Le lettere di Giorgio La Pira ai papi sono, quasi, un "diario di bordo" della complessa navigazione di questo personaggio, per ben venticinque anni, attraverso la cronaca politica, gli orizzonti della storia, i segni dei tempi, gli eventi quotidiani e i sommovimenti del mondo. Tuttavia, le lettere a Paolo VI, rispetto a quelle a Pio XII e a Giovanni XXIII, hanno un carattere particolare. Sono le lettere a un amico, divenuto papa. Manifestano le sue visioni e i suoi sentimenti negli ultimi quattordici anni di vita. Ricapitolano il suo pensiero e il suo metodo "storico". Anche negli ultimi anni La Pira tiene lo sguardo diretto al futuro, seppure il mondo di domani non sarebbe stato più il suo. Non è facile che una persona anziana non si ripieghi sul presente o sul passato. Ma il professore cercava sempre di leggere la "storia del futuro" cogliendo i segni dei tempi, per usare un'espressione divenuta popolare con il Concilio Vaticano II. Era un vero "scrutatore" dei segni dei tempi. Era quella che lui stesso chiamava, con un'espressione felice, la storiografia del profondo. L'epistolario inedito tra Paolo VI e La Pira, curato da Andrea Riccardi.
"Se la politica è l'arte del possibile, il compromesso è la sottile abilità della democrazia. D'altra parte respingere a priori ogni tipo di compromesso in nome della purezza politica costituisce la migliore garanzia della conservazione dello stato delle cose esistenti. La purezza politica non è certamente disdicevole, ma è in genere accompagnata dalla pericolosa convinzione di essere detentori di tutta la verità ed è perciò una caratteristica propria dei partiti, degli stati d'animo e dei regimi totalitari. Superare le fratture, comunicare fiducia, ricostruire una comunità nazionale è un dovere inderogabile per le classi dirigenti."
Scalfaro, nel suo lunghissimo e non sempre agevole cammino politico, ha incarnato e difeso i valori della Costituzione, il suo fondamento antifascista, l’unità e l’indivisibilità del Paese, la moralità della politica. Ma, suo malgrado, la sua lezione non ha unito, ha diviso. La sua coerenza, il suo attaccamento alla Carta Costituzionale, persino il suo essere, insieme, cattolicissimo e difensore della laicità dello Stato, sono diventati pietra di scandalo. Nessun altro presidente della Repubblica - con l’eccezione, forse, di Francesco Cossiga - è stato in vita così amato e detestato. Nessun altro, post mortem, ha subìto un trattamento così ruvido da una parte considerevole della classe politica e degli organi di stampa a questa vicina: quasi che la sua lunga vicenda politica, contrassegnata da una tensione morale continua, non fosse un itinerario umano costellato di vittorie e sconfitte, di slanci e di esitazioni, di forza e di debolezze, ma un concentrato di errori, colpe e incoerenze.
Questo libro non vuole essere un’apologia di Scalfaro. Ma un primo parziale tentativo di collocare la figura dell’ex presidente della Repubblica nel suo tempo. Con l’intima certezza che, cessati i clamori della cronaca e dispersi i fumi acri della lotta politica contingente, la storia renderà giustizia a quest’uomo probo, restituendogli per intero il ruolo fondamentale che ha esercitato in più di sessant’anni di vita repubblicana.
L'Autore
Giovanni Grasso (Roma 1962) giornalista parlamentare e storico. Laureato in Lettere moderne alla Sapienza di Roma, dopo aver lavorato alla «Discussione» e al servizio politico-parlamentare dell’Agenzia Giornalistica Italia è in forze dal 1989 alla redazione romana di «Avvenire» come notista politico. Tra il 1996 e il 2001 è stato capo dell’ufficio stampa del Senato della Repubblica. Con la formazione del governo Monti, ha assunto l’incarico di portavoce del ministro della Cooperazione Internazionale e dell’Integrazione Andrea Riccardi. Studioso del movimento cattolico in Italia, ha pubblicato diversi libri (tra cui il Carteggio Sturzo-Rosselli e il Carteggio Sturzo-Salvemini). Autore televisivo, ha realizzato documentari per Rai3 “La Grande Storia” e “Correva l’anno”, tra cui “Piersanti Mattarella, la buona battaglia” (2010), “Donne nella Chiesa:Chiara Lubich,Natuzza Evolo,Annalena Tonelli” (2011), e “Aldo Capitini, la pace in marcia” (2011). È socio ordinario del PEN Club Italia. Per le Edizioni San Paolo ha pubblicato Scalfaro. L’uomo, il presidente, il cristiano (2012).