Il Vangelo di Giovanni è il più colto dei Vangeli ma anche il meno affidabile dal punto di vista storico. È questa un'opinione antica, diffusa, tenace. Ed è però un'opinione profondamente falsa.
Abbiamo ancora bisogno di credere in Dio? È necessaria la sua presenza per spiegare l'universo? In questo nuovo manifesto dell'ateismo, Richard Dawkins rilancia le tesi dell'"Illusione di Dio". In un'epoca ancora pervasa da suggestioni religiose di ogni tipo, l'autore, con il consueto stile provocatorio, ci consegna una guida per liberarci da antichi e odierni abbagli. E ci convince che nel XXI secolo spetta alla scienza il compito di rispondere agli interrogativi sul senso dell'esistenza, sulle leggi che governano il mondo e le azioni umane, e che la pretesa delle religioni di giustificare la realtà attraverso un Dio creatore non è razionalmente sostenibile. Le Scritture, specie la Bibbia, non rappresentano un valido motivo per credere, perché i miti che le sorreggono non sono documentati e dunque non hanno carattere storico. Le prove sono l'unico presupposto di qualunque tesi, se mancano la tesi perde di validità. Smascherate queste contraddizioni, il focus si sposta sui presunti fondamenti scritturali della morale. Versetti biblici alla mano, dimostra come Dio sia protagonista di storie raccapriccianti e poco edificanti, e non possa essere quindi fonte di norme universali. Questo, in aggiunta al fatto che l'etica si è modificata nei secoli, mostra come l'umanità progredita non dovrebbe ricavare il proprio senso del bene e del male dalla Bibbia. Ma la sfida più stimolante, per Dawkins, è sconfessare e abbattere, sulla scia delle teorie di Darwin, il presupposto ingannevole dell'esistenza di un supremo architetto della natura, che da solo ne spiegherebbe i prodigi. L'evoluzione per selezione naturale chiarisce tutti gli enigmi, dalle soluzioni improbabili adottate dagli organismi viventi per sopravvivere, alle mutazioni genetiche, ai colori degli animali. La conoscenza scientifica è in grado di decifrare la strabiliante simmetria dei fiocchi di neve, lo sviluppo dell'embrione e la trasmissione del DNA. È evidente che sappiamo dove e come cercare le risposte, Dio non ci serve. Siamo troppo grandi per seguire ancora i «consigli cattivi o inutili» delle generazioni precedenti. Pensare con la propria testa diventa la scelta più coraggiosa, urgente e semplice da adottare. Soltanto allora comprenderemo nel modo più sano e profondo i misteri della vita e la meraviglia che ci circonda.
E se tutto ciò che presumi di essere - il corpo, la mente, le emozioni - in realtà non fosse ciò che sei? Se questa tua supposta identità fosse solo un autoritratto formatosi sulla base di una falsa identificazione, di preconcetti appresi e dati per buoni? Con amore e autorevolezza, miste ad allegria, Mooji guida da decenni migliaia di ricercatori spirituali alla scoperta del Sé per mezzo dell'indagine interiore. Il suo esame senza compromessi mostra chiaramente come la persona sia una mera costruzione mentale: la nostra vera natura è la consapevolezza entro cui appaiono e svaniscono i pensieri, le percezioni e le sensazioni fisiche, ossia la nostra esperienza quotidiana. Con Più vasto del cielo, più grande dello spazio Mooji ci aiuta a provare la gioia del puro "essere", a cogliere la saggezza insita in ogni dono della vita, svelandoci la nostra intrinseca immortalità. Tutti gli esseri desiderano felicità, pace e verità, che sono il frutto di un'autentica comprensione spirituale, ma se ci concepiamo come una semplice entità mente-corpo, ignorando la nostra essenza più intima, restiamo intrappolati in un mondo di confusione, paura e conflitto. È possibile uscire da questo stato di sofferenza, e non è un compito arduo: quando ci riconosciamo nella Totalità, nel silenzio, nello spazio in cui tutto il resto accade, si trascendono i condizionamenti ereditati e si sperimenta "l'amore senza tempo e la libertà senza confini, che sono il profumo naturale del nostro essere".
