Il primo fra i maestri del Ratzinger teologo è senza dubbio il pensatore italo-tedesco Romano Guardini, a cui torna spesso in quasi tutti i suoi scritti. Sono qui pubblicati - e introdotti da Silvano Zucal, curatore dell'Opera Omnia di Guardini - i due testi a lui interamente dedicati. Quella di Guardini è sempre stata per Ratzinger una voce ancora attuale che va resa nuovamente udibile: senza alcuna esitazione scommetteva che la diversità che lo caratterizza, per il diverso destino epocale in cui Guardini ha vissuto, avesse in sé quella "forza dell'incontro" che può ricondurci davanti a noi e in noi stessi.
Da una piccola cittadina della Baviera alla cattedra di san Pietro: così si snoda la vita di Joseph Ratzinger, teologo e accademico, arcivescovo di Monaco di Baviera e Frisinga, divenuto poi cardinale e prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, e dal 2015 romano pontefice, dopo i quasi trenta anni del polacco Giovanni Paolo ii. Custode della dottrina, Ratzinger assume la guida della barca di Pietro con il nome programmatico di Benedetto XVI, nel mare agitato di una Chiesa cattolica scossa da forze conservatrici e spinte progressiste, per poi lasciare il timone al papa venuto dal Sud del mondo, con la rinuncia al ministero petrino «ingravescente aetate». Dal 2013 la sua presenza inedita di "papa emerito", con la bianca veste, tra le mura della Città del Vaticano, apre le porte a nuovi interrogativi e prospettive: quale bilancio e quale futuro per la Chiesa del ventunesimo secolo? Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l'età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. [...] per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell'animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato. Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005. (Benedetto XVI)
DESCRIZIONE: La rinuncia al pontificato da parte di Benedetto XVI ha reso effettiva una possibilità astrattamente prevista dal Codice di Diritto Canonico: un evento che nel corso della storia si era verificato soltanto molti secoli prima. Alle origini della Chiesa e nel Medioevo si diedero alcune rinunce più o meno forzate ed esplicite, ma Celestino V, papa per pochi mesi nel 1294, era stato finora l’unico papa legittimo a essersi volontariamente dimesso. Se ancora fra ’300 e ’400 durante lo scisma e la crisi conciliare della Chiesa d’Occidente vi furono rinunce coatte, il consolidamento del potere papale nei secoli successivi rese inverosimile l’ipotesi di un’abdicazione del Sovrano Pontefice. Voci di dimissioni cominciarono a circolare nella seconda metà del ’900, a proposito di Pio XII, Paolo VI e Giovanni Paolo II.
Le rinunce al pontificato segnano una svolta nella storia della Chiesa. Secondo la fasulla profezia attribuita a san Malachia, a Benedetto XVI dovrebbe succedere un ultimo papa, detto semplicemente “Petrus Romanus”. Forse perché dopo di lui i cristiani potranno vedere una Chiesa diversa?
COMMENTO: Una brillante e rigorosa storia sul perché e come i Papi si dimettono. Dall'antichità a Celestino V, a Joseph Ratzinger, tra storia, spiritualità e politica. Un libro attualissimo per tutti.
ROBERTO RUSCONI è professore di Storia del cristianesimo e delle chiese all’Università Roma Tre. Membro della direzione della «Rivista di Storia del Cristianesimo», ha recentemente pubblicato Santo Padre. La santità del papa da san Pietro a Giovanni Paolo II (Roma 2010) e La gloria degli altari. I papi santi nella storia della Chiesa (Milano 2012).
C'è già tutto Ratzinger in questo libro, tanto prezioso quanto poco conosciuto, che risale alla sua stagione giovanile. Al centro vi è il problema della politica, affrontato con il metodo che caratterizza l'autore sin dalla formazione, e cioè con uno sguardo storico e teologico rivolto con attenzione alla tradizione cristiana, ripensata con intelligenza filologica e creatività. L'interesse è qui rivolto esclusivamente al mondo antico e ai Padri della Chiesa, rappresentati da due nomi significativi: Origene e Agostino. Attraverso lo studio della patristica viene così impostata in modo originale l'indagine su un tema che, a partire dalla seconda metà degli anni Sessanta, diventa di attualità con la teologia politica. Per Ratzinger seguendo Agostino, che insiste sulla presenza permanente nella Chiesa dell'unità delle nazioni preannunciata a Pentecoste - l'aspirazione è quella di "rendere presente la nuova forza della fede" in questo mondo provvisorio. Dove il cristianesimo relativizza tutte le realtà, compresa quella politica, perché guarda all'unico assoluto.(Giovanni Maria Vian)
DESCRIZIONE: Dopo la proclamazione dell'infallibilità papale nel Concilio Vaticano I, prima e durante il Vaticano II si è sviluppata più intensamente la riflessione teologica sul ministero episcopale nella Chiesa e sul rapporto tra Vescovo e Papa, tra episcopato e primato.
