Lettere riservate a capi di governo, telefonate segrete alle più alte cariche di Stati sovrani, pressioni esercitate in mille modi da poteri forti che si muovono al di fuori e al di sopra delle elementari regole democratiche. La storia del ruolo svolto in questo inizio secolo dalla Germania in Europa, e in particolare nell'Unione europea, è ancora tutta da raccontare, soprattutto in relazione alle vicende politiche dell'Italia, il paese che per decenni è stato suo partner amichevole ma anche temibile concorrente economico sui mercati mondiali. Di questa storia, Vittorio Feltri e Gennaro Sangiuliano tracciano qui il quadro generale e non esitano a parlare di "Quarto Reich", una formula che, lungi dall'essere una banalizzazione giornalistica, è la sintesi estrema, e forse inquietante, della situazione venutasi a creare nell'area euro. In un decennio, infatti, grazie alla moneta unica e alla gabbia istituzionale dell'Unione, la Germania è riuscita a costruire sul Vecchio Continente una condizione di predominio economico e di egemonia politica. L'impossibilità di dissentire sulle leggi del rigore dettate dagli euroburocrati e ispirate da Berlino ha privato gli altri paesi membri di ogni reale sovranità economica e ha concentrato tutto il potere decisionale nelle mani delle élite e delle strutture comunitarie. Ma se per i cittadini tedeschi l'"era del Quarto Reich" significa benessere, lavoro e crescita, per le altre nazioni, soprattutto del Sud Europa, vuol dire povertà, disoccupazione e recessione.
Esiste una vita dopo la morte? Potremo mai rivedere i nostri cari, riabbracciare le persone che abbiamo amato? Da più di vent'anni Ginella Tabacco, in seguito a un grave lutto personale, ha scoperto di possedere particolari facoltà medianiche che le consentono di entrare in contatto con l'Aldilà. Di ricevere messaggi da chi sta "dall'altra parte". Dopo il successo di "Con te sempre accanto", Ginella ha preso di nuovo in mano "carta, penna e cuore" per offrire un messaggio di speranza e consolazione a tutte le persone che soffrono il distacco e il dolore del lutto. Con una fiducia tenace e contagiosa, perché dettata dal cuore, Ginella Tabacco ci garantisce che tutta questa tristezza è ben comprensibile, ma i nostri cari ci supplicano di non nutrire eccessivi rimpianti, né rimproveri; ci assicurano che il bello vissuto insieme rimane. Il resto va allontanato: i rimorsi, la desolazione emotiva, il pensiero troppo frequente alla malattia sono "pesi" di cui ci dobbiamo liberare. Con delicatezza e pudore, e tramite esempi concreti tratti dalla sua esperienza, Ginella Tabacco invita tutti coloro che si sentono vinti dalla disperazione a non abbandonarsi a un presente e a un futuro di solitudine. Li convince a ritrovare se stessi, a far pace con la Morte e con Dio, a recuperare la Speranza, a credere che esiste una dimensione nella quale i nostri cari defunti continuano a vivere. Prefazione di Roberto Giacobbo.
Pinuccio non fa i compiti. Mirko gioca col cellulare. Davide rompe le penne. Romoletto scrive "vado ha casa". Siamo di fronte a vecchi Pinocchi o nuovi somari? Cosa succede nella testa di molti adolescenti di oggi? Per rispondere a queste domande non basta analizzare le statistiche dell'abbandono scolastico o interpretare i risultati delle prove di verifica. Bisogna indagare sulle emergenze sociali e culturali del nostro mondo, legate alla rivoluzione digitale, alla crisi della famiglia, alla frantumazione informativa, alla decadenza di principi morali un tempo ritenuti invalicabili. Eraldo Affinati, da sempre impegnato nel recupero dei ragazzi difficili, racconta con tenerezza non priva di ironia lo splendore e la fragilità dei quindicenni con cui divide l'esistenza quotidiana. Riflette sulla sua esperienza di insegnante scegliendo il punto di vista del ripetente, cioè colui che fallisce, ma proprio per questo può aiutarci a capire cosa non ha funzionato e perché. La valutazione, la nota, i genitori, la questione del voto: questi e altri nodi sono affrontati nella consapevolezza che la sfida educativa contemporanea è un impegno decisivo per uscire da una crisi etica che riguarda tutti. Pagine che si chiudono con l'immagine di una scuola diversa: la Penny Wirton, dove si insegna la lingua italiana ai ragazzi immigrati e proprio i "ripetenti" hanno la possibilità di vedersi con occhi nuovi aiutando i coetanei che arrivano da tutto il mondo.
