Cesare Massa, presbitero della Diocesi di Vercelli, è stato a lungo insegnante di filosofia e storia e direttore del bisettimanale diocesano. Autore di numerose opere di spiritualità e profondo conoscitore della cultura contemporanea, in queste pagine – che ripercorrono i tempi dell’anno liturgico e gli elementi essenziali della vita cristiana – riconduce il lettore ad ascoltare la Parola come messaggio d’amore rivolto da Dio a ciascuno di noi, “ uomini che egli ama”. Nella quotidianità del tempo può così pulsare una vita animata dallo Spirito.
Interventi agli Incontri "Città dell'uomo" - Fondazione Lazzati i cristiani non sono esentati dalla responsabilità storica; al tempo stesso, però, tutti i loro progetti, le loro mediazioni, i loro tentativi di presenza devono essere portati davanti alla croce per essere giudicati.
Un monaco e due dei massimi teologi ortodossi di questo secolo ci guidano alla comprensione di uno dei carismi più preziosi nella vita cristiana: la paternità spirituale. Attraverso le figure degli starcy del monastero di Optino, capaci di guidare verso Dio semplici contadini come raffinatissimi intellettuali, emerge il ruolo insostituibile dell'autentico amico di Dio e degli uomini: un cristiano docile allo Spirito e perciò capace di aprire la via verso il Signore, di destare domande sul Veniente, di scomparire per lasciare che Cristo regni.
Per penetrare in profondità nel mistero dell'incarnazione del Verbo e della divino- umanità di Gesù non si può prescindere da una comprensione spirituale dell'"umanità" di Maria, della sua piena appartenenza al popolo di Israele; così come per approfondire il senso del nostro essere chiesa oggi è indispensabile riandare con gli occhi della fede alla chiesa-madre di Gerusalemme, la chiesa della Pentecoste, "assidua e concorde nella preghiera, insieme con Maria, la madre di Gesù".
L’enciclica Ut unum sint e la lettera apostolica Orientale Lumen costituiscono il testamento ecumenico di Giovanni Paolo II, la conferma e il nuovo slancio per un cammino che attende con evangelica impazienza di divenire piena ed esplicita comunione. L’autore, docente di ecumenismo alla pontificia Facoltà teologica “Marianum”, fa emergere dai due testi l’intenzione che soggiace a entrambi: rivolgere un pressante invito a varcare la soglia del confessionalismo e a inoltrarsi nel mare aperto della conoscenza e della frequentazione reciproche, liberi dalla paura della diversità e grati al Signore che ha saputo destare in tanti cuori lo zelo per l’ adempimento della sua volontà: che tutti siano una cosa sola perché il mondo creda.
Fate questo in memoria di me. A partire da questo comando del Signore, da quasi due millenni la chiesa celebra ininterrottamente l’eucaristia, percepita come la risposta più adeguata che l’uomo possa dare all’agire salvifico di Dio. I cristiani hanno visto nei gesti e nelle parole dell’ultima cena un canone cui affidarsi per ritrovare la totalità della fede. Segno di unità, la preghiera eucaristica, in tutte le sfumature che essa ha assunto nelle diverse tradizioni liturgiche, manifesta l’inesauribile ricchezza di grazia che promana dalla celebrazione del mistero del Signore morto e risorto. Viene qui offerta, per la prima volta in lingua italiana, una panoramica esaustiva dei più antichi testi anaforici, selezionati secondo criteri non arbitrari e tradotti dalle lingue originali, per mettere a disposizione di tutti un tesoro nel quale, come insegna l’oriente cristiano, è contenuto e custodito tutto l’essenziale della nostra fede.
Una guida alla scoperta dell'eucaristia come rappresentazione iconica del regno, come memoria dell'intera economia di salvezza, dalla creazione fino alla seconda venuta di Cristo alla fine dei tempi. Attraverso una rilettura sapiente della liturgia e delle sue interpretazioni patristiche, siamo condotti a scoprire, con grato stupore, perché nell'oriente cristiano la liturgia eucaristica è percepita come il luogo eminente in cui la fede si alimenta, vive, viene professata, approfondita e tramandata.
Le “Virtù” costituiscono una compilazione di materiali d’origine diversa concernenti una delle figure più venerate e più popolari del deserto egiziano, Macario il Grande. Secondo la tradizione copta il deserto nel quale Macario si ritirò a vivere ricevette il nome di Scete, cioè “bilancia del cuore”, dopo che un angelo discese dal cielo e pesò il cuore di Macario. Le “Virtù” ci parlano di questo monaco dal cuore grande, dilatato, che lasciatosi ammaestrare dalle sofferenze patite, divenne padre spirituale dotato di grande discernimento e di grande misericordia. Di lui si dice che come Dio copre il mondo con la sua protezione, così abba Macario copriva i peccati dei suoi fratelli con la sua dolcezza e la sua bontà. Per tutti aveva una parola di speranza e di incoraggiamento a perseverare nella sequela del Signore mite e umile di cuore, ricominciando ogni giorno il proprio cammino in un abbandono umile e confidente, fiduciosi nel perdono del Signore, resi saldi dall’invocazione incessante del suo nome. Nella comunione dei santi, Macario, l’uomo dal cuore grande, accoglie anche chi si accosta a queste pagine e lo guida con sapienza e amore sulle vie dell’umiltà e della misericordia.
“Nel nostro agire non vi sia alcuna discordanza, ma viviamo in una medesima carità ”. Questo l’intento dei primi padri di Cîteaux e della loro opera di riforma del monachesimo agli albori del xii secolo. Con il sapiente equilibrio tra rispetto dell’ autonomia e solidarietà nel bisogno crearono le condizioni ideali per un ritorno alla radicalità evangelica attraverso una rete fraterna di monasteri dove preghiera e lavoro si armonizzavano nella vita quotidiana. Con la Carta Caritatis i padri di Cîteaux avviarono anche un nuovo tessuto di rapporti internazionali allo sfaldarsi del Sacro Romano Impero. Sono qui raccolti per la prima volta in italiano tutti i documenti di quella straordinaria generazione di monaci che nel volgere di mezzo secolo rinnovarono il volto dell’ Europa cristiana (dalla “ Prefazione” di Enzo Bianchi).