Questo nuovo saggio sul tema dell'"unicità" di Dio è il tentativo di comprendere il testo di Deuteronomio 6,4 "Ascolta, Israele! Il Signore è il nostro Dio, il Signore è uno solo" nel quadro dei modelli mediante i quali nelle culture del Vicino Oriente antico si argomentava l'unicità di questo o quel Dio. Nel lavoro di Oswald Loretz si illustra come i precedenti di questa confessione di fede, centrale sia nella Bibbia sia nell'ebraismo di ogni tempo e luogo, possano essere rintracciati negli scritti di Ras Shamra - Ugarit dedicati a Baal. Sullo sfondo dell'Oriente antico, la peculiarità del testo biblico mostra di consistere nell'affermare l'unicità di Dio in connessione inscindibile con la storia del popolo d'Israele.
Come Gesù divenne Dio con il suo titolo mira volutamente ad attirare l'attenzione, ma non intende offendere nessuno. Esprime un doppio senso che coglie due momenti salienti: la straordinarietà della venerazione molto precoce e nei termini più esaltati di Gesù di Nazaret nel movimento religioso a lui devoto, quello che ora chiamiamo «cristianesimo», e il fatto che i primi cristiani giunsero a considerare Gesù divino e a venerarlo in quanto tale. In quali termini storici Gesù è stato considerato divino ed è stato trattato come dio nelle prime cerchie cristiane? Lo studio di Larry Hurtado mostra come vi siano chiari indizi che la considerazione in cui fin da tempi remoti fu tenuto Gesù venne considerata equivalente a un «culto», e come ciò abbia suscitato lo sdegno e l'ostilità dei giudei correligionari dei primi cristiani. Una grande innovazione di questo tipo può trovare spiegazione in potenti esperienze religiose, che a coloro che le vissero si presentarono con la forza di nuove rivelazioni, ed è in simili esperienze religiose che si deve vedere un fattore primario dell'esplosione della venerazione di Gesù nel cristianesimo più antico.