Per tutti era "la piccola matita di Dio". Per i cristiani un gigante della fede. Fu santa per acclamazione di popolo il giorno stesso della morte, quando per le strade di Calcutta schiere di indù, musulmani, buddisti e fedeli di ogni religione si inginocchiarono davanti ad altarini improvvisati, decorati con le sue foto, piangendo e pregando per lei. Oggi Madre Teresa è ufficialmente santa anche per la Chiesa cattolica, grazie al riconoscimento del secondo miracolo da parte di papa Francesco. La missionaria - che alla fine del Novecento divenne un'icona internazionale per le sue opere umanitarie in India ricevendo il Nobel per la pace - rilasciò per tutta la vita interviste e colloqui, discorsi e meditazioni pubbliche. Gli archivi dei suoi scritti sono stati inaccessibili per molto tempo, ma di recente è stata data l'autorizzazione alla pubblicazione - nel 2014 - di queste riflessioni spirituali che John Scally, docente del Trinity College e amico di Madre Teresa, raccolse in una serie di incontri personali avvenuti a Dublino nel 1993. Sono schegge di pensiero, folgoranti illuminazioni, sul grande mistero dell'Incarnazione di Dio e sul rapporto fra miseria e misericordia. Madre Teresa spiega come mettere in moto quella "speranza attiva" che non si lascia abbattere nelle situazioni più disperate, regalando uno spirito che non si indurisce, una mente che non si stanca, una mano che non smette di accarezzare. In questi inediti assoluti per l'Italia si resterà contagiati dalla forza di una donna, che non si arrese mai di fronte alla desolazione, alla sporcizia, alle carestie delle baraccopoli e che non si stancava di ripetere a tutti: «Allargate il vostro cuore, scoprirete che è infinito».
Attraverso pagine delicate, Renato Farina - che conobbe personalmente Madre Teresa - accompagna il lettore alla scoperta di una delle più affascinanti avventure umane e spirituali del secolo scorso. La storia di una piccola-grande donna, che divenne un'icona internazionale per le sue opere benefiche sulle strade dell'India e premio Nobel per la pace. Nel racconto di una vita - che ha il carattere della più accurata e completa ricerca storico-biografica - si resta avvinti in un caleidoscopio variopinto di fatti, aneddoti e miracoli, che non tralascia i colori più scuri. Madre Teresa, infatti, confessava apertamente il dubbio e l'aridità spirituale che tormentavano la sua esistenza: mai un momento di consolazione nella preghiera, mai una lacrima a sciogliere la durezza di quel "silenzio di Dio". Tutto nella biografia lascia pensare che una profonda oscurità accompagnò la suora missionaria fino alla morte, con una breve parentesi nel 1958, durante la quale poté scrivere: "Oggi la mia anima è ricolma di amore e di gioia indicibili". Se a partire da un certo momento non ne parlò quasi più continuando a sorridere a tutti - era perché aveva accettato di vivere sprofondata nella notte. Anzi, ne riconobbe la grazia: "Ho cominciato ad amare la mia oscurità, perché credo sia una parte, una piccolissima parte, della sofferenza in cui Gesù visse sulla terra".