Con la consueta lucidità di analisi ed estrema chiarezza, in queste pagine Giovanni Sartori affronta alcuni temi cruciali del nostro tempo: la crisi della politica, i labili confini tra libertà e dittatura, il "conflitto di culture e di civiltà" fra Islam e cristianesimo, la "guerra terroristica" e la "guerra al terrorismo". Come in molti suoi editoriali sul "Corriere della Sera", il noto politologo scrive inoltre di questioni di vitale importanza per la nostra Repubblica, come il sistema elettorale "perfetto", l'ondata migratoria e il diritto di cittadinanza, e - in ultimo - il delicato quesito su quando la vita biologica diventa propriamente umana. "Gli uomini, una volta scesi dagli alberi e diventati bipedi implumi, si sono organizzati in piccole tribù dedite alla caccia e all'agricoltura" ricorda Sartori. "Il salto è avvenuto con la scoperta della macchina, che ha creato una nuova società, la società industriale. Tutto bene, finché non ci siamo resi conto che anche le macchine potevano essere prodotte dalle macchine, togliendo lavoro a un mondo sovrappopolato, sempre più tele-diretto." "La corsa verso il nulla" offre stimolanti spunti di riflessione e raccoglie le amare considerazioni di un grande saggio della cultura politica sul lento declino a cui l'Italia e l'Europa sembrano destinate per non aver saputo salvaguardare i valori fondanti di una società realmente liberal-democratica.
Conseguito il diploma da sommelier e l'attestato da degustatore ufficiale, Andrea Scanzi decide di partire alla scoperta dei luoghi e delle persone dalla cui passione nascono i più grandi vini italiani, con la convinzione che analizzare il mondo del vino è un modo per capire cosa proviamo per il nostro passato e cosa stiamo preparando per il futuro. E cosi si trova ad attraversare il Belpaese, dalle Langhe all'Alto Adige, dalla Franciacorta a Montalcino, per raccontare dove e per mano di chi nascono i nostri vini migliori. Scanzi ci insegna a riconoscere, insieme a chi li produce, il Barolo, il Pinot Nero, il Sassicaia, l'Aglianico e altri capolavori di una lunga storia fatta di lavoro, pazienza e dedizione. Non senza ironia ci svela i piccoli e grandi segreti che ogni sommelier e ogni buon intenditore hanno messo a punto nel tempo. E soprattutto, ci insegna a riconoscere la vita segreta dei vini e ad apprezzare quella sottile arte che ne fa spesso dei capolavori: l'arte di invecchiare. Divenuto un piccolo classico nel suo genere, apprezzato dagli intenditori e da chi, semplicemente, ama il buon vino perché il vino ha vita.
"... Osservo i miei commensali con maggiore attenzione, e mi accorgo che non mi sono per niente estranei, anzi, li conosco benissimo. Vedo tra i tanti il mio amato Socrate, Platone, Epicuro, san Tommaso, Pascal, Friedrich Nietzsche e addirittura Totò. Eccomi qua, ospite di un vero e proprio simposio insieme ai filosofi che ho sempre amato. A quanto pare, il tema prescelto per la serata è la felicità. Ora, che sia un sogno oppure no, se avete un po' di tempo, vi racconto a modo mio cos'è la felicità per ognuno di questi filosofi." Attingendo al pensiero dei suoi "amici" filosofi, De Crescenzo prova a spiegare non solo cosa sia la felicità, ma qual è il segreto, ammesso che esista, per riuscire a vivere relativamente bene. "Stammi felice" è una lezione in cui l'autore, senza prendersi troppo sul serio, sa indicarci una via magari più vicina di quanto pensiamo.
Energico e poetico interprete della grande tradizione narrativa americana, Bruce Springsteen ha lasciato una traccia profonda nella storia del rock per la straordinaria capacità di raccontare con le sue canzoni storie, personaggi, ambienti. E anche quando ha rivolto l'attenzione su di sé e sulla propria vita ha sempre preferito affidare le sue idee ai dischi, più che intrattenersi con i media. Ma ogni volta che ha concesso un'intervista, il risultato è stato sorprendente, per il coraggio con cui ha rivelato al grande pubblico il tormentato mondo interiore di un artista che non smette di interrogarsi sul proprio ruolo nella società, sul rapporto con i "ragazzi" della E Street Band, sul legame "familiare" con la fedele e nutrita comunità dei suoi fan e sulla profonda contraddizione che si è aperta oggi fra realtà statunitense e "sogno americano". In questa ampia raccolta di interviste rilasciate nell'arco della sua ormai ultraquarantennale carriera, Springsteen ripercorre il suo laborioso processo di formazione personale e artistica, strettamente intrecciato a passaggi cruciali della storia americana della seconda metà del secolo scorso. In contrasto con lo stereotipo del rocker naif, grezzo se non addirittura superficiale e ambizioso, Springsteen si dimostra musicista di spessore, lucido e coerente, con una forte tensione morale e politica, perfettamente consapevole delle proprie responsabilità nei confronti del pubblico e delle trappole insite nell'industria musicale e nella cultura del successo.
