"Mangiare carne è semplicemente immorale, poiché comporta un'azione che è contraria al sentimento morale, quella di uccidere. Uccidendo l'uomo sopprime anche in sé stesso le più alte capacità spirituali, l'amore e la compassione per altre creature viventi e, sopprimendo questi sentimenti, diventa crudele." (Lev Tolstoj) Se l'uso di mangiare carni è radicato da secoli nella cultura occidentale, la drammatica emergenza ecologica in cui versa l'ecosistema del nostro pianeta - che ha fra le sue cause principali proprio l'allevamento intensivo di animali - e la crescente sensibilità vegetariana rendono attuale e anzi doveroso, in ambito ecclesiale, un dibattito sul vegetarismo. Sebbene la scelta vegetariana, l'"astenersi dalle carni", sia sempre stata presente all'interno della realtà ascetica e spirituale cristiana, essa viene spesso vista con sospetto e persino con sarcasmo da una certa parte del mondo cattolico, che ritiene il vegetarismo estraneo all'orizzonte ebraico-cristiano. Prima opera teologica in Italia sul tema, "Il grido della creazione" è una raccolta di saggi che nasce dal lavoro di diversi studiosi coinvolti nei convegni nazionali organizzati dall'Associazione Cattolici Vegetariani. Attraverso i testi dell'Antico e del Nuovo Testamento e i rimandi alla Tradizione, il libro dimostra che questa scelta etica non è staccata dalla teologia cristiana, ma attinge anzi alle sue radici più profonde.
Il mondo non è ancora in pace. Guerre, terrorismo, violenza diffusa compongono un inquietante scenario. Come i discepoli sulla barca travolta dalla tempesta dell'episodio evangelico (Mc 4,38), l'umanità è spaventata, smarrita: che cosa può fare per non cedere alla paura e alla rassegnazione, per riprendere con fiducia il cammino verso un mondo finalmente pacificato? Alcune risposte a questa drammatica domanda si trovano nei due saggi di questo volume dedicato alla settima Beatitudine: "Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio". Nel primo, Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio, rievoca, alla luce delle Sacre Scritture, l'antico sogno di pace dell'umanità. Proponendo l'esempio delle comunità cristiane operanti in tutto il mondo, indica come strumenti indispensabili per il superamento della violenza e della guerra la fede in Dio, la preghiera, l'ascolto della Parola. Nel secondo saggio, il sociologo Franco Cassano, nel contesto di un'analisi rigorosa del valore al tempo stesso trascendente e immanente delle Beatitudini, individua come tratto peculiare della settima Beatitudine il suo non essere soltanto la promessa di un risarcimento futuro delle sofferenze patite in questo mondo, ma anche l'indicazione operativa di un obiettivo concreto - la costruzione della pace - da realizzare insieme agli altri uomini sulla terra, subito, senza attendere la fine dei tempi.
La parola "giustizia" ricorre sia nella quarta sia nell'ottava Beatitudine. Alla prima delle due, che si rivolge a "quelli che hanno fame e sete della giustizia", è dedicato questo libro. Su di essa riflettono e si confrontano Luigi Ciotti, da sempre impegnato nella lotta contro tutte le ingiustizie e per la difesa della legalità, e Salvatore Natoli, un filosofo laico sensibile ai temi religiosi e all'universalità del messaggio cristiano. Nei due saggi che compongono il volume gli autori sottolineano il valore non solo teologico e religioso, ma anche etico, civile e politico della giustizia annunciata e promessa nel Discorso della Montagna. Dimostrano come nella società secolarizzata contemporanea - attraversata da una fenomenologia dell'ingiustizia che assume di volta in volta nomi e forme diverse (disuguaglianze sociali, povertà, schiavitù, violenza e guerra) - la parola evangelica conservi la sua concretezza umana e, anzi, la sua attualità e radicalità rivoluzionaria. Ci ricordano come il Vangelo esprima un'universale aspirazione degli uomini e li motivi a un'azione comune per la costruzione di un mondo più giusto, tenendo viva la speranza anche per i non credenti.