La Bibbia ci insegna che a un certo tipo di architettura corrisponde un determinato linguaggio: rileggendo l'episodio della torre di Babele si comprende che Dio "costringe" gli uomini a dialogare. L'uomo cosa vuole esprimere quando si lancia nell'impresa della costruzione? Con la padronanza della tecnica vuole forse innalzarsi al livello del divino, mostrando di essere un creatore, o edificare qualcosa di importante che possa essere immagine del mondo?
L'adeguamento liturgico delle chiese è oggi un tema di grande attualità, che spesso suscita aspri dibattiti e denuncia evidenti incertezze e difficoltà. Attraverso una riflessione storica, teologica e liturgica, il X Convegno liturgico internazionale di Bose, di cui questo volume raccoglie i contributi, ha fornito elementi conoscitivi utili affinché si possa cogliere con sempre maggiore lucidità la complessità di tali interventi e la necessità di ricercare soluzioni segnate da un'elevata qualità artistica.
L’opera d’arte
deve essere coerente con la liturgia
per partecipare alla concelebrazione
della terra e del cielo,
degli uomini e delle creature tutte.
“Se tutte le creature sono convocate nella liturgia cristiana, se l’assemblea si fa ‘voce di ogni creatura’, anche le arti che sono espressione della creatività dell’uomo devono essere presenti con le loro forze, la loro performance, la loro bellezza. Ma la bellezza è veramente tale se è a servizio della liturgia per rivelare anch’essa, con ciò che essa è, il mistero di Dio. La liturgia ha bisogno dell’arte perché ha bisogno che in essa sia coinvolto tutto l’uomo, anche l’uomo che crea, che trasfigura, che esprime” (Enzo Bianchi).
Dal concilio Vaticano II la chiesa ha riaperto il dialogo con l’arte e pone oggi agli artisti l’esigenza di lavorare in conformità alla liturgia, ma al contempo essa stessa deve lasciarsi porre delle esigenze da loro. Completata la pluriennale riflessione circa i principali elementi dello spazio liturgico, l’VIII Convegno liturgico internazionale di Bose, di cui questo volume raccoglie i contributi, ha affrontato il rapporto tra liturgia e arte alla luce della sfida della contemporaneità, riflettendo in che modo sia necessario superare la separazione “tra tempio e museo”.
64 tavole a colori
L'assemblea celebrante genera lo spazio liturgico, plasma l'architettura della chiesa, perchè essa stessa è generata dalla parola di Dio. Dio, attraverso la sua Parola, costituisce un popolo in asssemblea santa. Ma c'è anche un rapporto diretto tra lo sapzio architettonico, la disposizione delle pietre, la collocazione degli elementi, la realizzazione degli spazi e l'edificazione della comunità cristiana che esprime una determinata idea di chiesa.
Enzo Bianchi
La scelta dell'assemblea santa come tema del VI Convegno liturgico internazionale di Bose rappresenta il punto diarrivo della riflessione condotta nei convegni precedenti, Il presente volume raccoglie i contributi di teologi, liturgisti, storici e architetti che hanno articolato la tematica del'assemblea a partire da una lettura delle diverse forme che essa ha assunto nei secoli, prendendo poi in esame la categoria di presenza riferita ai modi in cui Dio si è fatto presente nella storia di salvezza riflettendo infine sulla presidenza che l'assemblea santa richiede.
Contiene 64 tavole a colori
La riflessione sul battistero indica che noi non siamo chiamati a creare oggi dal nulla la grammatica e la sintassi proprie dello spazio liturgico cristiano. Siamo invece chiamati a ereditarle con gratitudine, a comprenderle con intelligenza e a custodirle con fedeltà creativa, al fine di adattarle con sapienza e discernimento alle esigenze del nostro tempo (Enzo Bianchi).
Il presente volume mette a disposizione di un più ampio pubblico la riflessione condotta nell’ambito del V Convegno liturgico internazionale di Bose. Dopo aver affrontato l’altare, l’ambone e l’orientamento dello spazio liturgico, la ricerca sul rapporto liturgia e architettura prosegue mettendo a tema il battistero, inteso non solo come luogo dell’immersione battesimale ma come primo e originario spazio sacramentalmente ed ecclesialmente istituito, che per la sua singolare collocazione è rivolto al contempo all’interno e all’esterno della chiesa.
“L’attuale celebrazione versus populum della liturgia romana non è migliore o più corretta rispetto alla comune direzione del presbitero e dei fedeli nella celebrazione eucaristica, ma solo più adatta e coerente all’oggi della fede vissuto dai credenti. Occorre invece riconoscere con lucidità e coraggio che ciascuna delle due posizioni che l’attuale dibattito sull’orientamento ingenuamente oppone è da se stessa insufficiente per rendere conto della totalità del mistero celebrato. Nessuna forma rituale potrà esaurire in sé tutta la ricchezza del mistero di Dio” (Enzo Bianchi).
Questo volume contiene le riflessioni dei principali protagonisti dell’attuale dibattito sull’orientamento della preghiera liturgica tenute in occasione del IV Convegno liturgico internazionale di Bose. Il confronto e il dialogo tra le diverse posizioni permettono di rileggere dal punto di vista storico, teologico e liturgico la problematica dell’orientamento, indicandone la portata ecclesiologica e le implicazioni con la teologia eucaristica e la teologia del ministero ordinato. Si raggiunge così la questione cruciale dell’ermeneutica, della recezione e dell’applicazione della riforma liturgica conciliare.
L’altare è anzitutto “mistero di presenza”:
presenza di Dio in mezzo al suo popolo
presenza del popolo radunato di fronte al suo Dio
“Interrogarsi sul senso e il valore dell’altare significa anzitutto intelligere, leggere in profondità ciò che uno dei simboli maggiori della nostra fede esprime. Per questo l’altare è anzitutto “mistero di presenza”: della simultanea presenza di Dio in mezzo al suo popolo e della presenza del popolo radunato di fronte al suo Dio. Ma anche “opera dell’arte”; non opera d’arte, ovvero opera asservita all’espressione artistica, ma dell’arte, opera dove l’arte si pone a servizio e nella sua forma più alta si fa serva dell’opera” (Enzo Bianchi).
Primo atto di una serie di pubblicazioni che affronteranno gli elementi principali dello spazio liturgico all’interno del rapporto liturgia, architettura e arte, sono qui raccolte e offerte a un più vasto pubblico le riflessioni sul significato teologico, estetico, poetico e artistico dell’altare cristiano, oggetto del II Convegno liturgico internazionale di Bose, promosso dal Monastero di Bose in collaborazione con l’Ufficio nazionale per i beni culturali ecclesiastici della Cei.
Diamo alla liturgia
tutto lo spazio e il tempo di cui ha bisogno.
La liturgia sta in questo spazio aerato,
in questo respiro, in questo interstizio
dove s’intrufolano gli angeli.
Congregavit nos in unum Christi amor:
ecco ciò che conferisce alla liturgia
la sua dimensione estetica.
Più che da quello che ci inventiamo,
la bellezza della liturgia
scaturisce dall’iniziativa divina,
che spazza via tutte le nostre mediocrità
e ci predispone gli uni accanto agli altri
in vista di un fine che ci supera.
François Cassingena-Trévedy è monaco benedettino dell’abbazia di Saint-Martin de Ligugé in Francia. Laureato presso la Scuola normale superiore di Parigi, insegna all’Istituto superiore di liturgia (Institut catholique de Paris) e collabora con “Sources chrétiennes” per la traduzione degli Inni di Efrem il Siro.