Le Mura di Roma - Aureliane, Leonine e Gianicolensi - sono il più esteso monumento storico-archeologico della città (ben 19 km di fortificazioni) inserito nel nuovo Piano Regolatore di Roma. Sopravvissute alle demolizioni della modernità, le Mura sono il palinsesto della storia dell'Urbe e una straordinaria risorsa urbana che fa da "sfondo" ai più importanti fatti urbani e architettonici della città - chiese, edifici, complessi, ville, giardini, acquedotti, monumenti. In quanto tali, esse sono una potenziale infrastruttura culturale, ambientale e narrativa che potrebbe riunire in un sistema anulare luoghi di particolare pregio storico-artistico e paesaggistico e favorire funzionamenti ecologici e sociali attraverso la riconnessione ai circuiti vitali della città, insieme a nuove forme di promozione e condivisione di un bene storico-archeologico unico al mondo.
Pubblicato a Roma nel 1535, il "Democrates" di Sepulveda ha ispirato la rinascita dello stoicismo moderno. Testo polemico rivolto contro Erasmo e Machiavelli, il dialogo rispose alle inquietudini del tempo trattando del problema della guerra e della sua legittimità morale per i cristiani. Si poteva esercitare serenamente il mestiere delle armi tenendo conto dei precetti del Vangelo? Si poteva accordare l'etica antica e mondana della gloria con quella della pietà? Richiamandosi a Cicerone e ad Aristotele, Sepulveda respinse il pacifismo erasmiano, esaltò la potenza spagnola e replicò alle pagine corrosive di Machiavelli sul rapporto tra cristianesimo, decadenza politica e virtù militare. Il "Democrates", inoltre, costituì il primo momento in cui Sepulveda elaborò una dottrina della guerra umanitaria che servì come base per la legittimazione dell'imperialismo coloniale europeo.
Il resoconto delle ultime ore di vita di Pietro Paolo Boscoli, condannato a morte per aver progettato insieme ad Agostino Capponi un attentato contro Giuliano e i maggiorenti medicei della città di Firenze, è uno dei documenti più significativi della vicenda religiosa e politica italiana del primo Cinquecento. Scritto da Luca Della Robbia, il testo era circolato soprattutto fra gruppi fedeli agli insegnamenti di Savonarola e si situa in un momento cruciale della storia europea all'alba dello scisma di Lutero. Il resoconto fornisce un'istantanea della mentalità religiosa nel suo problematico intreccio con la politica, da una parte memore del mito repubblicano degli antichi (Bruto) e dall'altra della discussione sulla legittimità teologica del tirannicidio presente persino in san Tommaso d'Aquino. Citato da Burckhardt e successivamente studiato da Gentile e Cantimori, al di là del suo valore politico-religioso, sottolineato ancora da Adriano Prosperi nella sua introduzione, quello di Della Robbia è anche un testo di grande forza poetica che incrocia ascendenze culturali alte con altre più popolari dando vita ad un esperimento letterario di singolare efficacia e drammaticità. Introduzione di Adriano Prosperi. Con un saggio di Delio Cantimori.