La confessione è il sacramento che dona la beatitudine dello Spirito, ridona l'innocenza al peccatore e riconcilia con se stessi. Grazie ad essa viviamo l'esperienza di presentarci nudi davanti a Dio ed essere rivestiti dalla sua misericordia. Eppure in molti credenti, la confessione suscita paura, ansie, un senso negativo e oscuro che la rende qualcosa di lontano e faticoso; per altri invece è un esercizio inutile perché il cuore va lasciato libero di vagabondare e nelle nostre vite non esiste nessuna reale colpa. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna, guida i lettori in una riflessione sul valore della confessione per fugarne i possibili timori e far loro riscoprire la bellezza dell'"abbraccio di Dio". Riflettere sul valore delle confessione per riscoprirne la bellezza.
Come si evince dal titolo, la tesi centrale del libro di Bernhard Häring è che la confessione sia fonte di gioia. Una gioia capace di abbattere il muro del peccato che oscura lo splendore del mistero del battesimo. "Quando sentiamo nominare il sacramento della riconciliazione il nostro cuore deve battere più forte": attraverso Cristo, che ci offre la possibilità del ritorno al Padre celeste, Dio manifesta il suo amore e "purifica nuovamente la nostra anima". L'uomo veramente riconciliato si trasforma in messaggero di pace.. "La riconciliazione e la pace vanno viste anzitutto come dono gratuito meritatoci da Cristo nostro salvatore. Ma, in quanto dono, postulano un accoglimento riconoscente. Dove non vi è riconoscenza, il dono si vanifica". Nell'Anno della Misericordia, un testo che mette al centro il Sacramento della misericordia proponendo innumerevoli spunti per la riflessione personale e comunitaria.
Tra i credenti oggi si riscontra una certa disaffezione nei confronti del Sacramento della Confessione. Le cause sono le più svariate: dalla negazione della sua utilità alla convinzione che il perdono sia una faccenda meramente privata tra la propria coscienza e Dio. Il Giubileo della Misericordia può senz'altro costituire una buona occasione, per le comunità cristiane e per i singoli fedeli, per riscoprire il valore e la bellezza del Sacramento della Riconciliazione. Il presente sussidio, in tal senso, vuole offrire alcune riflessioni per meglio comprendere questo sacramento e preziosi consigli per un'adeguata pastorale che favorisca l'accostamento alla Confessione, come ad esempio un'attenta formazione della coscienza, l'educazione al senso della penitenza, vivere la riconciliazione nelle nostre comunità.
È banale dire che il sacramento della riconciliazione oggi come oggi è in crisi. Le ragioni sono diverse e vanno dalla perdita del senso del peccato alla mancanza di fiducia nella misericordia di Dio, dall’ignoranza sul ruolo del sacerdote e sul significato del sacramento alla mancanza di entusiasmo e di disponibilità da parte degli stessi confessori...
Questa piccola guida si propone come uno strumento pratico da consultare prima di confessarsi. Non ha altro scopo se non quello di “rasserenare il penitente”. Questi non deve pensare prima di tutto alle “modalità d’uso” della confessione, ma piuttosto alla misericordia di Dio che va celebrata nella gioia.
Guillaume Sarrauste de Menthière
(Poitiers 1964) è parroco e professore di teologia cattolica. È autore di numerose opere.
Le aggressioni contro la vita umana e la famiglia sono divenute sempre più frequenti e sofisticate. Si vorrebbe la distruzione dell’idea di matrimonio, di famiglia, di maternità e paternità, della dimensione sessuata dell’uomo e della donna.
Come rispondere? Occorre superare
il male mediante la forza persuasiva
del bene. Perciò in queste pagine ci
si sofferma su quanto di buono, bello
e giusto c’è nella vita umana e nella famiglia.
Nascita, affido, adozione: nessuno può esistere se non come figlio. Lo sguardo sulla generatività illumina il valore dell’intera esistenza umana ed è capace di farci scoprire più in profondità il senso della famiglia, del matrimonio, della maternità, della complementarità sessuale maschile-femminile, della dignità umana.
Marina Casini è Ricercatore confermato e docente di Bioetica presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma.
Rosa Rosnati è Professore ordinario di Psicologia sociale presso la facoltà di Scienze Politiche e sociali e docente
di Psicologia dell’adozione e dell’affido e dell’enrichment familiare presso l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Raffaella Iafrate è Professore Associato di Psicologia Sociale presso la Facoltà di Psicologia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Marco Giordano, progettista sociale, è dottorando di ricerca sulla solidarietà familiare presso la Pontificia Facoltà Auxilium di Roma.
