Realizzato in collaborazione con la Fondazione "La Pira", il libro presenta 230 immagini della vita del professore raggruppate per capitoli, ciascuno dei quali ha un testo di Giovanna Carocci. Completa l'opera una scheda cronologica. "Questo libro - scrive Mario Primicerio - consente di far conoscere, specie a coloro che non hanno vissuto quel periodo, l'intensa, originale, preziosa attività sociale, politica e religiosa di un grande uomo, di un grande sindaco. Sfogliare questa pubblicazione è come rivivere una parte fondamentale della storia recente del nostro paese e della nostra città".
La pubblicazione, parte del progetto "Die kirchen von Siena" e realizzata con il contributo del Kunsthistorisches Institut in Florenz, riporta 28 inventari, redatti tra il 1389 e il 1547, contenenti i beni mobili custoditi nel Duomo di Siena. Gli indici dei toponimi, degli antroponimi e degli oggetti conservati facilitano la consultazione.
Vi è stato un tempo in cui l'arma bianca non era solo strumento di guerra, ma anche un presidio per la difesa della propria persona e del proprio onore. Non fa meraviglia quindi che esperti artefici si siano dedicati a migliorarne forma e prestazioni, apportando le modifiche necessarie per adeguarle a esigenze sempre nuove, non escluse quelle della moda. L'evoluzione delle armi da difesa e da duello, a partire soprattutto dal XVI secolo sino al primo novecento, costituisce un importante capitolo della storia della tecnologia, delle arti applicate e del gusto, oltre che dell'arte dello schermire. Il rinnovarsi delle forme e degli ornamenti, funzione dei mutamenti intervenuti nella tecnica della scherma, ma anche nella società e nel costume, è ampiamente documentato dall'autore e da lui stesso illustrato, evidenziando i particolari più significativi, con disegni di sua mano tratti da esemplari storici di armi bianche.
Giorgio Mazzanti, Presentazione Anna Agostini, Premessa dell'autore Giovanni Cipriani, "Pistoia dalla "crisi" del Seicento al trionfo dell'Illuminismo" Carlo Agostini Fabroni "Biografia" - "I rapporti con Pistoia e gli interventi in patria" - "Dalle raccolte librarie di casa Fabroni alla biblioteca del cardinale" - "La libreria del cardinale a Roma" "La storia della Fabroniana nei secoli" - "La costruzione e la donazione" - "Dalla donazione all'apertura della biblioteca (1726-1730)" - "I primi anni di vita della biblioteca" "Dalla gestione della Comunità civica alla prima metà dell'Ottocento" - "La storia della biblioteca nel secondo Ottocento" - "La biblioteca nel Novecento" "Il patrimonio librario" "Le collezioni della Fabroniana" - "Il fondo Manoscritti" - "Gli incunaboli" - "Il libro antico tra arte e memoria" "Le legature presenti nella Fabroniana" - "Libri rari" - "Gli ex libris e i timbri" - "I restauri librari" - "Il fondo Tommaso Gelli" - "Il fondo Vannozzi" - "Il fondo Nerucci" "Le opere d'arte in biblioteca" "La porta dipinta" - "I gruppi marmorei del Cornacchini" - "Il crocifisso" - "Il ritratto del cardinale" "Appendice documentaria" "Albero genealogico" "Elenco bibliotecari" - "Atto di donazione".
Dio scelse la musica per misurare il tempo, perché tempo essa stessa, e Johann Sebastian Bach ne divenne il suo più perfetto misuratore. Il dialogo fra loro avviene attraverso la musica, e con linguaggi cifrati e segreti che trovano nel numero 14 e nel nome B.A.C.H. il metodo per comunicare fra uomo e Dio. Il Kantor maximus dal rigore proverbiale, può apparire sorprendente: è infatti autore di opere di segno opposto, dalla multipolarità creativa estrema. Alcuni suoi lavori codificano procedure spietatamente rigorose, che rivelano il suo genio speculativo e geometrico e la sua visione architettonica (l'Offerta musicale, le Variazioni Goldberg, il Canone Enigmatico, L'Arte della fuga). Altri si caratterizzano per la massima libertà inventiva (Fantasia cromatica, i Preludi del Clavicembalo ben temperato, i Concerti). C'è poi il Bach liturgico (Cantate, Oratori, Passioni, Messe), a cui si contrappone il Bach profano (Cantate profane); c'è il Bach luterano dei Corali, e quello che dedica la Messa in Si minore al re cattolico Federico Augusto di Polonia. C'è il Bach strumentale e quello orchestrale, il Bach canonico e quello giocoso dei quodlibet
Il processo attraverso il quale la teoria sfocia nelle scelte concrete di politica economica è molto complicato, varia da paese a paese. Vede come protagonisti tutti quei "corpi intermedi", istituzionali, sociali, politici, religiosi, che producono scale di valore fra gli obiettivi generali della politica economica. Ma al vertice di questo processo stanno le teorie economiche. È questa la ragione per cui in queste pagine si dà grande rilievo al ruolo svolto dalle associazioni professionali degli economisti sulle loro riviste, ai dizionari specializzati, ai loro contributi sulla stampa quotidiana, al loro ruolo nelle assemblee elettive, o alla presenza degli economisti nei partiti, fra le organizzazioni imprenditoriali ai vertici della banca centrale, e simili. Sono questi altrettanti modi attraverso i quali si forma quella "cultura economica" inavvertitamente diffusa che condiziona le scelte di politica economica. Tutte queste ricerche vanno considerate di notevole importanza per lo storico del pensiero economico e per l'economista: hanno qualcosa da dire anche oggi.
