In questo breve libro, un filosofo francese pone una domanda semplice: a un ateo, o comunque a un non credente - quale Jullien è - che cosa ha da insegnare il cristianesimo? E in genere, qual è il suo insegnamento universale, che prescinde dall'essere credenti? Il libro si divide in brevi capitoli dai titoli perspicui: «È possibile un evento improvviso» che cambia la vita di ciascuno di noi e il corso della storia - questo infatti è il significato della rivelazione; «Che cosa significa essere vivi» e cioè davvero vivi, vivificati dall'esperienza e dalla conoscenza, e non semplicemente "viventi": per far questo, secondo il cristianesimo, non bisogna «coincidere con sé stessi», ma essere sempre in qualche misura distaccati da sé, aspirare sempre a qualcosa di più; «la verità al servizio della vita», come necessaria per un soggetto che si voglia pienamente vivo: non lo si può essere se non ci si pone il problema della verità; la capacità di esistere fuori dall'immediata realtà e di aprirsi al futuro e alla considerazione dell'altro.