Sezione monografica: Da vescovi di Roma a papi. L'invezione del Liber Pontificalis.- Francesco Mores, Introduzione; - Andrea Antonio Verardi, La genesi del Liber Pontificalis alla luce delle vicende della città di Roma tra la fine del V e gli inizi del VI secolo. Una proposta; - Marco Stoffella, Società longobarda a Lucca e Chiesa romana tra fine VIII e inizio IX secolo; Gaia Elisabetta Unfer Verre, Ancora sul manoscritto 490. Precisazioni e problemi aperti; - Clemens Gantner, The Lombard Recension of the Roman Liber Pontificalis; - Rosamond McKitternick, Narrative strategies in the Liber Pontifi calis. St Paul, and San Paolo fuori le mura.
Questa ampia e innovativa ricostruzione della filosofia di Platone nasce da due convinzioni di fondo. La prima, di metodo, è che una chiave interpretativa trova la sua legittimità se riesce a integrare in un quadro non dogmatico, ma logico e unitario, i tanti pezzi del puzzle costituito dai testi platonici. La seconda, di contenuto, è che occorre prendere sul serio l'indicazione, più volte data da Platone, che un filosofo scrive nella forma del "gioco serio", in modo da spingere il lettore, attraverso provocazioni e sollecitazioni, a pensare. Così il filosofo ateniese ha applicato alla scrittura la sensibilità maieutica di Socrate: scopo di un maestro è aiutare l'allievo a "fare filosofia", non a impararla. Il risultato è una meravigliosa serie di dialoghi che manifestano in crescendo il "sistema" dell'autore come un filosofare in atto, attraverso materiali di riflessione e problemi tesi ad attivare il lettore e quasi a costringerlo a "cercare le risposte". Quest'opera in due tomi, frutto di una lunga ricerca, scava in profondità i maggiori temi che Platone ha affidato ai dialoghi scritti. In questo senso il suo orizzonte è un "disordine ordinato": cercare la logica di un sistema, senza accontentarsi di ridurre la filosofia di un genio, in presenza di tutti i suoi scritti e di una molteplicità di testimonianze indirette, a un "rebus avvolto in un mistero".
Questa ampia e innovativa ricostruzione della filosofia di Platone nasce da due convinzioni di fondo. La prima, di metodo, è che una chiave interpretativa trova la sua legittimità se riesce a integrare in un quadro non dogmatico, ma logico e unitario, i tanti pezzi del puzzle costituito dai testi platonici. La seconda, di contenuto, è che occorre prendere sul serio l'indicazione, più volte data da Platone, che un filosofo scrive nella forma del "gioco serio", in modo da spingere il lettore, attraverso provocazioni e sollecitazioni, a pensare. Così il filosofo ateniese ha applicato alla scrittura la sensibilità maieutica di Socrate: scopo di un maestro è aiutare l'allievo a "fare filosofia", non a impararla. Il risultato è una meravigliosa serie di dialoghi che manifestano in crescendo il "sistema" dell'autore come un filosofare in atto, attraverso materiali di riflessione e problemi tesi ad attivare il lettore e quasi a costringerlo a "cercare le risposte". Quest'opera in due tomi, frutto di una lunga ricerca, scava in profondità i maggiori temi che Platone ha affidato ai dialoghi scritti. In questo senso il suo orizzonte è un "disordine ordinato": cercare la logica di un sistema, senza accontentarsi di ridurre la filosofia di un genio, in presenza di tutti i suoi scritti e di una molteplicità di testimonianze indirette, a un "rebus avvolto in un mistero".
Se la rassegna di atti e spazi diversi di devozione accentua le frontiere fra religioni, questo libro sposta il punto di osservazione sui luoghi sacri condivisi nel Mediterraneo, crocevia dei grandi monoteismi: cristianesimo, ebraismo e islam. Luoghi nei quali la concentrazione di differenti etnie, credenze, pratiche, non sempre si traduce in scontro ma in occasione di scambio e convivenza. Le dinamiche dei rituali e delle pratiche culturali descritte da specialisti delle varie aree geografiche, nelle quali sono coinvolti soprattutto gruppi di musulmani e cristiani dell'Europa orientale, consentono un'analisi delle relazioni fra diverse comunità e religioni. La prospettiva è quella di un'antropologia comparativa che ha in queste pagine il suo primo tassello importante per un dialogo interreligioso che trova fondamento nelle origini e nelle ragioni della comunanza di questi spazi, nella domanda sul sacro e sull'alterità, e nel concetto, da più versanti indagato, di sincretismo.
