un’etica protestante del lavoro, ovvero ben prima della Riforma, confutando l’idea che sia stata essa a favorirne la nascita. Nel V secolo, osserva Stark, sant’Agostino lodava sia il progresso teologico sia quello materiale, mentre, parecchio tempo prima di lui, Aristotele aveva condannato l’attività commerciale come «incompatibile con la virtù umana». Ciò rafforza l’idea che il Medioevo non sia stato un periodo di decadenza o di stasi (i famigerati «Secoli Bui»), ma al contrario la culla delle future glorie dell’Occidente.
La vittoria della ragione è un’analisi di ampio respiro che accompagna il lettore dal Vecchio al Nuovo Mondo, dal passato al presente, ribaltando in questo percorso non solo secoli di pregiudizi accademici, ma anche la radicata tendenza antireligiosa della nostra epoca. Quest’opera dimostra che ciò che più ammiriamo della realtà che ci circonda – il progresso scientifico, la democrazia, il libero commercio – è in larga misura dovuto al cristianesimo, e che noi oggi siamo gli eredi di questa grande tradizione.
L'AUTORE
Rodney Stark è docente di Scienze Sociali presso la Baylor University. Tra le sue opere più importanti ricordiamo The Rise of Christianity, One True God: Historical Consequences of Monotheism e, con Massimo Introvigne, Dio è tornato. Indagine sulla rivincita delle religioni in Occidente.
RECENSIONI
Claudio Siniscalchi, «Libero», 17 dicembre 2006
«Svariati intellettuali si sono domandati cosa Oriana Fallaci trovasse nel Cristianesimo, ai loro occhi religione decadente o agonizzante. Nelle parole di Rodney Stark c’è la risposta. La speranza del futuro fondata sulla contemplazione di una storia bimillenaria, straordinariamente complessa e animata da una solida alleanza tra fede e ragione. Un passato sul quale tuttora permangono pregiudizi, nebbie, leggende nere, che il libro dello studioso americano prova serenamente, pezzo a pezzo, a demolire.»
Corrado Augias «Il Venerdì di Repubblica», 22 dicembre 2006
«Contraddicendo le tesi diffuse che fanno risalire alla Riforma luterana il capitalismo e a questo la liberalizzazione sociale progressiva, Stark spiega che dobbiamo alla dottrina cristiana perfino la nascita della moderna democrazia.»
Antonio Socci, «Libero», 24 dicembre 2006
«E se Gesù non fosse nato? Non ci sarebbero – per esempio – né università né ospedali. E nemmeno la musica. […] Chi – abbeverato alle fonti avvelenate dell’ideologia dominante – nutre qualche dubbio in proposito, può trovare intere biblioteche che lo dimostrano, ma, per tagliar corto, […] può cavarsela leggendosi un libro. L’autore non è un apologeta cattolico, ma un sociologo americano di una università yankee: Rodney Stark.»
Roberto Persico, «Tempi», 21 dicembre 2006
«Non sono apologia, i libri di Rodney Stark; sono solo l’opera di un serio sociologo delle religioni […] un vero studioso, libero dai pregiudizi che accecano la maggior parte dei ricercatori. […] Nessuna tesi preconcetta, dunque, ma solo lo sguardo attento di un serio curioso che si avventura senza pregiudizi in territori inesplorati.»
Alfonso Piscitelli, «L'Indipendente», 14 gennaio 2007
«Al di là della lunga disputa tra cattolici e protestanti, il libro di Stark è interessante perché radica il capitalismo occidentale in una tradizione più antica che abbraccia il Rinascimento italiano ed anche i secoli di un Medioevo niente affatto "oscuro".»
Rino Cammilleri, «il Giornale», 28 aprile 2007
«Un testo fondamentale che dovrebbe essere studiato nelle scuole.»
Riccardo Bonacina, «Vita», 18 maggio 2007
«Non spetta a noi giudicare la scientificità della ricostruzione della storia economica dello Stark […], ma indubbiamente l’abbondanza di ragioni e documenti si come la teologia cristiana già da sant’Agostino abbia abbracciato la strada della libertà, della logica e del pensiero sono non solo convincenti, ma dello stesso spessore della realtà.»
Il libro è articolato in due parti: la prima, dopo aver definito gli effetti speciali, ne ripercorre la storia (da Méliès a George Lucas, alla Pixar) e illustra le principali tecniche (tradizionali e digitali) che vengono utilizzate per realizzarli; la seconda presenta documenti, testimonianze, analisi di sequenze, e permette al lettore di approfondire l'argomento, tanto da un punto di vista realizzativo quanto da quello critico.
