Louis Martin e Marie-Azélie Guérin in Martin furono i genitori di Thérèse Martin, più nota come Teresa di Lisieux, e di altre quattro figlie, tutte religiose. Beatificati nel 2008 per l’esemplarità della loro vita di coppia, sono stati canonizzati nel 2015. Luigi e Zelia, malgrado il secolo che ci separa, hanno sperimentato condizioni di vita molto vicine alle nostre. Tutti e due hanno lavorato per allevare i loro figli, sono corsi dietro al tempo, hanno conosciuto le gioie e le pene di una famiglia ordinaria e sono morti di malattie che ci sono familiari. Ciò che ha costituito la loro santità non sono stati gli avvenimenti in se stessi ma il modo in cui li hanno vissuti. In tutti gli aspetti della loro vita essi non hanno avuto che una fonte e uno scopo: l’amore di Dio. Questo orientamento del cuore non li ha disincarnati ma ha fatto della loro vita ordinaria un’avventura d’amore.
Hélène Mongin, laureata in filosofia, lavora presso l’Office Central di Lisieux. Appassionata della figura di santa Teresa di Gesù Bambino, le ha dedicato il volume Une pensée par jour avec sainte Thérèse de Lisieux (Médiaspaul).
L'avventura umana e spirituale del cardinale Paul Josef Cordes, dall'infanzia in Germania durante la seconda guerra mondiale all'approdo in Vaticano. Un arco di tempo attraversato dal regno di tre pontefici - Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e Francesco - che il cardinale ha avuto modo di conoscere personalmente e di cui riporta interessanti aneddoti. "Negli ultimi decenni Dio ha donato come Papi alla sua Chiesa uomini di straordinario irraggiamento. A chi è stato concesso un rapporto personale con loro, la Chiesa non appare più come un'istituzione incrostata di inaccessibili funzioni. Egli si rende conto che coloro che la supportano sono uomini e che l'intreccio di rapporti della Chiesa ha qualità personale." (Paul Josef Cordes)
Nel mondo di oggi non ci sono solo i martiri uccisi dalla violenza fondamentalista. A un missionario può capitare di morire anche in un Paese cattolicissimo e per un altro motivo: la difesa dei diritti degli ultimi. È la storia di padre Fausto Tentorio, missionario del Pime, ucciso nelle Filippine il 17 ottobre 2011 a causa del suo impegno a fianco dei manobo, la locale popolazione tribale. Martire per la giustizia, ma - nello stesso tempo martire di una periferia dimenticata del mondo di oggi, dove in nome della sete di materie prime dell'economia globale si continua a uccidere chi, schierandosi dalla parte dei poveri, "crea problemi". Questo libro racconta la storia di padre Fausto e le tante opere che ha lasciato dietro di sé nell'Arakan Valley. Il sogno di un missionario che ha dato la vita per nutrire la sua gente. "I vostri sogni sono i miei sogni, le vostre battaglie per la libertà sono le mie battaglie per la libertà, voi ed io siamo compagni nella costruzione del Regno di Dio."
Padre Antonino Scagliotti (1884-1962), religioso della Provincia Piemontese dei Frati Minori, per circa trent'anni è stato parroco nella chiesa della Madonna degli Angeli in Torino. Non sono pochi coloro che, avendolo conosciuto di persona o attraverso testimonianze, nutrono nei suoi confronti sentimenti di stima e di venerazione, e si raccomandano fiduciosi alla sua intercessione, sperimentandone l'efficacia. Il volume dell'autrice, che l'ha conosciuto di persona, si prefigge di tratteggiare la sua figura di francescano e di parroco così come viene descritta da una serie di testimonianze rese in tempi e modi diversi. Queste testimonianze sono integrate con frequenti riferimenti anche agli scritti dello stesso padre Antonino. Il ritratto che ne emerge è quello di una persona ricca delle migliori qualità umane, di un francescano innamorato della sua vocazione e fedele alle sue esigenze, di un sacerdote che ha incarnato l'immagine evangelica del buon pastore che si dedica senza risparmio al servizio dei fedeli, di un carismatico che utilizza a beneficio dei sofferenti e dei tribolati i doni di natura e di grazia ricevuti da Dio.
