Etty illesum, questa giovane donna ebrea alle prese con la violenza nazista, ci dice con la sua vita che in ogni situazione è possibile salvare l'umanità che ci abita e il divino che ci visita, e che in ogni storia personale si può costruire un frammento di vita buona.
La Risurrezione di Gesù è la spiga che cresce dal seme della sua Passione, e si dilata nel frutto della redenzione universale dell'umanità peccatrice. È questa la verità fondamentale della fede cristiana, l'evangelo (la 'buona novella") che la chiesa deve portare al mondo con la testimonianza della parola e della vita.
Un'umanità che se ne va in silenzio con il suo vestito buono e tanti pensieri. Purtroppo sono rimasti pochi testimoni di un tempo che ci scivola lontano dagli occhi e dai ricordi. Un "obiettivo" implacabile li ha comunque fissati come monumenti da non dimenticare nelle opere quotidiane e così infatti può accadere che Pier Paolo Zani ci appaia al di là dell'obiettivo, instancabile nel tempo.
I romani praticano l'uccisione dei neonati deformi, ritenendo normali aborto, infanticidio e contraccezione nei casi stabiliti dal capofamiglia. La cultura ebraico e giudeo-ellenistica non esita a considerare la disabilità e chi ne soffre elementi impuri la cui "impurità" è eliminata soltanto dall'azione misericordiosa di Jahweh o in un quadro escatologico, la rivoluzione cristiana rende importanti malati e infermi agli occhi di Dio attraverso l'azione risanatrice di Gesù Cristo: così lebbrosi, sordi, storpi, ciechi e zoppi, un tempo "ultimi" divengono adesso "primi" nel progetto divino. Con il progressivo diffondersi del cristianesimo sono poi costruite strutture assistenziali simili ai nostri ospedali, che a poco a poco sostituiscono i santuari di Asclepio ai valetudinaria romani.
Sulla scuola italiana sono stati scritti molti libri, negli anni fra il 70 e l'80. Io li ho letti quasi tutti.Alcuni mi sono piaciuti, altri meno, altri per niente. Mi rendo conto, comunque, che in questo momento, nessuno sente il bisogno di un altro libro sulla scuola italiana. In realtà, questo libro non aggiunge nulla a ciò che è stato detto: presenta solo un'altra esperienza umana vissuta nello stesso contesto. Tuttavia, c'è qualcosa che lo differenzia nettamente dagli altri: almeno da quelli che ho letto io.
E cioè il fatto che questo libro è tutto impastato di Dio. Non già perché io lo volessi impastare; ma Dio s'è impastato da sé. Non so se questo è successo quando è morto Robert Kennedy e io ho partecipato per la prima volta a un'assemblea non autorizzata; o se è stato quando sono andata a vedere con i miei alunni una favolosa edizione di una commedia di Shakespeare.
Clara D'Esposito è nata a Roma nel 1934 da una famiglia borghese napoletana. Laureata in lettere classiche all'Università di Roma nel 1956, ha insegnato lettere nei licei statali dal 1961 al 1990. Nel 1971 ha emesso la professione nell'Ordine Francescano Secolare e in esso è stata maestra di formazione a livello locale e regionale, vicepresidente nazionale e ministra di fraternità.
La simbolica del Graal, con al centro la vicenda del puro Parzival/Parceval, dà immagine ai motivi fondamentali dell'ultima riflessione della Weil sulle condizioni dell'assimilazione a Dio attraverso la contemplazione del Logos Alogos. Nella leggenda del Graal, Oriente e Occidente comunicano nella salvezza nel segno della Croce del Cristo. È convinzione profonda della Weil che tale comunicazione debba realizzarsi in pienezza proprio nella nostra epoca, attraverso l'educazione alla forma più intensa di attenzione: quella di Dio che si comunica al creato nel sacrificio.
Il presente saggio intende leggere la storia trimillenaria di Gerusalemme attraverso lo sguardo di poeti e narratori: dai versi dei Salmi, agli Inni e Cantici dei Profeti... fino alla letteratura medievale, moderna e contemporanea. Alla primordiale venerazione e devozione di scrittori ebrei o cristiani, si coglie, man mano, negli scrittori più vicini a noi, una fatica, una complessità psicologica e morale, velata o manifesta, nel parlare di Gerusalemme: da una parte la sacralità antica che non viene mai meno e d'altra parte la laicità, l'agnosticismo, il distacco o la ricerca personale che si fondono con le gravi difficoltà della convivenza sociale. In un largo ventaglio di situazioni drammatiche e tragiche, la letteratura si fa portavoce di drammi, di aspirazioni e sogni.
La libertà di educazione misura la natura democratica e popolare di una società. Di conseguenza indica anche la capacità dello Stato di svolgere il suo compito di garante di una società civile in cui le persone e tutti i corpi intermedi - anzitutto genitori e famiglie - in piena libertà possono esercitare, tra gli altri, il diritto fondamentale primario di educazione e di istruzione.
Giunto al suo X numero il pregevole Annale dell'ISSR di Rimini, "Parola e Tempo", si propone come di consueto nella sua raffinata veste editoriale, con un'accurata scelta di materiali (operata dal direttore N. Valentini, insieme alla redazione). Pensato originariamente come strumento di formazione e confronto culturale, ma anche di elaborazione e ricerca nelle scienze religiose, il prezioso e corposo volume pubblicato dall'Editore Pazzini, raccoglie materiali di particolare rilevanza teoretica e spirituale, quasi interamente frutto di esperienze concrete di formazione e ricerca promosse nel corso dell'ultimo anno accademico.
Non solo il mondo, ma altre epoche hanno conosciuto e attraversato momenti cruciali di crisi, fasi drammatiche di transizione da un mondo ad un altro. Imperi che si reputavano incrollabili si sono sfaldati, contrariamente alle aspettative degli stessi principi e dei loro solerti consiglieri. Sino al nuovo impero dell’odierno ordine della globalizzazione che si sta imponendo, sommergendo le culture locali e annullando le frontiere dei vecchi stati-nazione, megasistema che non vuole e non accetta limiti né confini, privo pertanto di centro e periferica, che si propone ipso facto come hegeliano punto d’arrivo della storia, fonte unica di pace, legittimità e giustizia
Il nostro sistema economico fondato sulla crescita infinita, è insostenibile, perché cozza contro i limiti del pianeta; è ingiusto, perchè produce povertà e diseguaglianze per gran parte dell'umanità; è infelice, perchè pretende di soddisfare le nostre esigenze vitali riducendole a una soltanto, quella di un (presunto) benessere consumistico. Questo libro va alla ricerca di possibili strade alternative, che conducano a un'economia solidale e a una politica di giustizia. Questa ricerca trova il suo fondamento etico nell'evento del Dio ebraico-cristiano, nella consapevolezza che un nuovo ordine mondiale potrà essere soltanto il frutto di un percorso condiviso, sostenuto dal contributo aperto e responsabile di fedi e culture diverse, abitate dalla speranza di un mondo conviviale