IL LIBRO
La lettura del Trattato di ateologia di Michel Onfray ha fatto nascere nella mia mente una domanda: siamo tornati ai tempi delle catacombe, quando i cristiani vivevano nascosti come cani? Siamo tornati a quel periodo della storia di Roma in cui eravamo i capri espiatori per tutti i problemi? Sembra proprio che viviamo in un’epoca in cui il vero ha ceduto il passo alla propaganda piena di odio, sempre più diffusa, che pretende di essere rispettabile e che aspira addirittura a una legittimità storica. Il tempo delle nuove catacombe è quello che spaccia per «verità» argomenti non verificati, non provati, ma che assumono la forma del «vero» grazie a una presunta evidenza incontestabile. Infatti, come si può contestare ciò che ha la pretesa di essere evidentemente «vero»? Non sembra possibile opporre argomenti scientifici alla forza di una «verità» che diviene evidente semplicemente dichiarando che è il «vero». Il ragionamento di chi attacca le religioni è in realtà un postulato, si sostituisce alla conoscenza dei concetti e degli argomenti attaccati, di modo che l’offensiva non viene condotta contro le ragioni delle persone e delle religioni incriminate, ma contro l’immagine fantastica che l’autore degli attacchi si è fatto di esse. Cosa ne è stato dell’equilibrio? Dov’è finito lo spirito critico? Dov’è la filosofia? Dov’è la capacità dell’intellettuale di formulare tesi verificabili e legittime, tenendo conto anche di argomenti che non vanno necessariamente nella stessa direzione? Il «minestrone» Onfray è talmente indigesto...
L'AUTORE
Matthieu Baumier è nato nel 1968. Saggista e romanziere, è autore di numerose opere, fra cui Le manuscrit Louise B, Les bibliothèques endormies e Les apôtres du néant. Dirige la rivista letteraria «La Sœur de l’Ange».
RECENSIONI
AliceLibri, Virgilio News (lancio Apcom), 19 aprile 2006
«Alla fine hanno sbottato anche i cristiani francesi ed è partito il contrattacco. Dopo la pubblicazione del Trattato di ateologia di Michel Onfray, è finito il silenzio più o meno accondiscendente. Davanti a quello che è stato giudicato “un saggetto rozzo e sprezzante”, un manipolo di intellettuali, cattolici e laici, ha risposto per le rime. Ne è nato un dibattito sui giornali e un libro dal titolo inequivocabile: Antitrattato di ateologia. Lo ha scritto Matthieu Baumier, uno studioso non ancora quarantenne, nato nel fatidico ’68. Non è un tradizionalista reazionario, ma un cattolico di sinistra che ce l’ha con “l’individualismo politico ed edonista fondato sul primato del profitto materiale”. […] Il “Trattato di ateologia” esprime un tale livoroso disprezzo verso il cristianesimo da preoccupare, per la sua illiberalità, anche chi credente non è. […] Il merito del libro di Baumier non sta tanto nella confutazione puntuale degli argomenti dell’ateologia più rozza, che appaiono già di per loro e senza fare troppi sforzi ben poca cosa. Questo saggio è importante perché dice no, in modo organico, a semplificazioni e banalità culturali confezionate con l’arroganza di chi crede che le proprie tesi godano di un incontrastato consenso. Dopo tanti silenzi e troppi sì, anche in Francia cominciano ad arrivare i primi no.» Gabriella Mecucci, «Il Foglio», 30 marzo 2006 • «Polemico e pungente al punto giusto, l’antitrattato di Baumier è anche una testimonianza interessante su uno dei possibili modi di essere cristiani oggi. In un periodo in cui la religiosità sembra riguadagnare costantemente terreno è senza dubbio un elemento in più per capire la realtà contemporanea. Quali che siano le proprie convinzioni profonde.»
IL LIBRO
Lourdes è la «capitale della preghiera», uno dei santuari più frequentati al mondo. Ma è anche la «terra dei miracoli» verso la quale convergono decine di migliaia di infermi animati da una fede più forte di ogni avversità. Dal 1858 circa seimila persone hanno dichiarato di essere «guarite» a Lourdes, mentre le due autorità mediche di controllo operanti nella cittadina francese, (Ufficio Medico e Comitato Medico Internazionale) – composte da dottori totalmente indipendenti dalla Chiesa – hanno giudicato duemila casi come inspiegabili dal punto di vista scientifico e quindi in teoria rientranti nella sfera della fede. Eppure il Vaticano ha riconosciuto come miracoli solo 67 casi, l’ultimo dei quali il 9 novembre 2005 (riguarda l’italiana Anna Santaniello, afflitta da una malformazione cardiaca incurabile). Ma come procede la medicina per verificare una guarigione? E quale esame conduce invece la Chiesa? Chi sono i 67 miracolati, qual è la loro storia? E, infine, esistono guarigioni «eccezionali» anche in altri santuari mariani? (continua nell’altro risvolto) (continua dall’altro risvolto) Lourdes è una terra di spiritualità e di speranza per tutti, laici compresi, ma anche una impressionante macchina moderna, un congegno sofisticato e imponente dalle dimensioni sorprendenti. Inchiesta sui miracoli di Lourdes dà conto di entrambe le facce del fenomeno, sulla base di una documentazione storica vasta e puntuale, resa accessibile per la prima volta al pubblico italiano.
