«Le donne si prendono con Dio una libertà che gli uomini neanche si sognano». Questo testo fondamentale del femminismo filosofico e teologico è un libro che scandalizza i custodi dei sacri poteri maschili per l'importanza che dà alla differenza femminile e per lo spirito di libertà che lo anima. Dal Medioevo al Novecento, da Margherita Porete a Simone Weil, da Angela da Foligno a Etty Hillesum, da Giuliana di Norwich a Cristina Campo, il Dio delle donne è stato infatti avvicinato attraverso l'esperienza diretta dell'incontro e l'accesso libero alla Scrittura Sacra, almeno finché la gerarchia ecclesiastica lo ha permesso. Forse solo le mistiche hanno saputo vibrare del rivoluzionario vento divino, inventare una teologia in lingua materna, rinunciare alle sicurezze delle dottrina perché «Dio possa capitare a questo mondo». Perché le donne sono l'umanità che sa che l'essenziale non è niente che possiamo produrre o conquistare e possedere, ma solo aspettare e ricevere.
Intorno al tema della dignità dell'uomo "fatto ad immagine e somiglianza di Dio", Pier Cesare Bori, con Martino Patti, ha raccolto testi d'autore dagli inizi della tradizione cristiana ai nostri giorni. La domanda intorno alla quale ruotano le riflessioni è: che cos'è l'uomo? La risposta tende a differenziarsi secondo che sia privilegiata l'interpretazione cristologica o quella ontologico-filosofica dell'imago Dei, assumendo perciò ora la concezione storico-salvifica ora una prospettiva universalistica e pluralistica. Tuttavia a questa tensione dualista si accompagna la ricerca di una risoluzione che comprenda gli opposti senza abolirli; "un modo mistico, un atto spirituale e vitale che deve procedere da un rivolgimento-spostamento di tutto l'essere verso la realtà, una e totale".
L'io nasce sempre dentro una relazione. Sempre, dunque, una relazione mi precede. Da un altro ho origine. Di un altro ho bisogno per compiermi. Con la parola "amore" si vuole indicare questa esperienza universale e originaria che non può andare perduta senza che si smarrisca l'uomo in quanto uomo.
GLI AUTORI
S.E. Mons. Angelo Scola, Patriarca di Venezia già Rettore della Pontificia Università Lateranense.