La famiglia, nel nostro ordinamento giuridico, è un’istituzione che possiede caratteristiche naturali, che l’ordinamento mutua dalla realtà e che non possono essere diversamente create o manipolate. Nel quadro
di questo sistema definito dalla Costituzione, non sembra legittimo identificare una molteplicità di modelli familiari, essendovi un’univoca scelta dell’ordinamento. Da questa stabile certezza, il presente volume esplora il territorio dei diritti e dei doveri legati al matrimonio e alla famiglia: i rapporti di convivenza e il loro valore giuridico, i doveri di fedeltà e assistenza morale e materiale, la genitorialità biologica
e la responsabilità genitoriale, la crisi del rapporto coniugale, il ricorso alla procreazione medicalmente assistita.
Alberto Gambino è professore ordinario di diritto privato all’Università Europea di Roma, presso la quale dirige il Dipartimento di Scienze umane. Autore di saggi
di diritto civile e biodiritto, è componente del Comitato etico dell’Istituto Superiore della Sanità (dal 2014), della Commissione Permanente per l’Accessibilità della Cultura presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali (2006-2008), dell’Osservatorio nazionale sulla famiglia presso il Ministero delle Politiche familiari (2007-2008) e della Commissione di studio sulle problematiche relative
agli embrioni conservati nei centri di Procreazione medicalmente assistita, presso il Ministero della Salute (2009- 2010).
Nella società attuale diventare femmine e maschi è molto più complesso rispetto al passato. La differenza originaria fra il maschile e
il femminile è innanzitutto fisica ed esteriore, stabilita da una codificazione genetica ineludibile. Tale diversità, poi, caratterizza anche tutti gli
aspetti interiori della persona, che
si esprimono nei comportamenti,
nelle relazioni e nella sessualità.
Per scoprire questo “mistero” della condizione umana e cristiana, gli autori strutturano un viaggio avventuroso e pieno di fascino. Ogni tappa guarda alla bellezza della differenza maschio- femmina, e la mette in relazione, volta per volta, allo sviluppo biologico, psicologico-relazionale e sessuale.
Il viaggio permette di recuperare la vitale importanza dell’innamoramento, del legame amoroso e del desiderio sessuale, elementi fondanti la vita
di coppia e la costruzione dei legami familiari.
Michelangelo Tortalla e Enrica Oddone sono sposati e hanno tre figli. Da giovani sposi, hanno trascorso
due anni di volontariato in Kenya. Membri della Consulta Nazionale
di Pastorale familiare della CEI
per diversi anni e incaricati dalla Segreteria della CEI in qualità di collaboratori del Direttore dell’Ufficio Nazionale di Pastorale Familiare,
dal 2003 al 2010. Lui è medico, sessuologo clinico, iscritto all’Albo Nazionale della Federazione Italiana
di Sessuologia Scientifica. Presidente dell’Associazione di volontariato Progetto AMOS fino al 2014. Docente di tematiche sessuologiche al Master universitario in Bioetica della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale (sezione di Torino). Lei, insegnante specializzata in psicopatologia dell’età evolutiva, ha conseguito il Magistero in Scienze Religiose. Hanno pubblicato diversi libri e articoli sulle tematiche dell’affettività, sessualità, coppia, famiglia.
Il Giubileo della Misericordia, indetto da papa Francesco nel cinquantesimo dalla chiusura solenne del Concilio, pone con forza il tema dell’iniziazione cristiana. La sfida attuale è, infatti, quella di una nuova immagine di Chiesa, dove i fedeli vivono tutte le dimensioni del battesimo inteso come totale adesione a Cristo.
Il senso della celebrazione di questo Giubileo è proprio il dichiarato riproporre, nel tema innanzitutto della conversione e della domanda di perdono, ciò che sta alla radice dell’ingresso alla comunità credente: l’esperienza della misericordia, del farsi prossimo, visceralmente prossimo, di Dio, così da renderci partecipi della sua stessa vita. Il ché ovviamente si accompagna al giubilo, alla gioia che tale consapevolezza ed esperienza comporta.
Cettina Militello ha conseguito la laurea in filosofia presso l’Università di Palermo e la laurea in teologia presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. La sua ricerca abbraccia l’ecclesiologia, la teologia del laicato e della vita religiosa, la mariologia, l’ecumenismo, la questione femminile, il rapporto ecclesiologia-liturgia. Ricopre vari ruoli d’insegnamento in Sicilia e a Roma. È direttrice presso la Pontificia Facoltà Teologica Marianum della Cattedra “Donna e Cristianesimo” e, dal 1983, dell’Istituto Costanza Scelfo per i problemi dei laici e delle donne nella Chiesa. Già presidente della Società Italiana per la Ricerca Teologica (SIRT), è membro del direttivo della Pontificia Accademia Mariologica Internazionale (PAMI). Ha all’attivo un cospicuo numero di pubblicazioni. Con Edizioni San Paolo ha recentemente pubblicato Virtù e vizi. Tema, contrappunto e variazioni (2012) e Le opere di misericordia. Compassione e coltivazione dell’umano (2012).
