Quando lessi su una rivista che esiste un antico sentiero con più di mille anni, rimasto inalterato nel corso dei secoli, rimasi sorpreso e incuriosito. Il percorso aveva visto incredibili, affascinanti, ma anche drammatiche storie. Mi dissi: voglio andare a vedere, voglio fare il cammino di Santiago. Poco importa se non sono un “camminatore”, ciò che importa è che sono un “viaggiatore” e nel viaggio non è importante dove si arriva. Da quel momento la mia strada diventò il Cammino verso Santiago de Compostela. Fu così che, senza allenamento e con grande entusiasmo, partii per dare inizio a questa storia. Mi balenò l’idea di raccogliere, lungo il percorso, le ricette tipiche dei luoghi attraversati dal Cammino perché anche ciò che l’uomo mangia ha un senso ed è cultura; luoghi, cibi, culture differenti… Decisi che sarebbe stato bello raccontare alcune storie che ho vissuto e che mi hanno particolarmente colpito, nel corso di questa esperienza. Così ho scritto questo libro che comprende un diario di viaggio, otto avventure e ventotto ricette. Perché le ricette che ho trovato sul Cammino non sono solo di cucina...
"La strada. Prima di tutto, la strada… La strada è un percosso iniziatico, un itinerario ascetico. Non a caso, il simbolo più appropriato è il Labirinto. La strada ti prende, ti irretisce, ti cambia. Essa stessa è traguardo, essa stessa è fine… La strada è il caldo afoso della Meseta e la pioggia del Cantabrico, è il vento che ti entra nelle ossa… è il sorso di vino e il boccone di formaggio mandati giù camminando, è la preghiera che ti sale da dentro e che ti si arresta a fior di labbra…
Questo è un libro, a modo suo, molto umile ma anche molto ambizioso… Portate dunque con voi questo libro, nella vostra sacca di pellegrini segnata dalla vieria atlantica. E apprestatevi a un'esperienza che durerà qualche giorno, o magari alcune settimane, e che poi vi accompagnerà per sempre. Ultreja!"
Lungo i sentieri del sacro, dei castelli e delle acque.