Richard Dawkins è uno dei più famosi scienziati di oggi e uno dei più strenui difensori della teoria darwiniana della selezione naturale. La tesi di questo suo libro, che ha suscitato un enorme clamore nel mondo anglosassone e ha generato un dibattito accesissimo, è molto semplice: Dio non esiste e la fede in un essere superiore è illogica, sbagliata e potenzialmente mortale, come millenni di guerre di religione e la recente minaccia globale del terrorismo fondamentalista islamico dimostrano ampiamente. Agli occhi di Dawkins, ogni religione condivide lo stesso errore fondamentale, vale a dire l'illusoria credenza nell'esistenza di Dio, e, con essa, la pericolosa sicurezza di conoscere una verità indiscutibile perché sacra.
Una vasta raccolta commentata dì documenti grazie ai quali sono ricostruite le origini e le concezioni, la vita sociale e l'espansione politica di un popolo che rivelò agli Spagnoli sbarcati nel 1519, una prosperità, una potenza e una raffinatezza paragonabili a quelle dei maggiori stati europei. La prima parte del volume mette in luce i presupposti della mentalità e delle vicende degli aztechi, e la loro concezione del cosmo. La seconda presenta la vita quotidiana governata dalla politica, da feste e cerimonie religiose, dai sofisticati meccanismi di un doppio calendario solare e rituale, da una severa istruzione e da un'economia cui contribuivano i pesanti tributi dei popoli assoggettati. Su questa società dinamica e fiorente nei commerci, nei lavori agricoli e nell'artigianato (oreficeria, arte piumaria e tessitura) si abbatte l'apocalisse portata da Cortés, che è il tema della terza parte. Nei testi tramandati l'assedio della capitale Tenochtitlan e la fine eroica dei suoi difensori assumono un sapore quasi omerico. Dalle prime testimonianze della conquista del Messico (1519-1529), attraverso quelle della storiografia ufficiale, dei difensori degli indios, dei missionari, delle nuove élites indigene e meticce, delle storie universali, i testi presentati giungono fino a "La Hìstoria antigua de México" (1780- 1781), in cui il gesuita messicano Francisco Clavijero assume come proprio il passato indigeno.
C'è un libro di Osho che più di tutti gli altri ha conquistato i lettori italiani: "Con te e senza di te", le riflessioni del mistico indiano sulle relazioni umane. A quasi dieci anni di distanza, "In amore vince chi ama" è il seguito ideale di questo testo nonché il suo completamento, per cogliere nella totalità il messaggio di Osho sui temi dell'amore. Trasformare il sesso in un'esperienza sacra, guarire la malattia dell'ego e uscire dall'isolamento e dalla solitudine, distinguere tra dipendenza, indipendenza e interdipendenza, superare la gelosia e la routine... Illuminante, spiazzante, a volte quasi disturbante come lo sono le parole che colgono nel segno, questo libro può essere letto come una vera e propria terapia (d'urto) per il mal d'amore.
"Tu credi? È costruito tutto su una semplice ma fondamentale provocazione: ho chiesto ai miei interlocutori di dirmi in tutta onestà se ritengono che Dio esista, e qual è la loro conseguente scelta di vita". Così Antonio Monda presenta questo libro: una serie di conversazioni con i protagonisti della letteratura, del cinema e della cultura americane contemporanee, da Paul Auster a Saul Bellow, da Jane Fonda a David Lynch, Jonathan Franzen, Martin Scorsese e altri. Intellettuali e artisti di estrazione diversissima per sesso, religione, tradizioni culturali, abitudini, con posizioni variegate in tema di fede, da chi intrattiene un colloquio quotidiano con Dio a chi vive nella convinzione della sua raggelante assenza. Raccontati con sincerità, scelte e percorsi di ciascuno di loro permettono al lettore non solo di approfondire la propria personale riflessione spirituale, ma anche e soprattutto di capire meglio la realtà contraddittoria dell'America, il paese del consumismo e del puritanesimo.
La donna pensa con il cuore, delicato, emotivo, sentimentale. L'uomo pensa con l'intelletto, logico, razionale, privo di fantasia. Le vie del cuore e dell'intelletto sono opposte ed è per questo che l'uomo e la donna discutono e faticano a capirsi.
Ma, spiega Osho, la donna è un meraviglioso mistero per l'uomo. Tuttavia amore, fiducia, bellezza, sincerità, verità, autenticità... sono tutte qualità femminili, e sono tutte di gran lunga più grandi di qualsiasi qualità possieda il maschile.
Ma la femminilità si estende ben oltre il genere sessuale e per potersi esprimere appieno deve coltivare le sue caratteristiche uniche. L'intero passato è stato purtroppo dominato dall'uomo e dalle sue qualità troppo orientate alla conquista e al dominio del mondo. Ecco perché il maschile lasciato a se stesso facilmente genera guerre e devastazioni; lo sviluppo delle qualità femminili diviene dunque centrale se non l'unica speranza per il futuro dell'umanità.