Oggi appare ovvio parlare di social network, di sharing, di opportunità legate alla Rete e all'utilizzo del Web, anche se spesso ci dimentichiamo che si tratta di un'innovazione recente, fra le più potenti e rivoluzionarie degli ultimi duecento anni. La generazione di coloro che non sono "nativi digitali" - chi è nato prima dell'avvento delle nuove tecnologie - cerca ancora di "resistere" a quest'onda travolgente. Ma si può far finta che i social network non esistano? Che il Web sia superfluo? Che l'e-commerce possa esser ridotto al livello di infima branca commerciale secondaria? E a che prezzo? Possiamo definirci uomini wireless in una civiltà wireless, che ha a propria disposizione il trampolino per un salto epocale, paragonabile solo all'invenzione della stampa. Per la prima volta nella storia, attraverso i terminali che portiamo con noi - cellulari, tablet, notebook -, in collegamento con la Rete, cioè col mondo, possiamo considerare realistica l'utopia di un'accademia universale in cui ognuno è discente e docente, un luogo di sapere senza confini le cui aule ci accolgono perennemente, per una formazione che duri l'intera esistenza. Un anfiteatro delle vicende umane in cui tutti sono spettatori e, al contempo, attori protagonisti.
John Corey è tornato. L'ex detective della omicidi di New York e adesso agente anti-terrorismo è stato inviato in uno dei paesi più pericolosi del mondo: lo Yemen. Qui, assieme alla moglie, l'agente dell'FBI Kate Mayfield, deve catturare uno dei più alti strateghi di Al-Qaeda, l'uomo noto come "la Pantera". Inafferrabile e spietato, è ricercato per innumerevoli atti di terrorismo, per numerose stragi e il governo degli Stati Uniti è pronto a tutto per fermarlo. Ma John e Kate sono ancora nuovi del gioco, non ne conoscono le regole, i giocatori, il punteggio. Sanno solo che c'è qualcosa che non quadra nella loro missione - e che i cacciatori stanno per diventare le prede. Scandito da straordinari colpi di scena e raccontato dalla voce di John Corey, ambientato nell'inquietante scenario di un paese in cui nulla è ciò che sembra, "La Pantera" ci porta al cuore di un dubbio terribile e profondo: siamo in grado di distinguere fino in fondo i nostri nemici dai nostri alleati?
Liza McCullen non potrà mai fuggire dal suo passato. Ma le spiagge incontaminate di Silver Bay e la sua piccola, affettuosa comunità sembrano poterle offrire la libertà e la sicurezza di cui ha bisogno, se non per se stessa almeno per la figlia Hannah. Fino al giorno in cui nell'albergo gestito dalla zia Kathleen non arriva Mike Dormer, trasferitosi da Londra sulle coste australiane per avviare un hotel di lusso. Per lui si tratta solo di un'altra tappa nella sua folgorante carriera, un'altra occasione per guadagnare un sacco di soldi. Ma per Liza il suo arrivo rappresenta una minaccia: per la tranquillità economica della famiglia e per le balene che a Silver Bay trovano rifugio. E soprattutto per la determinazione a non innamorarsi mai più...
Audrey ha quattordici anni e da tempo non esce più di casa. Porta perennemente grandi occhiali scuri, e non certo per fare la diva, ma perché questo è il suo modo per proteggersi dalle persone che la circondano e sfuggire al rapporto con gli altri. A scuola le è successo qualcosa di brutto che l'ha profondamente segnata, e ora Audrey è in terapia per rimettersi da attacchi d'ansia e panico che non le permettono di condurre una vita serena e avere contatti con il mondo esterno. Prigioniera nella propria casa, riesce a guardare negli occhi solo Felix, il fratellino più piccolo. Suo fratello Frank, invece, ha un anno più di lei ed è ossessionato dai videogames e - con grande preoccupazione della madre iperprotettiva e vagamente nevrotica - non si stacca un attimo dal computer e dal suo amico Linus che condivide la sua stessa mania. Quando Audrey incontra Linus per la prima volta, nasce in lei qualcosa di diverso, e piano piano riesce a trovare il modo di comunicargli le sue emozioni e le sue paure. Sarà questa la scintilla che aiuterà non solo lei, ma la sua intera famiglia scombinata. "Dov'è finita Audrey?" è un romanzo caratterizzato da una grande empatia in cui si ride e ci si commuove. Sophie Kinsella riesce ad alternare momenti di puro humour ad altri più seri e teneri con grandissima sensibilità, raccontando il percorso verso la guarigione di una fantastica e coraggiosa ragazzina e parlando al cuore di tutti.
Il libro traccia il profilo culturale, umano, spirituale di un intellettuale francese che, dopo una formazione laica da storico, ha abbracciato la tradizione ortodossa, dando vita a un'originale e feconda sintesi di pensiero nell'intreccio tra visione cristiana e cultura laica occidentale. È stata una delle voci spirituali cristiane più autorevoli degli ultimi decenni, capace di penetrare i drammi, le attese, le domande delle donne e degli uomini del mondo contemporaneo. I suoi numerosi scritti gli hanno assicurato una notevole popolarità in Italia. In questa collana Dio è simpatia, un grande successo anche editoriale. I contributi di Marko Rupnik, Frank Damour, Michel Evdokimov, Andrea Riccardi, Vladimir Zelinsky insieme a quelli di altri autori illuminano aspetti diversi di una personalità di grande fascino intellettuale e di sicura profondità spirituale. L'introduzione è di Andrea Riccardi.