Don Tonino non usa mai la parola "meritocrazia", eppure è un critico severo della società del sorpasso, dello scavalcamento, dello sgomitare, della scalata per la carriera sulle spalle del povero, del debole, dell'ingenuo. Enrico Mauro "scava" nel vocabolario di don Tonino alla ricerca sia dei termini che usa per additare e combattere la società meritocratica, sia di quelli scelti per disegnare una società di segno opposto, cioè fondata su ideali che non sono molto diversi da quelli fondanti la nostra Costituzione. In un tempo in cui le scelte meritocratiche sembrano essere le uniche premianti nella nostra società, don Tonino si presenta come baluardo di una scelta evangelica che offre le basi concrete per un confronto con la proposta sociale e politica che fa del successo l'unico criterio per giudicare la riuscita di una vita umana.
Un libro dedicato ai bambini, per aiutarli a scoprire il significato degli spazi liturgici. Un volume, con 16 attività, pensato per un approccio laboratoriale al catechismo. Illustrato e a colori, è ideale anche per aiutare i catechisti nel loro lavoro.
Un sussidio semplice e immediato per seguire le letture e le preghiere della Celebrazione Eucaristica. Pensato sia per chi partecipa quotidianamente alla Santa Messa sia per coloro i quali, non potendovi partecipare ferialmente, desiderano, tuttavia, accostarsi alla Parola di Dio proclamata in quel giorno nelle assemblee liturgiche.
Il film ripercorre la vita del popolo d'Israele e dell'uomo Mosè. Insieme scopriranno com'è difficile costruire una società di uomini liberi, capace di rifiutare gli idoli del potere e della ricchezza, per perseguire i comandamenti di Dio. E' la storia sempre attuale dell'umanità in cammino verso la sua redenzione. Fortemente drammatico, questo film di Mosè si attiene con rigore al testo biblico ricreando l'atmosfera dei luoghi e del modo di vivere al tempo della Bibbia.
«La sinodalità non è tanto il diritto di parlare, ma il dovere di ascoltare: ascoltare lo Spirito; ascoltare i fratelli; ascoltare lo Spirito ascoltando i fratelli». Così il cardinal Mario Grech, nella sua Prefazione, a ricordare come solo dall'ascolto possa venire un dialogo profondo, sincero e non scontato, quello stesso cui invitano gli autori di questo pamphlet in forma di "novena". «Le novene» - ci dicono - «nella tradizione popolare sono sempre state una forma di preghiera comunitaria semplice e profonda, che sosteneva la speranza, segnava non solo il senso di un'attesa, di un auspicio o di un ringraziamento, ma anche il ritmo comune, il passo del pellegrinaggio nel tempo ed era un concreto aiuto a stare esistenzialmente concentrati. E la preghiera è l'unica possibilità che abbiamo per inoltrarci in questo percorso di Chiesa, per mantenere la direzione e sostenerci lungo il cammino». Come usare questo libro, perché non vada perduto? «Sarebbe bello che oltre alla lettura, alla riflessione e alla preghiera personale, qualche sua pagina venisse letta e pregata in un gruppo, in una comunità, in una piccola o grande assemblea e favorisse una condivisione di pensieri, di speranza, di propositi in un percorso di "conversione" comunitaria». Prefazione di Mario Grech.
La pace è il grido di milioni di uomini e donne spesso soffocato dai rumori delle armi. La guerra in Ucraina e tanti altri conflitti nel mondo significano sempre distruzione, morte e caos, e scatenano le forze peggiori. Andrea Riccardi riflette in queste pagine sulla necessità di creare una cultura della pace e un movimento spirituale e sociale che metta la pace al centro dell'interesse e della politica. Anna Frank, nascosta ad Amsterdam, scriveva: «C'è negli uomini un impulso alla distruzione, alla strage, all'assassinio, alla furia, e fino a quando tutta l'umanità, senza eccezioni, non avrà subito una metamorfosi, la guerra imperverserà...». Si può divenire artigiani di pace: dipende da ciascuno di noi. È una scelta che è all'inizio della costruzione della pace. Sapere, informarsi, seguire gli eventi, essere solidali con chi soffre per la guerra, ricordare nella preghiera vuol dire non voltarsi dall'altra parte. Un'opinione pubblica viva può influire e cambiare le vicende nazionali e le politiche internazionali. Può frenare, prevenire la guerra e aprire vie per la pace.