Contributi di: A. Bianchi, Introduzione; G.L. Potestà, Louis Massignon a cinquant'anni dalla morte; M. Borrmans, L'opera di Louis Massignon a favore del dialogo islamo-cristiano; M. Diez, Louis Massignon interprete della cultura arabo-islamica; A. De Peretti, Louis Massignon e il Marocco di Mohammed V; F. Jacquin, Louis Massignon e Jean-Mohammed Abd al-Jalil; G. Rizzardi, Louis Massignon in dialogo con Giulio Basetti-Sani e Giorgio La Pira; P. Dall'Oglio, Massignon, l'uomo dell'intercessione abramitica.
Scritti fondamentali
Scelti da e con un'introduzione di Laurence Freeman
Edizione italiana a cura di Susanna Facci
DESCRIZIONE: Appare come un distillato del suo insegnamento questa raccolta tratta dagli Scritti fondamentali di John Main, un modello di meditazione cristiana ispirato alle massime dei Padri del Deserto e dei primi monaci cristiani e frutto della sua esperienza in Estremo Oriente. La scelta antologica di brani dell’autore commentati fa luce sul significato e la potenza della pratica contemplativa e sulla sua presenza nella tradizione cristiana. Un esercizio da recuperare nella sua profondità, perché capace di rinnovare non solo la fede personale ma la vita stessa della Chiesa nel mondo moderno. “Abbracciare il mondo” indica appunto un percorso spirituale non chiuso in sé, ma sempre da compiersi.
COMMENTO: Una raccolta di scritti di un padre contemporaneo di meditazione cristiane. La preghiera come esercizio spirituale: crescita di sè nella conoscenza di Dio. Un testo di profonda spiritualità, per tutti.
JOHN MAIN (1926-1982) fu un monaco benedettino irlandese ispiratore della Comunità Mondiale per la Meditazione Cristiana. Tra le sue opere tradotte in italiano: Dalla parola al silenzio (Roma 1995), La via della non conoscenza (Roma 1996), Imparare a meditare nella tradizione cristiana (Piacenza 2004), Il cuore della creazione (Roma 2006), La via della meditazione (Molfetta 2008).
HERMENEUTICA 2013
Popolo e popoli
P. GRASSI, Introduzione
PROSPETTIVE
R. GATTI, “Popolo” nel repubblicanesimo moderno. Machiavelli, Rousseau, Robespierre
I. DIAMANTI, Quanti sono i popoli e quanti i populismi?
P. VALADIER, Atene, Gerusalemme, Roma e Cordova. Nazioni e coesistenza dei popoli
D. CASTELLANO, Il “popolo” tra realtà e definizioni
A. PIRNI, Tra popolo e Stato. Congetture per una grammatica del presente
R. PENNA, L’idea di popolo nella Sacra Scrittura
M. GIULIANI, Natura e missione dell’‘am Israel nella tradizione rabbinica e nel dibattito ebraico contemporaneo
A. GRILLO, Popolo e popoli nella dialettica ebraismo-cristianesimo
G. SALMERI, Popoli e riti. Annotazioni sulla storia della liturgia cristiana
L. LUGARESI, Paradossi patristici: il popolo cristiano come “non-nazione”. Una nota su Peterson e Ratzinger
FIGURE E CONFRONTI
D. PAGLIACCI, Amor populi. Una rilettura del De civitate Dei di Agostino
D. BOSCO, Figure di “popolo”. Alcuni spunti sulla (prima) età moderna
F. GHIA, Sovranità popolare e diritti umani. Jellinek e Rousseau
G. BONACINA, L’idea di popolo in Hegel
V. CESARONE, 1933-1934: il Volk del “rettore” Martin Heidegger
MATERIALI
V. HÖSLE, L’Unione europea e gli Stati Uniti. Due versioni complementari di “imperi” occidentali?
Studi e Materiali di Storia delle Religioni 1/2013
anno 79/1
Oracoli, visioni, profezie. L'Egitto da Alessandro il Grande all'Alto Medioevo
SOMMARIO
- PAOLA BUZI, Editoriale
SEZIONE MONOGRAFICA / THEME SECTION
Oracoli, visioni, profezie. L’Egitto da Alessandro il Grande all’Alto Medioevo
Oracles, Visions, Prophecies. Egypt from Alexander the Great to the Early Middle Ages
- PAOLA BUZI, Introduzione
- EMANUELE M. CIAMPINI, Oracoli e regalità a Napata
- GIUSEPPINA CAPRIOTTI VITTOZZI, Lampade e visioni. Forme oracolari di origine egizia
- MARCO ZECCHI, Horo-sema-tawy-pa-khered, che predice (sr) ciò che accadrà
- MARILINA BETRÒ, Letteratura profetica e opposizione politica nei primi secoli dell’Egitto romano. Storia di un’assenza?
