Da quando Zygmunt Bauman ha coniato la metafora della "liquidità" tutto il mondo ha cominciato a parlarne: ma cosa significa davvero che la società è diventata liquida? E perché è successo? Questa trasformazione ha rivoluzionato le nostre vite e la nostra psiche molto più di quanto immaginiamo: vocaboli di cui credevamo di conoscere il significato con certezza, hanno cominciato a portarsi dentro significati nuovi, mai esplorati prima, ne sono esempi i temi della libertà, del lavoro e dell'amore. Questo libro tenta di cogliere la forma del mondo liquido in movimento, fornendo la cornice storica, culturale e filosofica in cui è nata la metafora della liquidità, ma cercando al contempo di rendere questo cambiamento uno strumento per interpretare la grande incertezza della nostra epoca. Leoncini delinea così un nuovo modo di interpretare ciò che siamo, consapevoli che l'essere umano spesso assomiglia più alla società in cui vive rispetto a quanto assomigli ai propri genitori e ai propri nonni.
Il denaro è presente nella vita degli individui sin da quando sono piccoli: nelle fiabe che ascoltano, nei film che vedono, nei discorsi che si fanno in famiglia e nei messaggi che circolano sui social network. Molti genitori, però, dichiarano di non sentirsi preparati (o di non riuscire) a educare i figli a sviluppare un buon rapporto con il denaro e un giusto livello di competenze finanziarie. Dare la paghetta o non darla? Premiare con i soldi i buoni voti a scuola e i lavoretti fatti in casa oppure no? Quali sono i fattori che influenzano il rapporto con il denaro durante l'infanzia e l'adolescenza? Ci sono tanti consigli in rete su questi temi, ma pochi sono basati su rigorosi studi scientifici. Il volume intende invece rispondere a queste domande attraverso la sintesi delle principali ricerche sui processi di educazione finanziaria. Guidata dalle domande più ricorrenti, talvolta provocatorie, poste a Debora Rosciani e Mauro Meazza dagli ascoltatori di Due di denari, Emanuela E. Rinaldi, Professoressa Associata di Sociologia dei processi culturali che da anni studia l'educazione finanziaria, risponde a dubbi e curiosità sul denaro come mediatore dei rapporti familiari.
L'elenco di luoghi comuni o idee di senso comune o pregiudizi o falsi miti, culturalmente o socialmente fuorvianti e talvolta tossici più famosi e diffusi in alcuni tempi e luoghi della storia umana, difesi anche su basi scientifiche quando lo studio scientifico mancava di teorie valide, è consistente e, inevitabilmente, cresce via via che la ricerca scientifica dispone di teorie e metodi di potenza crescente. In questo libro, gli autori dei capitoli mostrano in che modo un atteggiamento scientifico ha messo in discussione diverse idee di senso comune. Idee relative a omosessualità, vita extraterrestre, intelligenza animale, rapporto tra cervello e mente, differenze etniche, origine dell'uomo o guerra che sono circolate nella cultura occidentale in tempi diversi con diversi apporti da parte di studiosi, attraverso una competizione continua tra ipotesi e tentativi di spiegare i fatti osservati, si sono progressivamente spogliate, anche se in modi non definitivi, dei pregiudizi che hanno inquinato anche i punti di vista degli esperti o degli scienziati. Gli autori del testo: Arnaldo Benini, Patrizia Caraveo, Gilberto Corbellini, Paolo Legrenzi, Vittorio Lingiardi, Sebastiano Maffettone, Giorgio Vallortigara.
Come "funziona" il denaro? Capire i meccanismi che determinano entrate e uscite, guadagni o perdite, è fondamentale in un mondo come l'attuale che non prevede il libretto di istruzioni. Per questo un insegnante/youtuber (Elia Bombardelli), un imprenditore tech ed esperto di crypto (Gianluigi Ballarani) e un giornalista/divulgatore (Marco lo Conte) hanno unito le loro competenze per raccontare in questo libro le cose essenziali che i giovani devono sapere per poter affrontare economicamente l'età adulta. Più che un libro, è una versione cartacea di un account social, in cui gli autori spiegano in modo comprensibile cos'è la creator economy, perchè investire, i passi da fare per essere previdenti, la sfida della sostenibilità, gli strumenti finanziari a disposizione. Senza termini astrusi e respingenti, ma anzi accettando la sfida della chiarezza (preferita al tecnicismo) e grazie anche alle interviste di alcuni dei protagonisti della finanza odierna, sempre più digitale e user friendly.
Perché l'Italia ha una classe dirigente così liquida e poco preparata? Perché la politica deve affidarsi continuamente a una supplenza esterna? E perché in economia le prime linee si cercano nell'opaco universo delle società di consulenza? Un'unica risposta porta a un nervo scoperto del sistema Italia: sono state azzerate le scuole del potere, i luoghi della formazione delle élites, dove hanno studiato e sono cresciuti i gruppi dirigenti che hanno accompagnato il Paese lungo la via del benessere di massa. Adesso le carriere si fanno, con estrema rapidità, attraverso l'ascensore di Internet, in sinergia con la televisione. Oppure nei partiti ad personam, privi di regole e di meccanismi di selezione tipici della democrazia. Tutto è diventato piuttosto casuale, e così abbiamo in campo una classe dirigente di Sbandati. Dei quali facciamo fatica a capire da dove vengono e dove vanno, al di là degli slogan recitati senza pause. Dopo anni di impoverimento e di decadenza, in Italia arrivano risorse che valgono sette volte quelle del piano Marshall alla fine della Seconda guerra mondiale. Ma i soldi non bastano. Oltre alla benzina serve chi guida la macchina, e la scuola giusta dove si possa prendere la patente.
