Questo libro intende offrire (agli studenti, ma non solo) un'introduzione all'universo della teologia, presentando il patrimonio contenutistico, linguistico, storico e speculativo della fede cristiana, e precisando altresì il peculiare profilo di sapere della fede (intellectus fidei). Da qui le tappe del percorso: la vicenda semantica del termine teologia e le principali correnti teologiche che hanno caratterizzato le varie epoche. Poi l'analisi del linguaggio teologico, sempre sospeso tra parola e silenzio, linguaggio letterale e simbolico; infine il rapporto tra teologia e verità: i percorsi filosofico e teologico confluiscono nel Cristo, via, verità e vita. Dal Cristo, in cui sono nascosti i tesori della scienza e della sapienza, la teologia si dirama nelle varie discipline. La teologia è la parola che il pensiero umano dice a Dio e su Dio sulla base della parola che Dio dice nella storia, in modo definitivo in Cristo. Un percorso che permette di riconoscere la verità e la bellezza della sentenza di Walter Benjamin: "O si pensa teologicamente, o non si pensa abbastanza".
"Mangiare carne è semplicemente immorale, poiché comporta un'azione che è contraria al sentimento morale, quella di uccidere. Uccidendo l'uomo sopprime anche in sé stesso le più alte capacità spirituali, l'amore e la compassione per altre creature viventi e, sopprimendo questi sentimenti, diventa crudele." (Lev Tolstoj) Se l'uso di mangiare carni è radicato da secoli nella cultura occidentale, la drammatica emergenza ecologica in cui versa l'ecosistema del nostro pianeta - che ha fra le sue cause principali proprio l'allevamento intensivo di animali - e la crescente sensibilità vegetariana rendono attuale e anzi doveroso, in ambito ecclesiale, un dibattito sul vegetarismo. Sebbene la scelta vegetariana, l'"astenersi dalle carni", sia sempre stata presente all'interno della realtà ascetica e spirituale cristiana, essa viene spesso vista con sospetto e persino con sarcasmo da una certa parte del mondo cattolico, che ritiene il vegetarismo estraneo all'orizzonte ebraico-cristiano. Prima opera teologica in Italia sul tema, "Il grido della creazione" è una raccolta di saggi che nasce dal lavoro di diversi studiosi coinvolti nei convegni nazionali organizzati dall'Associazione Cattolici Vegetariani. Attraverso i testi dell'Antico e del Nuovo Testamento e i rimandi alla Tradizione, il libro dimostra che questa scelta etica non è staccata dalla teologia cristiana, ma attinge anzi alle sue radici più profonde.
In che modo e secondo quali percorsi è possibile porre nuovamente l'inesauribile questione del rapporto tra ragione e fede? Oggi meno che mai esse si contrappongono, nonostante una larga parte del dibattito pubblico non cessi di affermarne la rivalità. Si può forse perdere la fede, ma non certo perché la ragione riesca a mostrarne l'illusorietà. D'altra parte può accadere che la ragione si scopra incapace di comprendere una parte - e una parte essenziale - delle esperienze che facciamo nel corso della vita, e questo porta frettolosamente a concludere che la ragione non può abbracciare tutto e che bisogna perciò abbandonare all'incomprensibilità spazi immensi della nostra esistenza. Sorge così il regno della credenza e dell'opinione, che molto presto saranno espulse dal campo del pensabile. Da questo sonno della ragione nascono gli incubi dell'ideologia e dell'idolatria. La separazione tra fede e ragione, che tanti sembrano ritenere ovvia e del tutto naturale, si origina innanzitutto proprio da una mancanza di razionalità, dalla resa a tavolino della ragione dinanzi al supposto impensabile. Se non si perde la fede per eccesso di pratica della razionalità, può accadere al contrario che si perda in razionalità allorché si esclude troppo in fretta la fede e l'ambito che essa dice di aprire, cioè quello della Rivelazione. Come già sant'Agostino scriveva, "l'intelligenza è il frutto della fede.
