Oggi la parola accoglienza entra nel dibattito, nelle polemiche, nella propaganda e negli esiti delle elezioni; è una parola divisiva anche fra coloro che si dicono credenti. Pierluigi Di Piazza, prete controcorrente, parla di accoglienza partendo dalla sua esperienza personale di uomo, di prete, di insegnante, dall'esempio positivo dei suoi genitori e della solidale vita di paese, dalla freddezza riscontrata in seminario, dalla sensibilità di un insegnamento scolastico aperto e rispettoso, dalla conduzione di una parrocchia attiva e coinvolta, sempre, nell'attenzione all'altro, accogliente di ogni pensiero e diversità. Lo fa attingendo soprattutto alla sua esperienza di fondatore del Centro di accoglienza Ernesto Balducci, di custode dell'accoglienza che affronta i piccoli grandi ostacoli quotidiani con coraggio e con la fede, mettendo in discussione personali pregiudizi e paure. Il suo è un invito a riflettere, a sentire, a non girarsi dall'altra parte, ma ad accettare la sfida dell'accoglienza, per seminare una nuova umanità.
Una scienziata atea che ha appena compiuto novant'anni e un prete di frontiera sempre pronto a lottare dalla parte dei più deboli si interrogano sui valori fondamentali che orientano l'azione umana e sui temi del vivere quotidiano: il senso della fede oggi, l'etica, il significato del progresso, il futuro dei giovani, le forme dell'amore, la vita e la morte, l'impegno civile e la politica, le questioni ambientali e sociali, il lavoro e la giustizia. Con sensibilità e rispetto per le reciproche posizioni affrontano argomenti delicati e controversi, come il testamento biologico, il degrado della politica, il potere della Chiesa, gli stili di vita, la sessualità, pro: ponendo risposte che possono essere terreni di incontro e di scambio fecondo. Il pensiero ironico e limpido di Margherita Hack a tratti si scontra e a tratti si amalgama con il punto di vista audace e coerente di Pierluigi Di Piazza, dando vita a un libro agile e profondo, che regala nuovi orizzonti e aiuta a pensare.