Questo libro ricostruisce il percorso compiuto dalla Chiesa nella sua relazione con il moderno, assumendo un punto di vista specifico: l'atteggiamento elaborato dal papato. Se il confronto di quest'ultimo con la cultura moderna era iniziato già nel corso della Rivoluzione francese, il punto di partenza prescelto è il pontificato di Pio X che, con la solenne condanna del modernismo nell'enciclica "Pascendi" del 1907, segna una svolta: il moderno, da avversario con cui misurarsi anche per poter essere al passo con i tempi, diventa il nemico che penetra nascostamente all'interno della Chiesa per dissolverla. Vengono qui delineati i tratti fondamentali con cui ciascuno dei pontefici successivi, fino a papa Francesco, si è confrontato con questo insieme di problemi, cercando di definire una linea di presenza della Chiesa nella modernità. Tra continuità dottrinali, differenze pastorali e, talvolta, innovazioni teologiche.
"Cristo è veramente presente in anima, corpo e divinità nel mistero eucaristico che Paolo vi intende sottolineare quale Mistero della fede della Chiesa. Questa enciclica presenta l'Eucaristia quale tesoro prezioso da conoscere, custodire e annunciare". (dall'introduzione di Ettore Malnati)
Il libro ricostruisce il percorso di Giovanni Battista Montini dalla formazione bresciana nei primi decenni del Novecento agli anni romani come assistente della Fuci e nella segreteria di Stato accanto a Pio XI e Pio XII, dalla nomina ad arcivescovo di Milano all'elezione al soglio pontificio, dal compimento del Concilio Vaticano II agli anni tormentati della sua attuazione. Con scavo documentario analitico, una scrittura chiara e l'uso di innovative categorie interpretative - ad esempio la "Chiesa totalitaria" della prima metà del secolo -, l'autore mostra come nella biografia di Montini si rifranga, non senza conflitti e tensioni irrisolte, un cambiamento di paradigma della Chiesa stessa: la fuoriuscita dal sogno di un ritorno a un regime di cristianità e la necessità di porre in dialogo, grazie alle riforme conciliari, il mistero teologico della Chiesa con il Moderno. Al punto che non è improprio affermare che l'avvenire della Chiesa coincide con "il montinismo del futuro". Anche perché, se con Wojtyla e Ratzinger il governo della Chiesa è stato della "destra montiniana", con Bergoglio sulla cattedra di Pietro è giunto il maggior esponente della "sinistra montiniana".
"Chiudo gli occhi su questa terra dolorosa, drammatica e magnifica, chiamando ancora una volta su di essa la divina Bontà. Ancora benedico tutti. Roma specialmente, Milano e Brescia. Alla Terra santa, la Terra di Gesù, dove fui pellegrino di fede e di pace, uno speciale benedicente saluto. E alla Chiesa, alla dilettissima Chiesa cattolica, all'umanità intera, la mia apostolica benedizione." (dal Testamento di Paolo VI)
"L'Evangelii nuntiandi è il documento pastorale più grande che sia mai stato scritto fino a oggi." (Papa Francesco)
"L'attualità dell'enciclica Populorum progressio di Paolo VI è dimostrata dalla sua continua ripresa nel Magistero sociale fino a oggi, ma anche dalla individuazione della categoria di 'sviluppo dei popoli', che ha creato una storia straordinaria - dentro e fuori la Chiesa - di cooperazione allo sviluppo e che rimane uno dei criteri economici, politici e sociali per leggere e governare la situazione del mondo dei poveri di oggi." (dall'Introduzione di Gian Carlo Perego)
"Credo che la forza della Ecclesiam suam consista nell'aver saputo ricondurre all'essenziale fede e vita cristiana sul tema della parola. Certamente, la parola di Dio, la rivelazione, da cui soltanto discende la capacità della Chiesa a parlare e annunciare, a comunicare e testimoniare. Ma poi, in particolare, il parlare umano, il parlare della Chiesa. Proprio questa concentrazione sulla parola, sul messaggio, sul dialogo, esprime al meglio la vocazione della Chiesa e cerca di rendere la Chiesa a un tempo 'più divina' e 'più umana', in piena rispondenza al Cristo, parola di Dio fatta carne, uomo che ha parlato come nessun altro uomo mai." (dall'Introduzione di Enzo Bianchi)
"Questo libro permetterà di comprendere più a fondo il disegno globale della vita e dell'opera di Paolo vi come arcivescovo e come pontefice. Una persona profondamente credente, umile, disponibile e attenta al dialogo, sempre desiderosa di aiutare e timorosa di disturbare altri, una persona che ebbe il dono di una grande perseveranza nelle prove. Sono certo che l'esempio della sua vita, descritto in questo volume, aiuterà molti a mettere in luce nella propria esistenza quel primato della santità di cui ci ha parlato così efficacemente Giovanni Paolo II nella sua ultima Lettera Novo Millennio Ineunte. Così la testimonianza cristiana passa da una generazione all'altra portando frutti di vangelo vissuto." (dalla Presentazione del Card. Carlo Maria Martini)
Sezione monografica: Da vescovi di Roma a papi. L'invezione del Liber Pontificalis.- Francesco Mores, Introduzione; - Andrea Antonio Verardi, La genesi del Liber Pontificalis alla luce delle vicende della città di Roma tra la fine del V e gli inizi del VI secolo. Una proposta; - Marco Stoffella, Società longobarda a Lucca e Chiesa romana tra fine VIII e inizio IX secolo; Gaia Elisabetta Unfer Verre, Ancora sul manoscritto 490. Precisazioni e problemi aperti; - Clemens Gantner, The Lombard Recension of the Roman Liber Pontificalis; - Rosamond McKitternick, Narrative strategies in the Liber Pontifi calis. St Paul, and San Paolo fuori le mura.
DESCRIZIONE: L’interpretazione della figura di Giovanni Paolo ii ha assunto sulla scena mediatica – di cui è stato per oltre due decenni, fino al “magistero della sofferenza” offerto negli ultimi anni, indiscusso protagonista – un carattere fortemente celebrativo, mentre la stessa richiesta di un avvio immediato del processo di canonizzazione rischia di farne circolare un’immagine puramente agiografica. In tal modo si rischia di cancellare l’effettivo apporto che questo pontefice ha dato alla ridefinizione della presenza della chiesa nella società odierna, finendo per oscurare la consapevolezza dei problemi che sono ancora davanti al suo successore. Questo libro intende ricollocare il papato di Wojtyla nella storia del cattolicesimo contemporaneo, allo scopo di enucleare il suo specifico contributo al secolare cammino che la chiesa ha compiuto, dalla radicale contrapposizione ottocentesca con la società moderna fino all’attuale legittimazione di alcuni suoi aspetti, ormai considerati come un portato intrinseco del cristianesimo. Concentrandosi su alcuni rilevanti momenti del suo magistero – la democrazia, i diritti umani, la pace, la richiesta di perdono – il volume, senza pretendere una lettura complessiva che solo agli storici del futuro sarà consentita, avanza una ipotesi precisa: l’acquisizione all’interno del cattolicesimo di valori e princìpi moderni si accompagna ancora a oscillazioni, riserve, precisazioni, limitazioni che affondano la loro radice ultima nella cultura cattolica intransigente mai abbandonata, nonostante l’aggiornamento conciliare, dall’autorità romana. Ci si può dunque chiedere se la reale cifra interpretativa di questo papato sia un’incompiuta transizione verso una pacificata relazione con la modernità.