L'AUTORE
Yves Chiron, nato nel 1960, è professore di storia e membro dell’A.M.I.L. (Associazione Medica Internazionale di Lourdes). È autore di numerosi volumi, tra cui, editi in Italia, Padre Pio. Una strada di misericordia (1997), Pio IX papa moderno (2001) e La vera storia di santa Rita (2002).
«Proprio questo è divenuto il programma della modernità: non voler più essere a immagine di Dio, ma di noi stessi; conferire a noi stessi il potere sul mondo, non rispettare più il potere di Dio e non aspettarsi nulla da Lui. Ma ora che siamo riusciti a strappare il fuoco al cielo e alla profondità della terra, alla materia degli atomi, ora si apre il problema se la terra non s’incendi, se l’elemento della civiltà e della creatività non si trasformi nelle nostre mani in distruzione e annientamento. La Pentecoste ci dice che lo Spirito Santo è il fuoco e che Cristo è il vero Prometeo che ha preso il fuoco dal cielo.» Joseph Ratzinger
Perché il Mussolini di Salò continua, a distanza di sessant'anni, a impegnare gli storici, a interessare i lettori, a dividere gli animi? Se non è in discussione il giudizio su questa estrema avventura del fascismo, restano da chiarire molte questioni (la liberazione di Mussolini e la sua morte, per esempio) e sono da approfondire le ragioni che portarono molti italiani dalla parte sbagliata. Moseley, in una ricostruzione non ideologica, propone un ritratto a tinte forti dell'ultimo Mussolini, consapevole della sconfitta e sempre in bilico fra rimpianto, autocritica e disprezzo per i propri compatrioti.
Dopo aver scritto, nel 1975, "Anthropologie de la mort", Thomas proseguì la sua riflessione sulla morte, approfondendo in particolare i suoi rapporti con il potere. Questo saggio è articolato in sei capitoli dai titoli rivelatori: Il potere della morte; La strategia del potere e la morte; La gestione del morire; La gestione del cadavere; Il ricatto basato sulla morte; Il ricatto basato sulla vita.
IL LIBRO
Il 6 luglio 1935, da una famiglia di poveri contadini di Taktser, un villaggio nella regione dell’Amdo in Tibet, nasce un bambino di nome Lhamo Thondup.
Nel 1939, dopo aver superato varie prove, il giovanissimo Lhamo viene portato nel monastero di Kumbum e qui, oltre a essere riconosciuto come la reincarnazione del XIII Dalai Lama Thubten Gyatso, è proclamato Dalai Lama a sua volta e ribattezzato con il nome di Tenzin Gyatso, ovvero «Oceano di saggezza».
Inizia così la vicenda di un uomo fuori dal comune, che è allo stesso tempo una grande guida spirituale e la suprema autorità dei tibetani: dall’educazione a Lhasa dove gli viene conferito il titolo accademico più importante, il «Geshe Lharampa», all’assunzione anzitempo, nel 1950, della carica di capo di Stato del Tibet in seguito all’occupazione cinese delle regioni dell’Amdo e del Kham; dai difficili rapporti con Mao Zedong al fallimento della rivolta popolare contro gli invasori e alla conseguente fuga, nel 1959, a Dharamsala, in India, dove risiede tuttora con il governo tibetano in esilio.
Da quel momento, Tenzin Gyatso è diventato il primo Dalai Lama a viaggiare in ogni angolo del mondo, per promuovere la causa del suo popolo e soprattutto per far conoscere i principi del buddhismo.
I suoi appelli per una soluzione della questione del Tibet, sostenuti da una indomita forza morale e dall’insistito richiamo a una resistenza non armata, gli sono valsi, nel 1989, il premio Nobel per la Pace.
L'AUTORE
Sabine Löhr lavora come giornalista e sta conseguendo il dottorato in indologia. è una profonda conoscitrice del Tibet e del buddhismo tibetano.
Oggi il dibattito sulla sessualità dà spesso per scontato che le differenze fra uomini e donne siano fondamentalmente insignificanti e "socialmente determinate", o che neppure esistano. Steven Rhoads, al contrario, afferma che, a dispetto di ciò che preferiamo credere, le distinzioni sessuali restano profondamente radicate nella natura umana. In questo testo, l'autore presenta un gran numero di prove scientifiche che dimostrano come queste differenze siano innate: a partire dalle distinzioni più sottili (istintivamente, le donne tengono in braccio i bambini dalla parte sinistra, vicino al cuore) per giungere a quelle più profonde (le donne con un alto livello di testosterone sono più promiscue, più competitive e più combattute nei confronti della maternità). Rhoads esplora le differenze maschioIfemmina per quanto riguarda l'aggressività e l'istinto di dominio, la sessualità e la cura dei figli. Spiega perché il rifiuto di riconoscere tali differenze ha condizionato fenomeni come la rivoluzione sessuale e le famiglie senza padri. Ma sostiene anche che la società diventa migliore se si scoraggiano alcune tendenze naturali, come l'inclinazione maschile al sesso predatorio, e se ne incoraggiano altre, come la passione e il talento femminili per la cura dei figli.