Nel nostro cielo solcato da satelliti brilla ancora la luce di una stella divina. E non potrebbe essere diversamente: tutta l'evoluzione tecnologica dell'umanità ha radici spirituali, forse persino mistiche. Questa, almeno, è la verità cui è giunto Nuccio Bovalino quando, ispirato dalle gesta di mistici e profeti, ha iniziato a cercare nel cuore della società digitale e algoritmica le tracce dell'antico mondo dei simboli, dei miti e degli dèi. Del resto, se il sacro ha sempre svolto la funzione di salvare l'umanità dalle sue angosce e paure, donando un senso alla vita, oggi questa funzione sembra essere stata completamente assunta dalle nuove tecnologie. I satelliti, come angeli d'acciaio, vegliano sulle città; la rete, come uno spirito avvolgente, ci connette in un dialogo istantaneo, come in una comunione spirituale. Ogni giorno guardiamo alle intelligenze artificiali e alla robotica come a quelle potenze che garantiranno l'accesso a un nuovo paradiso terrestre. Viviamo un futuro anteriore, un avvenire tecnologico che ha la forma di un cosmo medioevale. Ma se così stanno le cose, allora questa nostra epoca di alchimie cibernetiche e algoritmi predittivi, di apocalissi cinematografiche e di brand divenuti icone, è anche l'epoca in cui si ripropone con più forza il dilemma tra salvezza e dannazione, tra un uso messianico della tecnologia e un suo uso esclusivamente ludico.
Come hanno potuto milioni di americani identificarsi ne1la narrazione deliberatamente aggressiva di Donald Trump? Com'è possibile che tanti europei girino lo
sguardo di fronte a migliaia di persone che affogano nel Mediterraneo? Come è potuto tornare il richiamo del nazionalsocialismo ne11e province orientali europee? Che cosa, infine, fa chiedere agli occidentali minore giustizia sociale, proprio quando aumentano le disuguaglianze?
Viaggio al termine dell'occidente percorre le strade lungo le quali ci stiamo perdendo: da Berlino a Washington, da Roma a San Francisco, cerca i segnali di uno smarrimento che sta modificando anche il carattere delle persone.
Le radici de1 problema sono ne1 funzionamento della società e dell'economia che
non produce più convergenza e comuni obiettivi. Da quando tecnologia, finanza
e capitale umano si concentrano in singole professioni, settori o aree geografiche, la dinamica che segna g1i individui è quella de11a divergenza. Non si tratta
solo di diseguaglianze, ma di interi destini che divergono, per alcuni verso quello
che sembra un declino inarrestabile, per altri verso un'indifferenza esistenziale
e un senso di distacco e superiorità.
Se il linguaggio della convergenza era ia sconfitta della povertà e il benessere di
tutti, quello de11a divergenza è la discriminazione e 1a recriminazione: costruiamo muri e riteniamo che le sofferenze altrui siano giustificate. Quando l'incrudimento dei destini personali coincide con la divergenza di interi Paesi, la
retorica nazionalista finisce per prendere i1 sopravvento.
Il viaggio tocca anche l'Italia, il Paese in cui da anni le scelte pubbliche assomigliano alla Lotteria di Babilonia e che è ora più esposto di altri alle tentazioni autoritarie.
L'Italia, tra record negativo di nascite e rapido invecchiamento, è ormai un caso studiato ovunque nel mondo. La crisi demografica costringe a ripensare tutto: sviluppo economico, lavoro, welfare e politica estera. Questo libro racconta come siamo arrivati fin qui e come si può invertire la rotta. Prefazione di Piero Angela.
Nel dicembre del 1969 Sadik al-Azm, all'epoca giovane studioso siriano, preoccupato dal crescente uso strumentale della religione da parte delle élite politiche nel mondo arabo, pubblicò "La tragedia del diavolo". Il libro, che oltre ogni aspettativa andò subito esaurito, provocò il più grande tumulto intellettuale arabo del ventesimo secolo, portando all'arresto e al processo del suo autore, accusato di prendersi gioco della religione. Nel libro, oggi riscoperto e disponibile per la prima volta in lingue diverse dall'arabo, al-Azm mette in guardia i suoi contemporanei e i posteri dai rischi insiti nell'uso strumentale della religione da parte del potere costituito, e rompe uno dei grandi tabù della sua e della nostra epoca, attaccando direttamente il fondamentalismo religioso. Un libro scritto oltre quarant'anni fa, profetico nel paventare quanto sarebbe successo nei decenni successivi, vibrante nell'incitare i cittadini dei paesi arabi ad abbracciare un pensiero più laico e secolare, terribilmente attuale nel denunciare le azioni disumane dei regimi totalitari.