IL LIBRO
La mia è stata una vocazione singolare, nata da un’esperienza mistica conosciuta come tale, dall’ascolto di una Voce che parlava nel mio cuore e che aveva governato tutta la mia vita. Come raccontare la mia storia di prete se non raccontando anche il rapporto con Dio, il rapporto più segreto per ogni uomo, che per me era diventato così palese da suggerire tutti i miei atti? Non è stata una vita semplice e molte volte ho sentito la sua singolarità come una condanna, l’uscita da una vita ordinata che mi sarebbe piaciuto condurre e che non ho mai vissuto. Degli atti che compii porto la piena personale responsabilità. Nel descriverli non voglio presentarli come erano, cioè come ispirati, ma come atti fallibili di una persona umana che non può che sentire gli atti come propri e, motivandoli, non dà a essi altro significato che quello della propria responsabilità. (Gianni Baget Bozzo)
L'AUTORE
Gianni Baget Bozzo è sacerdote, teologo, politologo e giornalista. Scrive su periodici e quotidiani, tra cui «Panorama» e «Il Giornale». Tra le molte opere di cui è autore, ricordiamo «L’intreccio. Cattolici e comunisti 1945-2004», «Cristo e/o Chiesa» (2003), «Io credo. Il simbolo della fede parola per parola» (2003), «Profezia. Il Cristianesimo non è una religione» (2002), «L’Anticristo» (2001), «Di fronte all’Islam. Il grande conflitto» (2001). Nel 2004 presso la nostra casa editrice ha pubblicato il volume «L’Impero d’Occidente. La storia ritorna».
Francis Fukuyama analizza in questo suo nuovo libro un tema decisivo: la costruzione dei nuovi stati-nazione. La fine della storia, sostiene Fukuyama, non è un destino automatico e una politica di buon governo sarà sempre necessaria. Gli stati deboli e quelli falliti sono la causa di alcuni dei problemi più seri che minacciano il mondo. Fukuyama spiega in particolare come si possono trasferire a questi stati delle istituzioni pubbliche forti e funzionanti, le sole in grado di assicurare a essi e al mondo intero un futuro stabile e pacifico, e impartisce alcune lezioni tanto semplici quanto spesso disattese su come gli Stati Uniti e l'Europa possono gestire al meglio i casi più scottanti di state-building: l'Afghanistan e l'Iraq.
Rispetto alle grandi questioni come la sicurezza e la pace, l'Onu è un ente inutile, anzi dannoso. Il Consiglio di Sicurezza e l'Assemblea Generale hanno tradito lo spirito e i principi contenuti nella Carta istitutiva, come dimostrano i numerosi disastri e scandali, dal genocidio in Ruanda del 1994 alla corruzione gigantesca legata al programma umanitario Oil for Food scoperta nel 2004. Si impone un nuovo modello di azione globale perché le Nazioni Unite sono figlie della guerra fredda; oggi il mondo è cambiato, le frequenti crisi locali non rispondono più alla logica geopolitica del bipolarismo, ma richiedono analisi e interventi che negli ultimi anni solo gli Stati Uniti hanno dimostrato di saper operare.
Thomas F. Madden si è proposto di raccontare la storia delle crociate medievali prendendo spunto dai frutti dell'ultimo mezzo secolo di studi. In particolare le crociate sono ricollocate all'interno del loro specifico contesto sociale, economico, religioso e intellettuale. Soltanto così si possono comprendere le ragioni che hanno portato migliaia di uomini ad abbandonare le loro case per marciare nel nome di Cristo verso terre lontane e sconosciute. Madden riserva poi una particolare attenzione agli effetti delle crociate sul mondo islamico e sull'Oriente cristiano bizantino. Spiegando ciò che le crociate hanno rappresentato, questo volume tenta anche di far comprendere il complicato intreccio di relazioni tra passato e presente.
