Rinchiuso per anni nel gulag delle isole Solovki, uno dei più terribili luoghi di repressione della dittatura staliniana, Pavel Florenskij aveva un unico contatto con il mondo esterno, la corrispondenza con moglie e figli. Nonostante le lettere venissero sottoposte a rigorosa censura, l'epistolario di padre Florenskij rappresenta un documento di particolare eccezionalità per il rilievo esistenziale e teoretico: biografia e pensiero, metafisica ed esistenza, ragione e passione si congiungono intimamente nell'esperienza tragica di un testimone tra i più autentici e radicali del nostro tempo.
Nella notte del 7 novembre 1916 Pavel Florenskij diede inizio alla raccolta di queste pagine autobiografiche dedicate ai figli. Ma il rapido precipitare degli eventi nella sua patria conferì presto al progetto un'urgenza e un tono del tutto nuovi. Si era affermato il potere politico dei Soviet che non tardò a mostrare i tratti persecutori del totalitarismo, così che padre Pavel si ritrovò a stendere i suoi appunti segnato dal presentimento della propria tragica fine, purtroppo destinata ad avverarsi. Quest'opera dunque costituisce la vera eredità culturale e spirituale lasciata ai figli da parte di quel genio assoluto della mente e dello spirito che fu Pavel Florenskij, filosofo della scienza, fisico, matematico, ingegnere elettrotecnico, epistemologo, ma anche filosofo della religione e teologo, teorico dell'arte e di filosofia del linguaggio, studioso di estetica e semiologia.
Pavel Florenskij venne ucciso in un gulag delle isole Solovki, uno dei più terribili luoghi di repressione della dittatura staliniana, nel 1937. Nonostante le lettere venissero sottoposte a rigorosa censura e non vi potesse mai comparire la parola "Dio", l'epistolario di padre Florenskij rappresenta un documento di particolare eccezionalità per il rilievo esistenziale e teoretico. Biografia e pensiero, metafisica ed esistenza, ragione e passione si congiungono intimamente nell'esperienza tragica di un testimone tra i più autentici e radicali del nostro tempo, martire della fede ortodossa in terra russa negli anni del terrore staliniano.