"Minima moralia" è un libro fondamentale per la ricostruzione del dibattito filosofico e culturale del Novecento. I suoi aforismi hanno alimentato appassionate discussioni nel mondo accademico, politico e sociale. Adorno li scrisse prevalentemente durante gli anni del suo esilio americano condensando in costellazioni concettuali i principali nuclei tematici del suo pensiero: la messa in discussione della razionalità moderna e occidentale, la critica del fascismo e della personalità autoritaria, lo smascheramento della cultura di massa e delle sue fascinazioni, la possibilità di pensare filosoficamente e teologicamente l'utopia. "Minima moralia" parla con sorprendente freschezza alla teologia contemporanea e può essere giustamente considerato un grande libro della tradizione cristiana. I "classici" infatti prospettano all'interno di una tradizione culturale o religiosa nuovi stili di riflessione e inediti orizzonti di ricerca, hanno inoltre il potere di avvicinare e convocare persone diverse per formazione, sensibilità e cultura. Nei singoli aforismi è all'opera un pensiero "in uscita" che non teme di riconoscere i propri limiti e non ha paura della propria incompletezza, un pensiero che rimanda costantemente ad "altro da sé" scegliendo la via dell'abbassamento, mostrando la rilevanza degli scarti e dei frammenti.
l fenomeno del linguaggio pervade tutta la realtà. Ogni evento può essere raccontato. Ci orientiamo nel mondo dando nomi alle cose. Il linguaggio non è solo uno strumento di comunicazione, ma segna profondamente la nostra esistenza. Questo libro risponde al desiderio di guardare il fenomeno del linguaggio da molteplici punti di vista, non solo nella sua struttura logica, ma anche come luogo dell'interpretazione, della comunicazione e della conoscenza. Pertanto, gli autori presi in considerazione appartengono sia alla tradizione nota come analitica sia a quella che viene definita continentale. Questo sguardo inclusivo riguarda anche la dimensione storica: la risposta ai quesiti che emergono viene cercata infatti sia negli autori classici del mondo antico sia nei contributi dei pensatori contemporanei.
L'esperienza della responsabilità che nasce nell'incontro con l'altro è assunta nel presente volume come punto di partenza della riflessione sulle condizioni di possibilità di una vita autenticamente umana. La descrizione dei fenomeni costitutivi di questa esperienza e l'esplicitazione dei loro significati etici e antropologici conducono, attraverso il dibattito con i pensatori del passato e del giorno presente, alla fondazione meta-antropologica dei principi, dei valori e delle norme morali. Nella prospettiva aperta dalla concezione della persona come essere relazionale e "dono autonomo", vengono individuati quei modi di vivere "con" e "per" gli altri che alla luce della "sapienza dell'amore" appaiono alla ragione pratica come moralmente necessari e universalmente validi.