Da sempre la politica della Chiesa cattolica di fronte all'ascesa dei nazisti e al loro distruttivo dominio è un tema controverso. Pio XII è stato bollato come "il Papa di Hitler", considerato da alcuni storici come un antisemita connivente, che si rifiutò di condannare il nazismo in modo esplicito e mai esortò i cattolici a opporvisi. La riapertura degli archivi vaticani e la possibilità di visionare le carte relative alle attività interne della Santa Sede offrono nuovi strumenti di analisi. Peter Godman, studioso "a-cattolico", ha analizzato quelle carte e scoperto nella Chiesa romana di quell'epoca un'istituzione "a più voci", tutt'altro che monolitica, in cui il legalismo ebbe la meglio sul senso morale della tragedia che si andava consumando.
Due anni prima dei Lumière, un altro pioniere, Emile Reynaud, incantava tutta Parigi con immagini colorate a mano in grado di animarsi sullo schermo del suo "Teatro ottico". Immaginava forse le infinite possibilità di quel nuovo mezzo di espressione? Il libro ripercorre la storia della "settima arte bis", un cinema che si fabbrica immagine per immagine, in cui l'autore è padrone assoluto poiché controlla tutto al ventiquattresimo di secondo. Dai giganti (Walt Disney) ai marionettisti ispirati (Jiri Trnka), passando per il modesto "imbrattapellicole" (Norman McLaren), i poeti libertari (Paul Grimault) e i saggi animisti (Hayao Miyazaki), l'arte dell'animazione non ha mai smesso di sorprendere, conquistando anche il pubblico adulto.
In questo libro il filosofo francese André Glucksmann giudica la guerra in Iraq come un atto di libertà e di responsabilità delle democrazie occidentali nei confronti della dittatura e della dilagante minaccia terroristica. In particolare la guerra contro il terrorismo richiede, secondo Glucksmann, una risposta ben diversa da una semplice litania di buone intenzioni, perché il terrorismo non è una degenerazione della politica ma rappresenta un attacco frontale alle radici stesse della civiltà.
Quando è nata la nozione di Occidente? Come si è modificata nel corso dei secoli? Qual è stato e qual è il suo rapporto con la nozione di Europa? E quanto devono al Cristianesimo entrambi questi concetti? E ancora: come può l'Occidente fronteggiare la sfida del terrorismo islamico? Esiste uno spazio per l'Europa sullo scacchiere internazionale? Queste sono soltanto alcune delle domande che Gianni Baget Bozzo si pone in questo libro.
Gli autori spiegano come, quando e dove le organizzazioni estremiste diventano violente, come si mantengono in vita, perché si manifestano relativamente di rado, perché è così difficile sconfiggerle. Secondo i due studiosi, intervenire sulla domanda di terrorismo non è risolutivo; è più efficace colpire l'offerta, con un'azione militare, finanziaria e politica finalizzata a restaurare nei Paesi arabi un normale "mercato religioso", in cui l'Islam conservatore e non violento risulti competitivo rispetto ai gruppi terroristici.
La scienza è ancora al servizio dell'uomo? La vita e i suoi segreti, l'umano e i suoi misteri, possono sfuggire alle leggi del mercato? La biologia e la medicina - dietro cui si celano enormi interessi industriali e finanziari possono ancora accompagnarsi alla morale? Su tali essenziali questioni, Jacques Testart, il padre scientifico della prima bambina in provetta della storia di Francia (Amandine, nata il 24 febbraio 1982) e il filosofo Christian Godin intrecciano un dialogo illuminante, ricco di esempi concreti e di interrogativi decisivi che riguardano la decifrazione del genoma umano, la donazione, l'assistenza medica alla procreazione, le terapie geniche... Un appello alla ragione etica contro la tirannia economica.
L'America è da sempre il paese più criticato al mondo. E questo è ancora più vero oggi dopo che il crollo del comunismo e la fine dell'Unione Sovietica hanno fatto degli Stati Uniti l'unica superpotenza del pianeta. Ma cosa c'è di fondato nell'antiamericanismo? È un'analisi dei fatti o è il retaggio di ideologie smentite dalla storia? E che rapporti intrattiene con l'antisemitismo? O con il pacifismo e il rigetto del mercato dei movimenti no global? La violenza del terrorismo islamico ha portato allo scoperto, in Occidente, differenze sostanziali che la guerra fredda aveva nascosto. Ed è proprio l'Europa, paradossalmente, la protagonista di questa impietosa analisi che ha come oggetto un'ossessione cieca e pericolosa.