Le vite dei dodici Presidenti sono un viaggio nella storia dell'Italia così come la si vede scorrere dal Palazzo del Quirinale. La storia di un potere che non vorrebbe esserlo. Ma c'è. E pesa. Il Capo dello Stato è, innanzitutto, una persona e porta nel ruolo carattere, inclinazioni, credo e cultura. Che sono suoi e soltanto suoi. Lo sapevate, ad esempio, che un quarto dei Presidenti era monarchico?
Dietro ogni terzina di versi si nasconde uno spunto manageriale. Tutto sta a scoprirlo, con la mente ben aperta e la volontà di ritrovare nelle aziende del XXI secolo il piacere di quel viaggio verso l'alto qui compiuto da Dante Alighieri proprio sette secoli fa. Qui i pensatori del management di oggi fanno capolino accanto a Ulisse, a Paolo e Francesca, al conte Ugolino. Personaggi che affiorano alla memoria di lettrici e lettori indicano sulla mappa dantesca gli itinerari possibili e l'equipaggiamento utile per gestire persone e risorse, soprattutto in tempi complessi come gli attuali. Il traghettatore Caronte si rivela metafora del leader dallo stile direttivo e autoritario, Minosse è un arcigno recruiting manager mentre Virgilio e Beatrice vestono i panni dei mentor capaci. Il Purgatorio è il regno degli interinali dove le anime "a tempo" scontano le loro pene: la superbia diventa autoesaltazione, l'accidia si trasforma in demotivazione e la gola è fame di incarichi. Meta finale resta il Paradiso, il regno delle virtù aziendali: lì i beati sono modelli di comportamento, medievale e contemporaneo.
Si può contribuire al bene comune facendo impresa? Da più parti viene espressa la necessità di cambiare la nostra economia a causa degli enormi problemi di tipo ambientale e sociale. Una delle tesi più accreditate è che tale cambiamento possa avvenire solo attraverso un'azione collettiva. In effetti sempre più imprese operano con l'obiettivo di "migliorare il mondo": in particolare, in molte startup - pur nella consapevolezza di dovere raggiungere un equilibrio economico-finanziario - è forte il desiderio di generare impatto sociale. A questo tipo di imprese, sempre più diffuse nel nostro Paese e all'estero, abbiamo ritenuto di dedicare attenzione con questo volume. Il racconto delle loro storie può essere di ispirazione per tanti giovani potenziali imprenditori ed è stato usato anche per trarre alcuni insegnamenti di management utili per chi effettivamente volesse intraprendere questo viaggio dall'idea all'impatto.
Amsterdam, un sabato mattina del novembre 1942. Mamma Lena dà un bacio in fronte a Salo che sta entrando a scuola e gli dice: «A stasera e fai il bravo». A sei anni quelle parole sono i titoli di coda della vita serena di Salo Muller, che in questo libro racconta il suo inferno, dai contorni non ancora definiti a quell'età, e forse per questo ancora più doloroso. Mamma Lena e papà Louis sono vittime di uno dei tanti rastrellamenti voluti dalle SS in Olanda: finiscono deportati ad Auschwitz e Salo resta orfano. La resistenza olandese lo nasconde, lo aiuta a trovare alloggi di fortuna e famiglie che si fanno carico di lui. Alla fine della guerra lo attende una nuova partenza in un mondo libero: lo accolgono gli zii e dopo problemi di salute e di adattamento, trova la sua strada diventando fisioterapista dell'Ajax di Johan Cruijff, negli anni d'oro dal 1960 al 1972. Ma la pienezza della sua vita diventa la testimonianza: "Com'è possibile che sia accaduto? È una domanda che mi assilla ancora oggi. ... Ora però è giunto il momento di condividere questa storia, la storia della mia vita. Servirà a qualcosa? ...Non so rispondere, ma devo condividerla una volta per tutte".
Il tempo scorre in fretta, troppo in fretta. E spesso manca l'occasione per riflettere sia su cosa si stia davvero facendo sia in quale direzione si stia andando. Per questo le drammatiche vicende della pandemia hanno forse un solo aspetto positivo: l'isolamento forzato spinge a farci domande non solo di tipo esistenziale ma che riguardano le scelte necessarie per uscire dall'emergenza e sui modelli da seguire. Nelle settimane scorse, a partire da quando è risultato evidente che la crisi era destinata a cambiare la vita di tutti noi, abbiamo dato spazio sulle pagine del quotidiano Il Sole 24 Ore ai contributi di economisti, professori, esperti che hanno colto l'occasione per andare oltre la cronaca e alzare lo sguardo dai singoli alberi alla foresta.