Nel primo contributo, Episcopato e primato, K. Rahner illumina il problema partendo dall'essenza della Chiesa e dal rapporto in essa vigente tra Chiesa totale e Chiesa locale, che è fondata sulla comunità eucaristica e non è una pura circoscrizione amministrativa. Il secondo contributo, di Joseph Ratzinger (Primato, episcopato e «successio apostolica»), amplia e completa tale visione cercando di intendere la correlazione tra primato ed episcopato in funzione della predicazione della Parola, presente e viva nella successione apostolica. Nella terza parte (Sullo «ius divinum» dell'episcopato), Karl Rahner affronta ancora il problema del rapporto tra il singolo vescovo e l'episcopato universale, fondandosi sulla relazione di quest'ultimo col collegio apostolico; ne trae poi importanti conseguenze per l'attuazione concreta della collegialità. Infine Joseph Ratzinger (La collegialità episcopale dal punto di vista teologico) esamina e commenta con precisione di pensiero e ricca erudizione storica la posizione del Concilio Ecumenico Vaticano II sulla collegialità, quale risulta dalla Lumen gentium e dalla Nota praevia.
COMMENTO: Le riflessioni di Rahner e del teologo Ratzinger su un tema oggi quanto mai attuale.
KARL RAHNER (1904-1984) è stato uno dei teologi più significativi e letterariamente fecondi. Presso la Morcelliana ricordiamo: Chiesa e Sacramenti; Il problema dell'ominizzazione; L'elemento dinamico della Chiesa; Sulla teologia della morte; Sull'ispirazione della Sacra Scrittura, e con J. Ratzinger, Rivelazione e Tradizione.
JOSEPH RATZINGER - ora papa Benedetto XVI - presso la Morcelliana ha pubblicato: Rivelazione e Tradizione (con K. Rahner, 20062); L'unità delle nazioni. Una visione dei Padri della Chiesa (1973); Elementi di teologia fondamentale (20052); Etica, religione e Stato liberale (con J. Habermas, 2005).
s
Negli ultimi anni abbiamo sperimentato e vissuto la vicenda sconcertante in cui Dio è stato messo di nuovo in questione anche nell'ambito della teologia. In questo volume curato da Joseph Ratzinger nel 1971, e per il suo carattere pioneristico divenuto un classico, otto eminenti teologi tedeschi si esprimono discutendo questo problema che riveste una importanza di vita o di morte per la teologia e il cristianesimo.Il tema viene dapprima sviluppato come questione filosofica, nel confronto col positivismo contemporaneo e le sue pregiudiziali antimetafisiche, viene indagato in rapporto agli impulsi centrali da cui deriva l'ateismo dei nostri giorni, e nelle sue motivazioni entro la stessa aporetica teologica; di contro, però, viene presentato criticamente anche il punto d'avvio del discorso cristiano su Dio, sulla base dell'esperienza di Dio dell'Antico e del Nuovo Testamento. Solo allora viene affrontato il concreto problema teologico: quello di comunicare il concetto di Dio della tradizione ecclesiale in modo che le esigenze della Sacra Scrittura, gli interrogativi della filosofia odierna e il patrimonio di cognizioni accumulato dalla tradizione filosofico-teologica trovino una complementarietà e convergenza intrinseche e oggettivamente fondate. I due ultimi contributi trattano del come svolgere la predicazione, l'annuncio su Dio, quale questione della teologia sistematica e di quella pratica.
Nuova edizione di uno dei principali libri di Ratzinger, ove l'autore teologo, già prefetto della Congregazione per la fede, ora papa Benedetto XVI - esprime le sue riflessioni sulla fede, il battesimo, l'eucarestia, la salvezza, il sacerdozio.
"Il 19 gennaio 2004 la Katholische Akademie in Bayern ha organizzato a Monaco un singolare e straordinario dialogo tra il filosofo Jürgen Habermas e il cardinale Joseph Ratzinger, due tra le più significative figure di intellettuali della scena non solo tedesca, ma internazionale.Il dialogo è stato un evento in sé, per l'incontro e la discussione tra due personalità così singolari e così influenti nel mondo intellettuale dei laici e dei credenti, ma assume una rilevanza ancora maggiore se si analizzano attentamente i contenuti dei due interventi. Tra la tentazione secolarista che bolla ogni forma di cultura religiosa come regressione irrazionale e la tentazione integralista che vuole imporre autoritariamente le verità di un'unica fede religiosa, Habermas e Ratzinger aprono la prospettiva di una società postsecolare in cui laici e credenti scoprano il dialogo non solo come strumento di necessario compromesso, ma come metodo per il ritrovamento di se stessi. La filosofia ritrovi il gusto della "traduzione" e la religione il gusto dell'"intelligenza." (dall'Introduzione di M. Nicoletti)