La città, la società, raccontata in cento anni di immagini dello studio Ghilardi.
Un piccolo pamphlet sul tema della lucchesità, uno stimolante excursus, spesso ironico e divertito, con il quale l'autore si confronta con 12 personaggi-chiave ognuno dei quali ha, rispetto a questo tema-guida, un proprio punto di vista, alimentato anche dalla propria storia e dal propria posizione nel contesto socio-politico cittadino. Un momento di confronto su tematiche care alla nostra identità cittadina, che intende coinvolgere gli interlocutori entro una dinamica discussione su temi cittadini.
Il 17 settembre 1814 il Granduca Ferdinando III° rientrava a Firenze attraverso la Porta San Gallo, dopo 15 anni di esilio "napoleonico". Il suo ritorno era solennizzato dalle istituzioni e dalla popolazione con una pompa che la città era ormai disabituata a mostrare, dopo anni di austera e vorace amministrazione francese. Ma quella occasione era troppo stimolante perchè Firenze non si impegnasse a rinverdire i fasti inarrivabili dei Medici, e quelli forse più domestici, ma egualmente accattivanti dei Lorena. La Piazza San Marco addobbata con gusto allegorico ospitava così al centro "una macchina" alla cui sommità era stata riprodotta l'effige del Granduca "munito di tutte le insegne del potere seduto su un carro idealmente sospinto dalla Vittoria, dalla Concordia, dalla Giustizia, e dalla Pace". Ma al di fuori dei tributi spettacolari offerti al rientrante, sospirato Granduca, questo evento non costituiva per la Toscana soltanto il ripristino dell'"ancien regime" sconvolto dalle riforme rivoluzionarie diffuse in tutta Europa dal piccolo caporale corso...
Il volume, pubblicato in elegante veste editoriale, racconta attraverso le parole dello stesso Puccini, il lungo e tormentato iter per la scelta del nuovo soggetto che, alla fine del 1910 quando fu portato sulle scene, fece vivere al celebre compositore lucchese "il più grande successo personale mai raccolto in teatro dopo una prima". Per raccontare la genesi dell'opera, Rubboli si serve, infatti, dell'epistolario di Puccini per poi prendere per mano il lettore e portarlo nell'America del Nord di quegli anni in mezzo agli sceriffi, ai banditi, che hanno fatto quella storia e non dimentica neppure le tribù dei pellerossa. Il volume narra poi, sempre con documenti epistolari e cronache giornalistiche d'epoca, il successo del debutto e mette a fuoco i primi interpreti dell'edizione americana e di quelle che immediatamente dopo vennero organizzate in Europa ed in particolare in Italia. "Profondo conoscitore dell'opera pucciniana, attento osservatore e protagonista del mondo del teatro musicale, grande appassionato di musica e amico del Festival Puccini, Daniele Rubboli regala alla bibliografia pucciniana un saggio di grande valore scientifico e culturale.