Pubblicato nel 1935, "Il pozzo e le pozzanghere" è una raccolta di brevi saggi polemici che, come scrive Chesterton, "si prefiggono di contrariare coloro che si trovano in disaccordo con noi e di annoiare gli indifferenti". Se il tema del libro è quello più caro allo scrittore inglese - la difesa del cattolicesimo e della sua tradizione culturale (il "pozzo" del titolo) dagli attacchi provenienti dalla società secolarizzata e dal protestantesimo anglicano (le "pozzanghere") -, la sua ragione più profonda è la difesa del "vero significato delle parole". Per Chesterton questo compito, niente affatto accademico, richiede di prendere di petto i fatti della storia, per metterli nella loro vera luce e trarne il corretto insegnamento, ma anche di rispondere alle tante critiche di cui era fatto regolarmente bersaglio. Lo scrittore replica ai suoi avversari mettendone in luce il pregiudizio e si sofferma sulla storia moderna d'Europa, denunciando il materialismo del modello capitalista e il nichilismo di matrice comunista e nazista, mettendo in ridicolo la libertà sessuale dei connazionali e il conformismo degli intellettuali. Apologeta cattolico arguto e fuori dagli schemi, Chesterton non si rinchiuse mai in una sterile condanna delle cose del mondo, ma ricercò sempre il confronto aperto e ad armi pari con un interlocutore che non fu mai un nemico da odiare, quanto piuttosto un avversario al gioco, di cui vedere le carte per capire se bluffa.
IL LIBRO
Milioni di persone, di tutte le età, di tutte le fedi, di tutte le nazionalità e capi di nazioni anche in guerra fra loro si sono ritrovati nell’aprile 2005 per rendere l’estremo saluto a Giovanni Paolo II. Questa mobilitazione senza precedenti nella storia ha dimostrato che la Chiesa rappresenta un punto di riferimento essenziale, non solo per i cattolici. Anzi, qualche volta sembrano proprio alcuni fra loro i più restii ad accettarne la vitalità e la ritrovata capacità di offrire un contributo di idee autorevole, anche se spesso controverso, al mondo contemporaneo.
In Lo Splendore della Verità padre Neuhaus – che si trovava a Roma in quegli storici giorni e ne ha redatto un diario che conclude il suo saggio – affronta molti dei temi più dibattuti del cattolicesimo postconciliare (dal significato del Concilio alle innovazioni nella liturgia, dall’ordinazione delle donne alla contraccezione, dall’aborto e dall’omosessualità al celibato dei sacerdoti) coinvolgendo il lettore in una riflessione vibrante e profonda su cosa significa essere credenti oggi.
Partendo dalla sua vicenda personale – che lo ha portato a sentire l’insufficienza della fede e della teologia luterana nella quale era cresciuto e a diventare prima cattolico e poi sacerdote –, e ricordando gli incontri con Giovanni Paolo II e l’allora cardinale Ratzinger, Neuhaus spiega quanto sia in errore chi vuole politicizzare e «democratizzare » la Chiesa, contestando o stravolgendo gli insegnamenti del Magistero. La fedeltà e la continuità, non l’autonomia e la novità, conducono a un futuro ricco di promesse. Un futuro all’insegna di una evangelizzazione planetaria, dell’unità fra i Cristiani, e di un vero rinnovamento.
L'AUTORE
RICHARD JOHN NEUHAUS, una delle più importanti autorità sulla religione nel mondo contemporaneo e presidente dell’Institute on Religion and Public Life, è redattore capo della rivista «First Things». Con il leader evangelico Charles Colson ha promosso Evangelicals and Catholics Together, un’iniziativa controversa per riallineare le dinamiche religiose e culturali nella nostra società. È autore di molti libri, alcuni dei quali editi in Italia: Le ultime parole di Gesù dalla croce (2001), Solidarietà e profitto. La sfida del capitalismo cristiano (1994). È sacerdote dell’arcidiocesi di New York e vive a Manhattan.
IL LIBRO
La lettura del Trattato di ateologia di Michel Onfray ha fatto nascere nella mia mente una domanda: siamo tornati ai tempi delle catacombe, quando i cristiani vivevano nascosti come cani? Siamo tornati a quel periodo della storia di Roma in cui eravamo i capri espiatori per tutti i problemi? Sembra proprio che viviamo in un’epoca in cui il vero ha ceduto il passo alla propaganda piena di odio, sempre più diffusa, che pretende di essere rispettabile e che aspira addirittura a una legittimità storica. Il tempo delle nuove catacombe è quello che spaccia per «verità» argomenti non verificati, non provati, ma che assumono la forma del «vero» grazie a una presunta evidenza incontestabile. Infatti, come si può contestare ciò che ha la pretesa di essere evidentemente «vero»? Non sembra possibile opporre argomenti scientifici alla forza di una «verità» che diviene evidente semplicemente dichiarando che è il «vero». Il ragionamento di chi attacca le religioni è in realtà un postulato, si sostituisce alla conoscenza dei concetti e degli argomenti attaccati, di modo che l’offensiva non viene condotta contro le ragioni delle persone e delle religioni incriminate, ma contro l’immagine fantastica che l’autore degli attacchi si è fatto di esse. Cosa ne è stato dell’equilibrio? Dov’è finito lo spirito critico? Dov’è la filosofia? Dov’è la capacità dell’intellettuale di formulare tesi verificabili e legittime, tenendo conto anche di argomenti che non vanno necessariamente nella stessa direzione? Il «minestrone» Onfray è talmente indigesto...