Nel Congo dilaniato dalla guerra civile si consuma il dramma di un prete siciliano, Francesco Spoto, partito nel 1964 per annunciare il Vangelo ai congolesi. Intrappolato nella Missione di Biringi, decide di compiere il proprio dovere fino alla fine: braccato dai Simba che odiano i bianchi cattolici, il sacerdote è costretto a una fuga disumana nella foresta. Picchiato a sangue, offrirà la sua vita in cambio di quella dei confratelli. Un romanzo intimo che restituisce la tragica generosità di un sacerdote al bivio della propria esistenza. Il viaggio senza ritorno di Francesco Spoto è la parabola esistenziale di ogni uomo che resiste al male e si arrende a Dio.
In questo libro, piccolo ma prezioso, si parla di intere famiglie cinesi, uomini e donne, persone inserite pienamente con i loro figli nel loro Paese, che sono state "martiri" unicamente perché "cristiani". Con eroismo ammirabile non hanno avuto paura davanti alla morte che è stata loro minacciata, e hanno testimoniato la loro fedeltà a Cristo e alla sua parola nella rivoluzione dei Boxeurs nel 1900. In tal modo sono diventati un esempio luminoso anche per la Chiesa dei nostri giorni, che - come ha denunciato più volte papa Francesco è a sua volta sottoposta in varie parti del mondo a persecuzioni violente e irrazionali.
Padre Daniele da Samarate è vissuto a cavallo fra il 1800 e il 1900. Entrato tra i padri Cappuccini della Provincia di Lombardia, ancor chierico fu mandato missionario in Brasile, dove rimase fino alla sua morte. Di spirito ardente, fu uomo prudente e di grandi capacità amministrative, che manifestò nel saper condurre avanti le opere missionarie in dialogo costante con le autorità religiose e civili. Nell'esercizio del suo ministero sacerdotale, contrasse la lebbra che lo costrinse a ritirarsi in un lebbrosario, dove la sua presenza fu una benedizione, perché diventò il cappellano dei lebbrosi, cercando in tutti i modi di venire loro incontro sia sul piano spirituale che materiale. Dopo la sua morte costante fu il suo ricordo presso i più piccoli e i più abbandonati, fino a che verso il 1990 fu introdotta la sua causa di beatificazione e canonizzazione prossima ormai al suo compimento positivo.
Maria, la Madre di Gesù, come buona pedagoga e buona mamma, educava e guidava don Stefano: "Lasciati condurre da Me" quante volte vorresti fare e non puoi. Oh, questa impotenza di fare, la tua esperienza di fragilità, la pazienza che devi esercitare, questa attesa talvolta come ti costa, come ti fa soffrire, come ti purifica...". Don Stefano Gobbi, nella sua vita sacerdotale, ha ascoltato le "locuzioni" interiori che la Vergine Maria gli rivolgeva, ed è diventato l'umile strumento con cui la Madre di Dio ha dato vita al Movimento Sacerdotale Mariano, perché il suo Figlio Gesù fosse meglio conosciuto, onorato e amato.
"Fratel Luigi Bordino non può che uscire sminuito da una biografia: egli è l'antieroe per natura e per grazia, rifugge ogni manifestazione che possa formarsi attorno alla sua persona? Egli è un vero uomo e non un superuomo; quantunque esempio sublime di carità e dedizione, come tutti noi sperimenta la fragilità umana ed è cosciente del peccato da combattere. Il Signore Gesù gli propone la libertà e lui corrisponde, si lascia trasformare dallo Spirito. Dio prende possesso della sua anima. Questa riedizione del profilo biografico di fratel Luigi trova la sua ragion d'essere in vista della sua beatificazione e nella volontà di partecipare ad altri uomini il dono della sua testimonianza, per privilegio goduta dai poveri della Piccola Casa del Cottolengo di Torino, ma per vocazione destinato all'intera comunità ecclesiale. Nello spirito di san Giuseppe Cottolengo dove tutto è servizio ed impegno quotidiano, fratel Luigi ottenga a coloro che l'ammirano, nonostante le grettezze e le paure umane, la grazia di realizzare una giornata terrena non troppo dissimile dalla sua".
