In questo libro che fu già un best seller alla sua prima uscita nel 1989 (e fu poi genialmente ritoccato) Enzo Mandruzzato ci offre una «grammatica» da leggere e per leggere e che finisce con l'appassionare. Così il latino trova il suo spazio, lingua tra le lingue, e ci propone una sfida allettante: forse lo si può imparare senza sforzo, anzi con piacere.
Sempre in lotta contro la critica arida e smisurata – rea di aver troppo indagato e troppo poco letto, allontanando queste storie dall’immaginario collettivo – Mandruzzato sceglie la strada opposta: partire dalle parole, raccontare il racconto di Omero. Perché riprenderlo, oggi? “Perché è un classico”, è la risposta più ovvia e più inutile. “Perché è bellissimo”, risponderebbe Mandruzzato. Perché la poesia è fatta per essere goduta, sempre, e i versi di quel poeta cieco sono tra i più alti mai scritti dall’uomo. Perché gli dei e gli eroi che si muovono tra le sue pagine sono resi con un realismo così vivo da farci vedere, non immaginare, i loro scontri sotto le mura di Troia. Mandruzzato ci fa rivivere l’Iliade e l’Odissea in una lingua che ci è più vicina di quella omerica, senza nulla perdere delle potenza originale, e accompagna il racconto con le sue riflessioni delicate e profonde.