Ne Il mistero femminile Osho prende in esame l'essenza della femminilità in tutte le sue espressioni e in ogni momento della vita. E lo fa con lo sguardo del grande maestro spirituale.
Chiudi -
I Greci non ebbero un libro sacro. Espressero la loro visione della vita attraverso il libero gioco dei miti, che circolavano oralmente in un intreccio di versioni spesso contraddittorie: un sistema solo in apparenza caotico, ma in realtà coerente e animato da inesauribile energia fantastica. Di ciò dà conto questa antologia in due volumi (il primo, uscito nel 2009, è dedicato agli dei): Guidorizzi ha infatti costruito un percorso strutturato attraverso i miti usando parole e racconti degli antichi. Il libro offre così una visione complessiva del mito e dei suoi valori culturali e religiosi. Questo volume guida il lettore all'interno dell'affascinante e variegato mondo eroico: dagli uomini primordiali e dagli eroi civilizzatori delle origini si passa ai grandi cicli eroici di Eracle e Teseo, alle vicende delle famiglie "maledette" (come quelle degli Atridi e di Edipo), alla descrizione delle tappe della "carriera dell'eroe" (nascita, iniziazione, matrimonio, morte). Il mondo femminile è presentato nei due poli opposti delle donne ribelli (Circe, Medea, Elena) e delle donne esemplari (Penelope, Alcesti, Andromaca). Ampio spazio è dedicato ai cicli epici della guerra di Troia e dei "ritorni", tra cui spicca quello di Odisseo. Uno sguardo al destino degli eroi dopo la morte conclude il percorso. La scelta dei brani accosta a fonti erudite e mitografiche fonti letterarie di altissimo valore, sia arcaiche sia ellenistiche e tarde, e anche latine...
Mauro Bergonzi mette a frutto in questo saggio la sua doppia qualifica di psicologo e psicoterapeuta da un lato ed esperto conoscitore delle filosofie e religioni orientali (e indiane in particolare) dall'altro, per offrire ai lettori un punto di vista nuovo sulla mente e sui suoi meccanismi, spiegando quali siano i benefici "scientifici" della meditazione e come questa antichissima pratica spirituale agisca in profondità sul benessere psicologico delle persone.
Tenzin Gyatso, il quattordicesimo Dalai Lama, ha settantaquattro anni, "ma la sua coscienza si estende per sette secoli di storia". Collocandosi in una linea di reincarnazione che risale al 1391, la sua esistenza costituisce un ponte tra passato e futuro, e assume una dimensione universale che ha valore per l'intera umanità. Ecco perché questa "autobiografia spirituale" rappresenta un evento che consente a ognuno di noi non solo di conoscere una personalità d'eccezione nella sua ricchezza e complessità, ma anche di diventare più consapevoli della nostra condizione attuale, per migliorarla e preservare così l'avvenire delle generazioni più giovani. Trasformarsi per trasformare il mondo, questo è l'insegnamento che il Dalai Lama intende trasmetterci attraverso la propria esperienza di uomo, di religioso, di capo spirituale. Il Dalai Lama parla di se stesso, rievoca i ricordi d'infanzia, gli aneddoti, le gesta delle sue vite anteriori, ricorda le figure dei predecessori, si sofferma sulle difficoltà della condizione di esiliato, sul suo ruolo pubblico e sull'impatto che ha in ambito internazionale. Senza mai dimenticare i tre principali impegni della sua missione: come essere umano riafferma l'importanza di sviluppare le qualità del cuore per il bene di tutti; come monaco buddhista esorta al dialogo con le altre religioni, con i non credenti e con gli scienziati; come Dalai Lama, in prima linea per la causa tibetana, promuove una politica tesa all'altruismo e alla solidarietà.
Nato in una famiglia di umili origini nella Cina del VI secolo a.C., Confucio raggiunse una posizione elevata come funzionario pubblico prima di essere costretto all’esilio. Visse in un periodo che vide il disgregarsi della vecchia società cinese e del suo codice etico, e proprio per questo colse come pochi altri il valore irrinunciabile della tradizione, di una solida struttura sociale basata sulla famiglia e soprattutto di virtù come la rettitudine e la benevolenza. Questo saggio di un noto studioso ci aiuta a comprenderne il pensiero e la figura storica, inserita nel contesto del suo tempo.