L'AUTORE
Matthieu Baumier è nato nel 1968. Saggista e romanziere, è autore di numerose opere, fra cui Le manuscrit Louise B, Les bibliothèques endormies e Les apôtres du néant. Dirige la rivista letteraria «La Sœur de l’Ange».
RECENSIONI
AliceLibri, Virgilio News (lancio Apcom), 19 aprile 2006
«Alla fine hanno sbottato anche i cristiani francesi ed è partito il contrattacco. Dopo la pubblicazione del Trattato di ateologia di Michel Onfray, è finito il silenzio più o meno accondiscendente. Davanti a quello che è stato giudicato “un saggetto rozzo e sprezzante”, un manipolo di intellettuali, cattolici e laici, ha risposto per le rime. Ne è nato un dibattito sui giornali e un libro dal titolo inequivocabile: Antitrattato di ateologia. Lo ha scritto Matthieu Baumier, uno studioso non ancora quarantenne, nato nel fatidico ’68. Non è un tradizionalista reazionario, ma un cattolico di sinistra che ce l’ha con “l’individualismo politico ed edonista fondato sul primato del profitto materiale”. […] Il “Trattato di ateologia” esprime un tale livoroso disprezzo verso il cristianesimo da preoccupare, per la sua illiberalità, anche chi credente non è. […] Il merito del libro di Baumier non sta tanto nella confutazione puntuale degli argomenti dell’ateologia più rozza, che appaiono già di per loro e senza fare troppi sforzi ben poca cosa. Questo saggio è importante perché dice no, in modo organico, a semplificazioni e banalità culturali confezionate con l’arroganza di chi crede che le proprie tesi godano di un incontrastato consenso. Dopo tanti silenzi e troppi sì, anche in Francia cominciano ad arrivare i primi no.» Gabriella Mecucci, «Il Foglio», 30 marzo 2006 • «Polemico e pungente al punto giusto, l’antitrattato di Baumier è anche una testimonianza interessante su uno dei possibili modi di essere cristiani oggi. In un periodo in cui la religiosità sembra riguadagnare costantemente terreno è senza dubbio un elemento in più per capire la realtà contemporanea. Quali che siano le proprie convinzioni profonde.»
IL LIBRO
La mia è stata una vocazione singolare, nata da un’esperienza mistica conosciuta come tale, dall’ascolto di una Voce che parlava nel mio cuore e che aveva governato tutta la mia vita. Come raccontare la mia storia di prete se non raccontando anche il rapporto con Dio, il rapporto più segreto per ogni uomo, che per me era diventato così palese da suggerire tutti i miei atti? Non è stata una vita semplice e molte volte ho sentito la sua singolarità come una condanna, l’uscita da una vita ordinata che mi sarebbe piaciuto condurre e che non ho mai vissuto. Degli atti che compii porto la piena personale responsabilità. Nel descriverli non voglio presentarli come erano, cioè come ispirati, ma come atti fallibili di una persona umana che non può che sentire gli atti come propri e, motivandoli, non dà a essi altro significato che quello della propria responsabilità. (Gianni Baget Bozzo)
L'AUTORE
Gianni Baget Bozzo è sacerdote, teologo, politologo e giornalista. Scrive su periodici e quotidiani, tra cui «Panorama» e «Il Giornale». Tra le molte opere di cui è autore, ricordiamo «L’intreccio. Cattolici e comunisti 1945-2004», «Cristo e/o Chiesa» (2003), «Io credo. Il simbolo della fede parola per parola» (2003), «Profezia. Il Cristianesimo non è una religione» (2002), «L’Anticristo» (2001), «Di fronte all’Islam. Il grande conflitto» (2001). Nel 2004 presso la nostra casa editrice ha pubblicato il volume «L’Impero d’Occidente. La storia ritorna».