Sindaco di un piccolo borgo toscano e presidente dell'unione delle comunità montane, Oreste Giurlani ripercorre in questo libro la sua attività politica e istituzionale. Raccontando la propria vita, legata a doppio filo con la montagna, l'autore fornisce esempi concreti di buona amministrazione, mostrando come progetti e soluzioni adottate per paesi e comunità d'alta quota possano essere un esempio virtuoso e utile anche per problemi di più vasta scala. L'impegno decennale di Giurlani nei diversi settori dell'energia, della comunicazione, del turismo e della valorizzazione del territorio, fino alla sanità e alla lotta all'evasione fiscale, è testimoniato nell'ultima parte del volume da personalità di spicco che lo hanno conosciuto, tra cui Claudio Martini e Riccardo Nencini.
Il volume illustra il contributo degli architetti italiani nei paesi dell'Africa settentrionale ed è nato dall'esigenza di delineare, per la prima volta, il bilancio della presenza degli architetti italiani in Marocco, nell'arco di tempo di circa un secolo compreso tra l'instaurazione del protettorato francese e gli anni recenti. In questo ultimo periodo si è registrato un significativo incremento dell'apporto dei nostri connazionali alla progettazione e alla costruzione di grandi strutture per lo sport, di complessi residenziali, di grandi alberghi e di altre attrezzature per il turismo, e alla elaborazione di piani per la valorizzazione del patrimonio architettonico storico. Oltre alla attività degli architetti, viene anche messo in luce il contributo fondamentale dei nostri imprenditori edili, la cui collaborazione, nei vent'anni compresi fra le due guerre mondiali, fu apprezzata e sollecitata in tutto il Marocco. Il panorama necessariamente sintetico proposto dal volume integra e incrocia i risultati delle indagini svolte negli archivi italiani con l'esplorazione in alcuni settori urbani e la consultazione delle fonti bibliografiche e archivistiche marocchine.
Domenico Mioni (1448-1508), detto Domenico da Tolmezzo, fu il più importante scultore del "Rinascimento friulano". Il volume ne ripercorre la carriera e ne esamina le opere in relazione al gusto del tempo e alla produzione dei suoi contemporanei. Il testo si concentra sulla statua lignea di San Giacomo Maggiore, realizzata intorno al 1495 e recentemente restaurata. "L'opera", spiega Massimo Vezzosi, "testimonia il continuo tentativo da parte dell'artista di comprendere, da una parte, il proprio particolare universo culturale, e dall'altra aggiornarlo alle nuove istanze rinascimentali, riuscendo nel non facile compito di traghettare la scultura friulana dal mondo gotico a quello moderno".
Il volume percorre le tappe fondamentali dell'itinerario spirituale del giovane Giorgio La Pira (conversione, vocazione, consacrazione, missione) e affronta i temi della sua più matura riflessione (spiritualità cristocentrica, Cristianesimo mariale, antropologia soprannaturale, vita di grazia e santità, vita interiore, vita sacramentale, Chiesa, preghiera, apostolato) ponendo le basi della conferma e dell'approfondimento della sua vocazione. È analizzata la corrispondenza con don Raffaele Bensi, così come le lettere agli amici del gruppo "Ut unum sint", il diario, il carteggio con padre Agostino Gemelli, quello con Ezio Franceschini e alcune lettere a Fioretta Mazzei. L'accompagnamento vocazionale è visto come relazione di amicizia, come testimonia il carteggio tenuto con Paola Ramusani, qui pubblicato per la prima volta. Si tratta di 224 lettere, 221 delle quali scritte da La Pira fra il 1940 e il 1975, tre soltanto dalla Ramusani, una indirizzata a La Pira e due a Fioretta Mazzei dopo la morte del professore. È dal carteggio che apprendiamo alcune notizie sulla corrispondente: è una giovane insegnante conosciuta a Canazei nel giugno del '40, abita a Reggio Emilia.