Nel corso dei secoli l’Arcangelo Uriele è stato ampiamente invocato in preghiere, antifone ed esorcismi, nonostante il divieto ufficialmente imposto sia dal Sinodo Romano del 745 sia da recenti disposizioni emanate dalla Santa Sede. È inoltre nominato varie volte nel Quarto Libro di Esdra, nel quale è grande protagonista, inviato per illuminare e rischiarare il sentiero del popolo di Dio, oscurato dalla dominazione straniera e dal peccato.
Ovviamente invitiamo i nostri lettori ad obbedire alla Chiesa, e dunque ad astenersi dal pronunciare il nome di San Uriele in preghiera. Al contempo, però, invitiamo a non dimenticarlo, affinché nasca quella devozione popolare che spinga l’autorità ecclesiastica, in futuro, a rivedere la sua causa apostolica. Sul resto rimane il mistero, insondabile, della volontà di Dio.
Carmine Alvino (Avellino, 1978) è avvocato, specializzato in bioetica e deontologia professionale, in diritto dell’internet e delle tecnologie informatiche. Da anni porta avanti uno studio intenso sui Sette Arcangeli, cui ha dedicato diverse pubblicazioni.
Una raccolta di piccole luci sul grandissimo mistero dell’Eucaristia. Gesù Ostia è un torrente infinito di misericordia pronto a salvare il peccatore più incallito, purché pentito.
L’adorazione del Signore presente nell’Eucaristia non è altro che la logica conseguenza della fede nella presenza reale e al coerente testimonianza di quella fede. Amoroso dovere, l’adorazione eucaristica è anche la medicina che può guarire l’uomo dalle sue diverse idolatrie.
“Ricolmerò di grazie particolari tutte le anime che sapranno manifestarmi la gioia dei loro cuori intrattenendosi in intimo colloquio spirituale con me dopo la Santa Comunione” (Gesù a un’anima).