"Nella bolla di indizione del Giubileo, Misericordiae vultus, papa Francesco cita tre Papi per indicare la loro attenzione particolare al tema della Misericordia: Giovanni XXIII, Paolo VI e Giovanni Paolo II. Questi esempi hanno spinto a raccogliere in una breve sintesi la ricchezza dell'insegnamento degli ultimi Papi sul messaggio centrale del Giubileo. Ne è emersa una profondità incredibile perché la misericordia attraversa tutti gli ambiti della vita della Chiesa e dell'esistenza cristiana. Queste belle pagine sono una testimonianza preziosa di quanto il riferimento alla misericordia sia permanente nell'insegnamento della Chiesa. Siamo sicuri che meditarle porterà non solo a riflettere sull'importanza della misericordia, ma sarà una provocazione perché diventi vita quotidiana di ogni credente nella sua responsabilità di rendere credibile il Vangelo." (Rino Fisichella)
Le lettere di Giorgio La Pira ai papi sono, quasi, un "diario di bordo" della complessa navigazione di questo personaggio, per ben venticinque anni, attraverso la cronaca politica, gli orizzonti della storia, i segni dei tempi, gli eventi quotidiani e i sommovimenti del mondo. Tuttavia, le lettere a Paolo VI, rispetto a quelle a Pio XII e a Giovanni XXIII, hanno un carattere particolare. Sono le lettere a un amico, divenuto papa. Manifestano le sue visioni e i suoi sentimenti negli ultimi quattordici anni di vita. Ricapitolano il suo pensiero e il suo metodo "storico". Anche negli ultimi anni La Pira tiene lo sguardo diretto al futuro, seppure il mondo di domani non sarebbe stato più il suo. Non è facile che una persona anziana non si ripieghi sul presente o sul passato. Ma il professore cercava sempre di leggere la "storia del futuro" cogliendo i segni dei tempi, per usare un'espressione divenuta popolare con il Concilio Vaticano II. Era un vero "scrutatore" dei segni dei tempi. Era quella che lui stesso chiamava, con un'espressione felice, la storiografia del profondo. L'epistolario inedito tra Paolo VI e La Pira, curato da Andrea Riccardi.
Le tre esortazioni apostoliche, "Evangelii nuntiandi", "Gaudete in Domino", "Evangelica testificatio",che qui proponiamo come contributo alla memoria di Paolo VI, riguardano il vasto e decisivo tema dell'annuncio del Vangelo e, sotto vari punti di vista, esse costituiscono dei documenti illuminanti, non solo per approfondire il tema dell'evangelizzazione, ma anche per riscoprire il ruolo svolto da un pontefice nel suo umile quanto appassionato servizio a Cristo, alla Chiesa e all'uomo. Al tempo stesso, ci introducono nel cuore di un'epoca inquieta e lacerata, nella quale Paolo VI ha saputo guidare con coraggio e lungimiranza la Chiesa al rinnovamento di sé e al dialogo con il mondo moderno.
"Questa è la prima parola che vorrei dirvi: gioia! Non siate mai uomini e donne tristi: un cristiano non può mai esserlo! Non lasciatevi prendere mai dallo scoraggiamento! La nostra non è una gioia che nasce dal possedere tante cose, ma nasce dall'aver incontrato una Persona: Gesù, che è in mezzo a noi; nasce dal sapere che con Lui non siamo mai soli, anche nei momenti difficili, anche quando il cammino della vita si scontra con problemi e ostacoli che sembrano insormontabili, e ce ne sono tanti!". (Omelia alla Domenica delle palme, 24 marzo 2013) Una parola al giorno del papa venuto "dalla fine del mondo", una iniezione di speranza per ogni giorno dell'anno.
Camminare è, fin dagli inizi del suo pontificato, il verbo più frequentemente usato da papa Francesco. Il "camminare" riassume infatti, nella visione ecclesiale di Francesco, l'immagine stessa della Chiesa che esce da se stessa, dalle proprie mura interne ed esterne, per andare incontro al popolo di Dio e al mondo; della Chiesa evangelizzatrice e in stato di missione permanente, che sente la responsabilità e la gioia di questo cammino; della Chiesa che non ha paura della strada e di ciò che può trovare camminando in mezzo alla gente, specialmente là dove si alza più forte il grido dei poveri, degli emarginati e degli oppressi, nelle periferie dell'esistenza. Questa Chiesa, come ben dimostra il presente volume, si mette in cammino alla sequela di Gesù che, nel corso di tutta la sua vita pubblica, ha percorso in lungo e in largo le strade della Palestina, annunciando ad ogni uomo il Vangelo della salvezza. Un libro per comprendere la "nuova stagione ecclesiale" inaugurata da papa Francesco.
La felicità è il traguardo ideale che sta davanti a ognuno di noi, ma non esistono facili scorciatoie per raggiungerla. Papa Francesco, in un'intervista rilasciata a un giornale argentino, con la sua semplicità e il senso pratico delle cose, traccia un decalogo di suggerimenti che possono aiutare a vivere meglio.
