Le quattro verità furono rivelate da Buddha dopo che ebbe raggiunto l'illuminazione e sono il fondamento di tutte le pratiche buddhiste. "La prima verità esprime la natura di tutte le nostre malattie e nevrosi esistenziali. "La seconda esplora le cause e le condizioni per il loro sviluppo. "La terza dimostra che le cause dei nostri problemi possono essere eliminate e che possiamo liberarci dalla sofferenza. "La quarta rivela i vari sentieri della pratica offerti dal buddhismo per conseguire tale obiettivo. In base alle prime due verità, ossia, la verità della sofferenza e la verità dell'origine della sofferenza, si può capire come gli esseri senzienti vaghino nel samsara. Per liberarsi dalla sofferenza, bisogna comprendere le due seconde verità: la verità della cessazione e la verità del sentiero. Le quattro nobili verità sono così chiamate perché possono essere sperimentate e comprese secondo l'insegnamento del Buddha: se si è capaci di metterle in pratica, si può essere sicuri di raggiungere le realizzazioni. Il Buddha ci ha, infatti, dimostrato che il sentiero spirituale è pragmatico e opera direttamente su ogni esperienza quotidiana per trasformare profondamente il praticante.
Dei suoi 91 anni di vita oltre sessanta li ha dedicati agli esperimenti sul paranormale, in tutte le sue varietà possibili: ha letto nei libri chiusi, ha previsto il futuro, ha scritto, disegnato, dipinto a distanza, senza toccare matite, penne e pennelli, ha smaterializzato oggetti senza toccarli; ha fatto tante altre cose sbalorditive, tutte sempre senza scopo di lucro, con la sola finalità di recare del bene al prossimo e di far capire che queste doti, a lui, uomo di fede, venivano dall'alto, per dimostrare l'esistenza di Dio.
Per più di cinquant'anni Amedeo Rotondi, che nei libri si firmava Amadeus Voldben (Volontari del Bene), si è riunito nel retrobottega della sua piccola e intensa libreria di via Merulana a Roma, per celebrare la sua ricerca spirituale con amici ed estimatori appassionati. Rotondi era un maestro, perché da sempre osservava la sua vita praticando i! "conosci te stesso" e da sempre raccoglieva i! pensiero degli iniziati di tutti i tempi, senza pregiudizi di ordine religioso o ideologico. Dopo "Le leggi del pensiero", "Le grandi profezie sul futuro dell'umanità" e "La potenza creatrice del pensiero", ecco "Pensieri per una vita serena", il quarto libro, postumo, di Amedeo Rotondi curato da Vitaliano Bilotta che, prima nel cenacolo di Amedeo e adesso nel cenacolo di Evolvenza, prosegue la sua lunga ricerca spirituale. Il libro raccoglie i pensieri dell'Autore e di altri saggi che rispondono all'eterna domanda: "Come vivere meglio?". E indubbio che la risposta non può che essere spirituale, ossia evolutiva.
Il Krav Maga fornisce metodi non letali (per civili e forze dell'ordine) e metodi letali (per militari) per sopravvivere concretamente ad aggressioni reali. Senza forme né formalismi, di rapido apprendimento, verificato e continuamente aggiornato, il Krav Maga comprende colpi (con le braccia, con le gambe e relative difese) mirati ai punti deboli e vitali; lotta (prese, leve, proiezioni, strangolamenti e relative difese); combattimento contro più aggressori; lotta a terra; difesa da coltello, bastone, pistola; uso del coltello, del bastone telescopico, della tonfa e molto altro.
Anna Maria Partini, dopo aver studiato, principalmente dal punto di vista alchemico, il marchese Massimiliano Palombaro, Francesco Maria Santinelli, padre Athanasius Kirker, il cardinale Decio Azzolino e soprattutto la regina Cristina di Svezia, fulcro intorno a cui si riunivano questi studiosi, ha naturalmente spostato le sue ricerche sulla personalità del papa Alessandro VII (Fabio Chigi) che nel dicembre del 1655 accolse appunto la regina Cristina (venuta in Italia dopo la sua abiura al luteranesimo per abbracciare la religione cattolica). In questo breve saggio la Partini tratteggia la figura di Fabio Chigi, salito sul soglio pontificio nel 1655, un papa che diede grande impulso alla vita culturale e accademica del tempo e che s'impegnò nella ricostruzione e nell'abbellimento della città. Come risulta dai suoi codici e dai rapporti col Kircher, s'interessò delle scienze naturali e soprattutto della "scienza dei numeri", come dimostra il lavoro che il padre gesuita compilò per lui, intitolato "Diatribe Aritmetica". Nel volume anche le traduzioni italiane de "La buona filosofia" e "L'arte della salvezza" attribuite ad Alessandro VII.
Anche questo libro, come il precedente "Le leggi del pensiero", nasce postumo; giunto all'editore sotto forma di appunti è stato ordinato e curato da Vitaliano Bilotta. Il testo completa la visione evolutiva che Amadeus Voldben aveva della vita, e termina con alcuni capitoli dedicati al pensiero mistico, che per l'autore era il fine ultimo a cui l'uomo tende attraverso la disciplina del pensiero. È un libro che insegna a pensare, poiché la trasformazione dell'uomo dipende dai propri pensieri. L'uomo comune è dominato dai suoi pensieri, che invadono la sua mente sotto forma di ricordi, sensazioni, immagini, brandelli di emozioni e di ragionamenti. Si abbandona passivamente alle fluttuazioni del pensiero, che cambia direzione e velocità ad ogni momento, come una vela posseduta dal vento. L'uomo saggio sa che se riesce a far tacere il rumore delle cose, la parte migliore di sé fa sentire la sua voce. Questo libro insegna a chi non sa pensare a dirigere la propria mente.
