In questo saggio del 1926 Etienne Gilson ci racconta il match tra due pesi massimi della teologia cristiana: san Tommaso e sant'Agostino. Dietro lo scontro, quello tra due visioni opposte, che corrono parallele in tutta la storia dell'Occidente. Da una parte, l'idea di un Dio incommensurabile, unica fonte di conoscenza per l'uomo. Dall'altra, la potenza della speculazione razionale, la filosofia come via sicura per conoscere anche il divino. Tommaso d'Aquino, magister all'Università di Parigi alla metà del Duecento, si trova nella difficile posizione di dover sfidare il più illustre dei Padri della Chiesa, sant'Agostino, per difendere il senso del mestiere filosofico. L'esito finale sarà una vera e propria riscrittura della storia filosofica, in cui le posizioni più diverse verranno ricondotte ai due ceppi originari di Platone e Aristotele. Se dunque il campo ne risulterà bipartito, Tommaso sceglierà per sé la parte degli aristotelici, contro il generale orientamento platonizzante della Chiesa del tempo.
Vi sono poi altre azioni le quali, sia che derivino dalla natura, sia da disposizioni dell’animo, possono essere buone e cattive: buone, se vengono ricondotte alla giusta misura da alcune circostanze, cattive, invece, se vengono spinte ad un estremo. Ora, le azioni dei Cortigiani sono di questo genere, sia che consistano in parole, sia in impulsi dell’animo, sia in gesti. Le circostanze – come spiegò Aristotele, il principe dei filosofi – sono: il “chi”, che si riferisce alla persona che è l’agente principale. Non è infatti di poca importanza se Platone ami sua moglie o se Socrate sia adultero. Il “che cosa”, cioè che cosa la persona fa, che riguarda la specie dell’atto. C’è molta differenza, infatti, se uno mangia per sfamarsi o se è spinto a soddisfare la libidine con atto venereo. “Riguardo cosa” che considera la materia ossia l’oggetto. “In quale tempo” o “in quale luogo”, naturalmente. “Con quale mezzo” e “a causa di che cosa”: per salvarsi oppure per voluttà. E “in che modo” cioè intensamente o con calma, con delicatezza o con veemenza.