- SERGIO PERNIGOTTI, Qualche osservazione in tema di domande oracolari
- RICHARD WESTALL, Monks as Philosophers and Oracles in Late Antique Egypt
- ALAIN DELATTRE, L’oracle de Kollouthos à Antinoé. Nouvelles perspectives
- GIANFRANCO AGOSTI, La Visione di Doroteo. Paideia classica ed esperienza visionaria nell’Egitto tardo antico
SAGGI / ESSAYS
- LEONARDO AMBASCIANO, Tempi profondi. Geomitologia, storia della natura e studio della religione
- BARBARA FAES, Marcella Ravà, Ernesto Buonaiuti e un’inedita revisione de Il Sacro di Rudolf Otto
- GIUSEPPINA PAOLA VISCARDI, In limine. Religious Speech, Sea Power, and Institutional Change. Athenian Identity Foundation and Cultural Memory in the Ephebic Naumachia at Piraeus
NOTE / NOTES
- DAVIDE ERMACORA, Una nota su Leland, le sopravvivenze etrusche e la continuità dei teonimi del mondo classico nel folklore moderno
La vicenda del vescovo di Patti Angelo Ficarra (1885-1959), destituito e assegnato alla diocesi-fantasma di Leontopoli Augustamnica, è una pagina significativa della storia dei dimissionamenti forzati di vescovi in epoca moderna. Da uno spaccato particolare quale è la Sicilia di quegli anni, il caso Ficarra rende possibile comprendere non solo un capitolo della storia interna alla Chiesa italiana tra fascismo e rifondazione dello Stato democratico, ma anche della società nazionale intesa come articolazione del sistema politico e della società civile in tutte le sue espressioni, in particolare nel rapporto con il sacro e con il cattolicesimo. Il volume riprende la tesi di Leonardo Sciascia che nel saggio Dalle parti degli infedeli (1979) ha sostenuto come altri l'interpretazione politica della caduta del vescovo di Patti, concentrando l'attenzione sul rapporto con la Democrazia cristiana, ma si propone di mettere in primo piano la ricostruzione documentata del suo profilo religioso e intellettuale. Approfondire il suo modo di interpretare la missione pastorale e le sue scelte non sempre conformi all'ideale di società cristiana allora egemone aiuta a sciogliere il paradosso Ficarra: quello di un uomo di profonda spiritualità e cultura teologica, in linea con gli indirizzi della Chiesa, che entra in rotta di collisione con la Gerarchia vaticana.
Nato in un clima di evangelizzazione, il testo Sulle testimonianze rese dal Corano a Maria Vergine (1845) tardivamente attribuito a Rosmini e pubblicato in raccolta solo nel 1884, qui per la prima volta presentato a sé, mostra un volto inedito del pensatore considerato una delle voci più autorevoli del pensiero cattolico liberale dell'Ottocento. Persino ardita sembra la sua scelta di riportare e commentare passi della Sura dove è attestato il culto di Maria, anche solo perché, accostandovisi da studioso, è precursore di un'attenzione positiva verso l'Islam e il Corano all'epoca solo accennata. Di più, quasi per eterogenesi dei fini, queste pagine, pur avendo un chiaro intento missionario e di conversione che trova espressione anche in stilemi anti-islamici della cultura del tempo, inaspettatamente dimostrano la possibilità di una apertura al dialogo cristiano-islamico, proprio a appartare dalla ricerca storico-filologica di quelle verità della fede cattolica nascoste fra le pieghe di un credo - non un'eresia - diverso e come tale riconosciuto.
Come può definirsi oggi una "filosofia cristiana" e quale può essere la sua originalità rispetto alla tradizione? Come andare oltre l'obiezione di Heidegger che la definisce una contraddizione in termini, un "ferreo ligneo"? Motivo di queste pagine sono questioni antiche, le cui origini si trovano nella patristica e nella scolastica medievale nutrite dei concetti del pensiero greco, e la cui acme si osserva nel consumato dibattito moderno sul rapporto tra ragione e fede. Correlato è il tema della libertà: essa si oppone alla fede in quanto dono della grazia, oppure è condizione della stessa verità della religione cristiana? Svolgendo questo interrogativo il saggio offre i lineamenti per una metafisica che coniuga pensiero contemporaneo e classicità. la prospettiva indicata è quella di un realismo fenomenologico: superare il soggettivismo e il relativismo affermando nell'atto del conoscere, capace appunto di cogliere l'essenza delle cose, l'esistenza di verità oggettive e necessarie.