L’icona rappresenta fedelmente l’episodio evangelico del primo miracolo operato da Gesù. Nella scena sono ben individuabili i protagonisti: lo sposo al centro della tavola e in basso a sinistra Maria che invita Gesù a provvedere alla mancanza di vino. Dal centro verso destra vediamo il garzone che esegue l’ordine di Gesù ed
il maestro di Tavola che porge il “vino nuovo” agli invitati, attinto dalle giare. Il brano evangelico è spesso consigliato nella liturgia del Sacramento del Matrimonio; questo fa sì che l’icona si presti molto bene come regalo di nozze a coppie di sposi.
L’icona della Risurrezione (Anastasis) è dominata dalla figura regale (le vesti color oro) del Risorto che, disceso negli Inferi (la caverna), ne risale vittorioso.
Ai piedi del Cristo stanno le porte scardinate degli Inferi disposte a formare una croce per indicare quale è stato il “mezzo” accettato da Cristo per sconfiggere la morte. Nella mano sinistra Egli ha un rotolo che non è quello della Parola, bensì il “chirografo” del peccato: quella cambiale sottoscritta dai nostri Progenitori, Adamo ed Eva, per la quale eravamo schiavi della morte. Cristo, attraverso l’obbedienza al Padre fino alla morte, ha saldato il debito ed ha riscattato tutti “coloro che erano nelle tenebre e nell’ombra di morte”.
Con la mano destra infatti risolleva Adamo, prendendolo per il polso (luogo dove si sentono le pulsazioni, dove si sente scorrere la vita) e ridonandogli la vita eterna. Al fianco di Adamo c’è Eva, madre dell’umanità, vestita di rosso (colore che rappresenta appunto l’umanità), e con le mani coperte in segno di adorazione.
Dietro ai Progenitori altri personaggi in rappresentanza dell’umanità immersa nelle tenebre.
A sinistra dell’icona, ancora altri personaggi che rappresentano i giusti in attesa del giorno del Signore. Sono riconoscibili Giovanni Battista (capelli e barba lunghi e scuri), il vecchio Re Davide (con corona, abiti regali e capelli e barba bianchi), il profeta Daniele (con il caratteristico copricapo orientaleggiante).
“Cristo è risorto dai morti; con la sua morte ha sconfitto la morte e a coloro che giacevano nei sepolcri ha fatto dono della vita” (Inno pasquale)
L’icona della Risurrezione (Anastasis) è dominata dalla figura regale (le vesti color oro) del Risorto che, disceso negli Inferi (la caverna), ne risale vittorioso.
Ai piedi del Cristo stanno le porte scardinate degli Inferi disposte a formare una croce per indicare quale è stato il “mezzo” accettato da Cristo per sconfiggere la morte. Nella mano sinistra Egli ha un rotolo che non è quello della Parola, bensì il “chirografo” del peccato: quella cambiale sottoscritta dai nostri Progenitori, Adamo ed Eva, per la quale eravamo schiavi della morte. Cristo, attraverso l’obbedienza al Padre fino alla morte, ha saldato il debito ed ha riscattato tutti “coloro che erano nelle tenebre e nell’ombra di morte”.
Con la mano destra infatti risolleva Adamo, prendendolo per il polso (luogo dove si sentono le pulsazioni, dove si sente scorrere la vita) e ridonandogli la vita eterna. Al fianco di Adamo c’è Eva, madre dell’umanità, vestita di rosso (colore che rappresenta appunto l’umanità), e con le mani coperte in segno di adorazione.
Dietro ai Progenitori altri personaggi in rappresentanza dell’umanità immersa nelle tenebre.
A sinistra dell’icona, ancora altri personaggi che rappresentano i giusti in attesa del giorno del Signore. Sono riconoscibili Giovanni Battista (capelli e barba lunghi e scuri), il vecchio Re Davide (con corona, abiti regali e capelli e barba bianchi), il profeta Daniele (con il caratteristico copricapo orientaleggiante).
“Cristo è risorto dai morti; con la sua morte ha sconfitto la morte e a coloro che giacevano nei sepolcri ha fatto dono della vita” (Inno pasquale)
L’apostolo Paolo è ritratto, nella tradizione bizantina, senza spada (allusione al carattere “tagliente” della Parola), ma solo con un libro in mano: Paolo è il grande apostolo della predicazione della Parola.
L’apostolo Paolo è ritratto, nella tradizione bizantina, senza spada (allusione al carattere “tagliente” della Parola), ma solo con un libro in mano: Paolo è il grande apostolo della predicazione della Parola.