"Un grande parroco veneziano: è, forse, questa la definizione e la sintesi più felice e adatta per la figura di Luigi Caburlotto che la Chiesa indica a tutti come 'beato'. Appassionato predicatore, ispirato sempre dalle Scritture, seppe farsi 'ascoltare e capire da ogni categoria di persone, parlando il linguaggio semplice della fede e della carità'. Nella Venezia e nel Veneto dell'Ottocento, Caburlotto visse tempi assai tumultuosi e travagliati, avendo da subito quella brillante intuizione che divenne instancabile priorità d'impegno pastorale: avere cura della gioventù, soprattutto di quella più povera e abbandonata, rispondendo, con modalità differenti e appropriate, alle molte urgenze e sfide di carattere educativo che quell'ambiente e quel tempo ponevano in modo assai evidente. Il testo di Domenico Agasso offre l'opportunità di riassaporare l'intera avventura educativa di don Luigi Caburlotto: l'attività frenetica e generosa, le conquiste e le gioie, le fatiche e le difficoltà che si trovò ad affrontare, lo slancio inarrestabile e coraggioso del carisma (fondò la congregazione delle suore Figlie di san Giuseppe) e anche le raffinate 'perle' di saggezza educativa che rendono la sua figura di straordinario significato anche per la società e la comunità ecclesiale del terzo millennio." (Francesco Moraglia, patriarca di Venezia)
Una ricostruzione accurata della vita di Christian de Chergé e delle vicissitudini del monastero di Tibhirine nella prima metà degli anni novanta del secolo scorso. Un volume che trae informazioni non solo dai testi del priore e dei suoi monaci, ma anche da testimonianze di persone che hanno conosciuto a fondo i protagonisti (a cominciare dai parenti di Chergé), frequentato la comunità o studiato a posteriori la cruenta pagina della guerra civile algerina che, insieme a quella dei sette trappisti, ha falciato la vita di altri dodici uomini e donne di Chiesa (fra i quali il vescovo di Orano).La biografia permette al lettore di avvicinarsi a questa straordinaria figura, che è stata anche al centro del film di Xavier Beauvois Uomini di Dio.
Un profilo, sintetico ma eloquente, di un personaggio che ha segnato la storia culturale e religiosa dell'Inghilterra del XIX secolo. Uomo di sincera e profonda spiritualità, amorevole dedizione ai più bisognosi, appassionato ricercatore della verità "che seguirò ovunque mi vorrà portare". Fu creato cardinale il 15 maggio 1879; morì l'11 agosto 1890. Benedetto XVI lo ha beatificato il 19 settembre 2010. "L'esistenza di Newman ci insegna che la passione per la verità, per l'onestà intellettuale e per la conversione genuina comporta un grande prezzo da pagare. La verità che ci rende liberi non può essere trattenuta per noi stessi; esige la testimonianza, ha bisogno di essere udita, e in fondo la sua potenza di convincere viene da essa stessa e non dall'umana eloquenza o dai ragionamenti nei quali può essere adagiata. [...] Inoltre Newman ci insegna che se abbiamo accolto la verità di Cristo e abbiamo impegnato la nostra vita per lui, non vi può essere separazione tra ciò che crediamo e il modo in cui viviamo la nostra esistenza. Ogni nostro pensiero, ogni parola e azione devono rivolgersi alla gloria di Dio e alla diffusione del suo Regno." (Benedetto XVI)