Nel 1943, alla vigilia del coinvolgimento dell'Ungheria nella guerra, quattro giovani amici - Hanna, Lili, Joseph e Gitta - decidono di trasferirsi da Budapest al piccolo villaggio di Budaliget per vivere una vita più semplice e più attenta all'essenziale. Un giorno, decidono di mettere per iscritto i propri problemi personali, e Gitta si rifugia dietro a delle banalità. Hanna dapprima se ne irrita, poi ha appena il tempo di dire: "Attenzione, non sono più io che parlo!", e pronuncia in piena coscienza parole che non possono venire da lei. Da quel giorno, per diciassette mesi, attraverso Hanna si manifesteranno energie di Luce, che i quattro amici chiameranno "Angeli" o "Maestri". Attraverso le loro parole si rivelerà, poco per volta, il senso di una nuova vita, una vita di integrazione e unione di tutti gli aspetti dell'Essere, una vita in cui il compito dell'uomo è superare la spaccatura tra spirito e materia e unire cielo e terra.
Il nuovo libro di di Simone rappresenta qualcosa di innovativo nel campo dei rapporti tra aldiqua e aldilà. A differenza di quanto accadeva fino ad ora erano le entità disincarnate e gli spiriti evoluti a dare messaggi e insegnamenti agli incarnati - in questo caso, come in una sorta di rivoluzione copernicana, sono le entità a chiedere lumi e conoscenza agli incarnati. Le comunicazioni, rese possibili dall'intervento di Symbole, avvengono attraverso una medium canadese, la quale, circa tre anni or sono, prese contatto con di Simone per domandargli un parere circa la validità di questi e vari altri fenomeni da lei vissuti. Ne è nata una collaborazione e una ricerca che continua tuttora e che è destinata ancora a evolvere.
Dopo il "Libro degli spiriti", pubblicato per la prima volta nel 1857, Allan Kardec giudicò opportuno continuare il discorso iniziato con quel testo - del quale era stato "curatore" e parziale autore - con la pubblicazione di una rivista, che vide la luce agli inizi del 1858 sotto il nome di "Revue Spirite". Kardec la diresse per undici anni, cioè fino alla morte, facendone uno strumento che perfezionava e completava il sistema filosofico della dottrina spiritualista da lui elaborata. Pertanto, la scelta degli articoli e degli argomenti, l'impostazione di fondo e numerosi scritti originali e commenti si devono proprio al pensiero e alla penna dello stesso Kardec. Attingendo alla ricca miniera costituita dalle annate della "Revue", è stato così possibile riunire ora in un volume gli scritti più interessanti e originali, scelti e coordinati per argomento. In particolare, questo libro raccoglie casi, commenti e comunicazioni relativi a quei fenomeni che vengono comunemente definiti come "ossessioni" e "possessioni", cercando di darne adeguate spiegazioni alla luce dello spiritismo e delle teorie propugnate e diffuse da Allan Kardec.
Lo studio della storia delle religioni rappresenta un ambito specialistico ma, poiché la religione rientra nel novero delle forze che hanno plasmato i grandi orizzonti culturali, è notevolmente importante. Il breve saggio di Franz Altheim, pubblicato per la prima volta nel 1957, si occupa appunto di storia delle religioni, e in particolare di storia delle religioni tardoantiche. L'argomento su cui verte il lavoro del professore tedesco è il culto del dio Sole nel bacino del Mediterraneo attraverso i secoli. Il percorso geografico e storico di questa divinità inizia dal mondo arabo e lentamente influenzerà la religione romana, già di per sé costituita da un'unione di elementi allogeni (divinità greche ed etrusche), sovrapponendosi a quello di Mithra, di derivazione indo-iranica. Testimonianze di questa religione solare sono rintracciabili nelle "Etiopiche" di Eliodoro e nei testi del filosofo neoplatonico Porfirio. L'intricato percorso del dio Sole, nell'accurata e dotta esposizione di Altheim, si conclude con gli imperatori Aureliano, che si proclamava vicario terreno del Sole, e Costantino, spesso assimilato all'astro nascente.
"Teoria e fenomenologia dell'individuo assoluto", scritto da Julius Evola fra il 1917, quando venne richiamato in guerra, e il 1924, quando era a Roma e ormai si interessava giù ad altri temi (arte, dottrine orientali, esoterismo), era costituito da "300 facciate formato protocollo riempite per 4/5 in manoscritto". L'opera apparve presso Bocca in due tomi, prima la "Teoria" (1927), poi la "Fenomenologia" (1930). Dopo la seconda guerra mondiale, durante la sua permanenza nell'ospedale militare di Bologna (1948-1951), Julius Evola sintetizzò e aggiornò la Teoria, che venne pubblicata soltanto nel dicembre 1973 e in una edizione critica in questa collana nel 1998, ma non effettuò la medesima operazione per Fenomenologia che apparve nella stesura originaria all'inizio del 1974, pochi mesi prima della sua morte. Quella che qui si presenta è dunque sempre l'edizione del 1930, corretta nei refusi, aggiornata nella bibliografia e con vari apparati critici.
Quante volte reprimiamo le emozioni? Quante volte le soffochiamo invece di esprimerle? Esiste una stretta relazione fra i problemi di salute e le emozioni vissute male. "Il linguaggio emozionale del corpo" mette a nostra disposizione una nuova tecnica che permette di localizzare sul corpo le tracce dei traumi emotivi non espressi - quindi impressi - e di eliminare i disturbi fisici a essi legati, creando così un equilibrio tra il corpo e le sensazioni. Un viaggio attraverso le emozioni, analizzate in base a dei casi reali e vissuti, per comprendere che il corpo parla, conosce, e basta saperlo ascoltare per ritrovare quel benessere di cui tutti abbiamo il diritto di godere.