L'importanza del pontificato di Montini nella storia ecclesiale, ma anche civile, politica e culturale del secolo scorso è documentata dalla paziente tenacia nel condurre a termine il Concilio; dai viaggi, fino a quel momento impensabili, per un papa; dalla spiccata coscienza ecumenica; dalla lettura, mai banale, della contestazione giovanile; dall'infaticabile e grandioso magistero per la pace; dall'atteggiamento fermo sui valori, soprattutto quelli legati alla difesa e alla promozione della vita umana; dalla continua disponibilità al dialogo di fronte alle crisi che a più riprese investivano in quegli anni il corpo ecclesiale; dalla compartecipazione affettuosa alle sofferenze dei poveri... Tutti questi e altri aspetti emergono nel presente volume che, tappa dopo tappa, ripercorre il cammino di santità dell'uomo, del sacerdote, dell'educatore, vescovo e papa Giovanni Battista Montini-Paolo VI, con il frequente ricorso dell'autrice agli appunti personali del pontefice e alle testimonianze dirette di quanti lo hanno conosciuto da vicino. Una biografia, che guarda all'intera vita di Paolo VI a partire dalla sua interiorità, dalla sua fede, dal suo cuore.
Il nome e la persona di Paolo VI sono fortemente legati al Concilio Vaticano II: per condurlo a termine e introdurre la Chiesa nei primi passi di attuazione di quel magistero era necessaria una personalità come papa Montini. Era lui, in quel momento, la persona che più di ogni altra avrebbe potuto attuare un disegno così impegnativo e determinante per il rinnovamento della Chiesa. Queste pagine non sono una biografia di Paolo VI: nei decenni passati la sua personalità, il suo insegnamento e il suo pontificato sono stati ampiamente studiati dagli specialisti. Ciò che queste pagine descrivono è, piuttosto, il risultato della sua causa di beatificazione, di cui l'Autore è stato ponente. Questo testo, breve e ricco, è insieme testimonianza personale e frutto dei numerosi documenti che costituiscono la positio della causa di beatificazione.
Paolo VI è vissuto in tempi di grandi rivolgimenti. Il travaglio del postconcilio, a cui non era estraneo il Sessantotto, ha trasformato questo sacerdote e vescovo di origini lombarde nel traghettatore chiamato a guidare la Chiesa in tempi tormentati mantenendola unita. Montini, arcivescovo di Milano, creato cardinale e valorizzato da papa Roncalli, viene scelto dal Conclave del giugno 1963 proprio perché continui il Concilio e lo guidi con mano sicura. E portare a termine il Vaticano II, facendo sì che i suoi documenti fossero votati praticamente all'unanimità, fu il primo vero miracolo di Papa Montini, per certi versi ancora più eclatante della guarigione inspiegabile del bambino non nato che lo porta alla beatificazione, raccontata in questo libro direttamente dal postulatore della Causa, padre Antonio Marrazzo. Rivisitando le puntuali cronache sul campo di Domenico Agasso senior, gli autori ripercorrono i passi di questo grande Pontefice che, assumendo il nome dell'Apostolo delle Genti, lasciò più volte Roma per andare ad annunciare il Vangelo agli uomini e alle donne del suo tempo, fino agli estremi confini della terra.
Negli anni del suo magistero, Giovanni Battista Montini ha sempre dedicato particolare attenzione al mondo del lavoro. Sia da arcivescovo della diocesi ambrosiana sia da titolare della cattedra di Pietro, egli ha seguito con interesse e predilezione la parabola sociale delle ACLI, l'associazione che è diventata imprescindibile punto di riferimento per i lavoratori cristiani. Questo libro analizza, con lucidità di pensiero e con grande attenzione verso le fonti, una stagione ricca di cambiamenti, speranze e anche delusioni, ripercorrendo gli interventi pastorali che hanno definito la personale concezione di Montini nei confronti della dottrina sociale della Chiesa, della quale egli è stato certamente uno dei migliori interpreti. Un messaggio straordinariamente moderno, la cui forza vivificante e profetica merita di essere ancora una volta meditata e riscoperta.
Un libretto che illustra la figura del beato Paolo VI, "una figura gigantesca che in un periodo non certo facile della storia della Chiesa ci ha insegnato, con un quotidiano martirio di sollecitudini e lavoro, che cosa significhi amare e servire veramente Cristo e le anime" (san Giovanni Paolo II).
Documento di un riscatto umano e di una dolorosa conquista spirituale, questa piccola silloge di composizioni poetiche di Alfredo Bonazzi rievoca la visita di Giovanni XXIII al carcere romano di Regina Coeli il 26 dicembre 1958. La raccolta è preceduta da una presentazione di S.E. il cardinale Loris Francesco Capovilla, da una testimonianza di Nazareno Fabbretti, da una premessa dell'autore e dal testo integrale del discorso del Pontefice ai reclusi.