Oggi più che mai assistiamo alla crescente difficoltà (persino da parte dei battezzati) di vivere il sacramento della riconciliazione in tutta la sua pienezza. Questo libro nasce dal desiderio di spiegare il valore del perdono e di quanto bisogno abbiamo, noi cristiani e più in generale tutti gli uomini, di riscoprire i tesori che esso nasconde. L'autore presenta in modo semplice attraverso una storia, un racconto di vita e di amicizia - la bellezza di ciò che avviene nella riconciliazione. Un'esperienza di malattia diviene il contesto di uno scambio incalzante, sul quale si affacciano due volti di una medesima umanità: i problemi a volte inaspettati dei ministri sacri e l'inconsapevole tendere dei lontani verso Dio. Preti e non credenti vi appaiono accomunati dal loro essere uomini e, in quanto tali, uniti dal comune senso di precarietà e di incertezza che a tratti la vita mette davanti e dal bisogno di essere in qualche modo riscattati. Sullo sfondo, la ricerca di una grande libertà: quella che vive nel lasciare che qualcuno ti prenda per mano.
Perché i primi cristiani hanno cominciato a ripetere settimanalmente l'Ultima cena di Gesù? Che valore davano a questo incontro? Come e perché si cominciò a chiamare Eucaristia quella che inizialmente era la "Cena del Signore"? Perché la "liturgia eucaristica" precedeva la "liturgia della Parola"? Che rapporto esisteva tra Battesimo ed Eucaristia? Sulla base di un'impegnativa ma analisi dei testi religiosi e dei contesti sociali, Romano Penna, noto studioso delle origini cristiane, in questo saggio enuclea le sue risposte. Ricostruisce con cura il composito panorama delle prassi "celebrative" delle primitive comunità cristiane valorizzando le diversità di ambienti, di testimonianze e di riflessioni teologiche, tutte caratterizzate dalla totale assenza di categorie sacrali. Per i credenti in Cristo l'importante non è soltanto il momento di una prassi cultuale quanto ancor più il dato di una vita comunionale, condotta all'insegna della fede e di un solido legame con Gesù Cristo, nato con il Battesimo. Quella prima "immersione" in Lui si rinnova e si nutre grazie all'Eucaristia, tale da diventare fonte di una comunione fraterna altrettanto salda, vissuta nella concretezza, "finché egli venga".
Come raccontare, oggi, a una società ferita e provata da tante delusioni, la bellezza del matrimonio e della famiglia? È quanto si è proposto papa Francesco indicendo il Sinodo sulla famiglia non per ripetere una lista di precetti e verità, che non riscaldano il cuore della gente, ma per "farsi carico, con responsabilità pastorale, degli interrogativi che questo cambiamento d'epoca porta con sé". Papa Francesco ha voluto un Sinodo "audace", che sperimentasse la strada della "carità creativa". Ai Padri sinodali ha chiesto "un confronto sincero, aperto e fraterno". Ora, due autori di eccezione, mons. Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio Consiglio per la famiglia, e Antonio Sciortino, direttore di "Famiglia Cristiana", riprendono in forma di dialogo i temi del Sinodo e affrontano con chiarezza e coraggio il momento storico vissuto oggi dalla famiglia. Pagine di riflessioni e piste innovative sui tanti nodi da sciogliere a riguardo della famiglia e del matrimonio. E anche sulla questione dei divorziati risposati e l'accesso ai sacramenti, che tanta attenzione ha monopolizzato sui media. Materiale prezioso non solo per chi ha seguito i lavori del Sinodo straordinario, ma ancor più indispensabile per chi vorrà continuare a dare un contributo alla riflessione e al discernimento in vista delle risposte che il Sinodo ordinario del 2015 dovrà dare alle tante attese suscitate. Ad arricchire il volume, sono stati inseriti in appendice i documenti più importanti del Sinodo...
Oggi più che mai assistiamo alla crescente difficoltà (persino da parte dei battezzati) di vivere il sacramento della riconciliazione in tutta la sua pienezza. Questo libro nasce dal desiderio di spiegare il valore del perdono e di quanto bisogno abbiamo, noi cristiani e più in generale tutti gli uomini, di riscoprire i tesori che esso nasconde. L'autore presenta in modo semplice attraverso una storia, un racconto di vita e di amicizia - la bellezza di ciò che avviene nella riconciliazione. Un'esperienza di malattia diviene il contesto di uno scambio incalzante, sul quale si affacciano due volti di una medesima umanità: i problemi a volte inaspettati dei ministri sacri e l'inconsapevole tendere dei lontani verso Dio. Preti e non credenti vi appaiono accomunati dal loro essere uomini e, in quanto tali, uniti dal comune senso di precarietà e di incertezza che a tratti la vita mette davanti e dal bisogno di essere in qualche modo riscattati. Sullo sfondo, la ricerca di una grande libertà: quella che vive nel lasciare che qualcuno ti prenda per mano.