Arrestata dalla Gestapo a 19 anni, nel 1944, e deportata a Birkenau con il padre, il fratellino di dodici anni e il nipote, sarà la sola a tornare, dopo essere stata trasferita a Bergen-Belsen, Raguhn e Theresienstadt. Per oltre sessant'anni non ha parlato con nessuno della sua esperienza. Negli ultimi anni ha deciso di parlare, ed è tornata per la prima volta laggiù con una classe di liceali francesi. Questo libro racconta la sua deportazione, ma anche - in maniera altrettanto toccante e originale, con una voce popolare, di una persona semplice - gli anni delle persecuzioni razziali e poi gli anni successivi al ritorno, i difficili anni in cui trovare un senso alla vita, viverla; e infine gli anni, così tardi, della testimonianza. I colpi, la fame, il divieto del pudore fra donne e verso i soldati. Le latrine di cemento e terra battuta. La crudeltà. A volte la fraternità, o il cinismo. La misera veste che le offrì Simone Veil e che le salvò la vita.
Questa inchiesta si propone di dissolvere le ombre che avvolgono il più importante mistero della storia repubblicana, l'assassinio di Aldo Moro. Per cogliere quell'"evidenza invisibile" segnalata da Leonardo Sciascia già nell'agosto del 1978, Paolo Cucchiarelli ci offre una ricostruzione inedita del caso Moro, fondata sull'analisi dei tanti indizi materiali che raccontano un'altra storia rispetto a quella narrata dai protagonisti della vicenda: le BR, innanzitutto, ma anche i rappresentanti dello Stato, a tutti i livelli e di ogni fazione politica. Pochi e apparentemente insignificanti granelli di sabbia depositati sui vestiti che lo statista indossava il giorno della sua morte conducono il lettore verso la definizione di una trama complessa, ma in grado di demolire il castello di bugie e contraddizioni che negli anni ha reso impossibile l'accertamento della verità, fuori e dentro le aule dei tribunali. Ciò che fino a oggi sembrava incomprensibile o caotico - le allusioni delle lettere di Moro dalla "prigione del popolo", il comportamento paradossale dei suoi carcerieri, le oscillazioni dei politici...
Aldo Giannuli, tra i maggiori esperti italiani di intelligence e geostrategia, si cimenta in un'inchiesta sull'ISIS: un "mostro" che tutti dicono di voler combattere, alcuni cercano di pilotare a proprio vantaggio (finanziandolo o contrastandolo timidamente) e, soprattutto, pochi dimostrano di aver compreso a fondo. Dopo quindici anni di guerre e centinaia di migliaia di morti, la "coalizione dei volenterosi", guidata dagli USA a partire dal 2001, ha ottenuto il paradossale risultato di rafforzare o addirittura trapiantare lo jihadismo in tutti i teatri in cui, a vario titolo, è intervenuta. Ne è derivata una centrale del terrorismo internazionale che sembra essere stata partorita dalla mente di un romanziere eccentrico. Un soggetto "liquido" in grado di passare dalla clandestinità al governo di uno Stato nel volgere di pochi anni; di rompere gli steccati fra le nazioni per fare proseliti ovunque, persino nei Paesi occidentali; di promuovere una sofisticata guerra psicologica fatta di atrocità reali e suggestioni simboliche; e di inserirsi a pieno titolo nel "gioco dei troni" che contrappone potenze maggiori e minori nello scacchiere mediorientale. Capire l'effettiva natura di Daesh, i suoi obiettivi strategici di fondo come i suoi ripiegamenti tattici, significa fare fronte al rischio, sempre più tangibile, di una sua catastrofica vittoria. Questo volume vuole suggerire il necessario cambio di rotta in una lotta che interessa tutti, se oggi è troppo presto, domani sarà troppo tardi.