Perché dedicare una Lettera Apostolica a Pascal nel 2023?, domanda Natale Benazzi nell'Invito alla lettura a Sublimitas et miseria hominis. In questo documento "Papa Francesco lascia intendere molto bene che non si tratta semplicemente della volontà di celebrare un pensatore credente, ma di offrire la traccia per un compito che la nostra umanità e la nostra civiltà rischiano di non svolgere più". Oggi "la nostra cultura è sempre più scientifica e tecnologica; ma scienza e tecnologia, oggi, evidenziano crepe che Pascal aveva già perfettamente intuito. Noi siamo più della scienza che elaboriamo, della tecnica che predisponiamo e utilizziamo". Quello che davvero conta per l'uomo "è darsi da fare per comprendere da dove viene e dove va". E questo possiamo farlo solo attraverso la fede; non a caso Papa Francesco scrive: "Sì, il nostro Dio è gioia, e Blaise Pascal lo testimonia a tutta la Chiesa come pure a tutti i cercatori di Dio: non è il Dio astratto o il Dio cosmico, no. È il Dio di una persona, di una chiamata, il Dio di Abramo, di Isacco, di Giacobbe, il Dio che è certezza, che è sentimento, che è gioia".
Virgil e i suoi fratelli sono in cammino verso Little Lost Lake, un lago di montagna, per esaudire l'ultimo desiderio della madre: disperdere le sue ceneri nel luogo che più ha amato. Purtroppo il loro vecchio furgone li abbandona nel bel mezzo dei boschi e quando un fulmine fa divampare un incendio, il viaggio si trasforma in un disastro. Virgil si ritrova separato dal fratello e dalla sorella, circondato dalle fiamme e da animali in fuga. Quando ogni speranza sembra perduta, il ragazzo torna con la mente alla madre - trekker e insegnante di scienza - e alle sue lezioni sull'ecosistema, l'ambiente e la sopravvivenza, e comprende che solo abbandonando le sue paure sarà in grado di uscire vivo da quella terribile avventura. Età di lettura: da 9 anni.
"La bellezza salverà il mondo". Sono parole, note a molti, pronunciate da Fëdor Dostoevskij. Adriano Sella prende spunto dal grande narratore russo e approfondisce la dimensione della bellezza alla ricerca di quel che realmente può riscattarci e salvarci dalle tendenze attuali che generano bruttezza del vivere e dolore. Non si tratta di mere speculazioni, infatti Sella narra come è stata riscattata e vissuta la dimensione di bellezza, da parte di persone o comunità. L'incontro con questi "testimoni" permette al lettore di apprendere come vivere nella concretezza della vita quotidiana quella dimensione di bellezza capace di trasformare il mondo. A chiusura del volume, una Lettera aperta all'umanità: "Cara sorella umanità, smettila di camminare sulla via della repressione del male... È la bellezza che contiene la forza per poter ridurre il male, in quanto rende visibile tutto quell'impegno di tante persone, gruppi, comunità e istituzioni, e non sono pochi, che danno splendore alla tua esistenza su questo pianeta terra".
Donna, madre, laica, scrittrice e pedagogista: la complessità della sua figura sfugge alle definizioni. Dhuoda è una donna singolare e, per certi versi, anche sovversiva. E il "Liber Manualis", considerato uno dei primi trattati di pedagogia di quell'epoca, scritto in un periodo buio e difficile della sua vita, in cui si ritrova in solitudine, lontana dall'affetto del marito e soprattutto dei suoi figli, ha molto da dire anche alla società contemporanea, in modo particolare alle nuove generazioni. È un testo che potremmo definire al contempo attuale e inattuale: attuale perché apre moltissimi spazi di riflessione, pone questioni e interrogativi che ancora oggi, seppur collocati in un contesto storico-culturale del tutto differente, chiedono di essere ripensati e condivisi; inattuale nel senso che, in maniera delicata e sottile, infrange alcune barriere e butta giù muri, aspetto quest'ultimo che con ogni probabilità non deve essere stato particolarmente apprezzato dalla mentalità dell'epoca nella quale visse l'autrice.