Tra memorialistica e storiografia, con una scrittura limpida che unisce il rigore del saggio e la piacevolezza della narrazione e attraverso i profili di quattordici studiosi italiani e stranieri, il libro disegna il ritratto di una generazione di storici che nell'ultimo mezzo secolo hanno contribuito al rinnovamento della ricerca storica nei metodi e nei contenuti, in particolare nel settore della storia religiosa e sociale del Medioevo. Segue una lunga intervista all'Autore nella quale la ricostruzione di un percorso individuale diventa racconto corale di una parte significativa di storia della società e della cultura italiana dal secondo dopoguerra ad oggi.
Tra il 1985 e le due importanti visite di Stato del 1988 e 1989 prende forma la peculiare posizione del governo italiano nei confronti del tentativo riformista in atto in URSS, posizione che lo distingue dagli altri componenti del G7. Ne è protagonista Andreotti, che giudicava l'evoluzione del comunismo gorba?ëviano un fenomeno complessivamente positivo per la società sovietica e per la politica internazionale, condividendo in grande misura la visione moderata del «sistema di mercato» e la critica di quelle che Gorba?ëv ancora chiamava le «contraddizioni del capitalismo». Soprattutto, come sottolinea Silvio Pons, Andreotti condivideva con il presidente sovietico la visione di un futuro ordine bipolare senza la Guerra fredda: una visione «legata a un mondo in dissoluzione» che faceva proprio consapevolmente «il problema di costruire un'architettura nelle relazioni tra l'Europa e la Russia/URSS», il cui fallimento corrispose alla rimozione della «coscienza stessa del problema». Passata la prova di eventi epocali come il crollo del muro di Berlino, la riunificazione tedesca, la prima Guerra del Golfo, quella sintonia e il disegno strategico di cui era espressione si sarebbero infatti infranti nella fine dell'Unione sovietica del dicembre 1991.
'L'Ascesa a Dio' di Alessandro Vettori fornisce un'attenta analisi del fenomeno della preghiera nella 'Commedia' di Dante. L'Autore considera la preghiera quale metaforico pellegrinaggio verso un luogo sacro, collegandola con l'ascesa del pellegrino alla visione della Trinità. Se la preghiera è movimento nel Purgatorio e nel Paradiso, la stasi eterna è la punizione delle anime blasfeme nell'Inferno. Nel poema, la rappresentazione fittizia dell'itinerario del pellegrino è speculare all'esperienza reale dell'esilio di Dante. E l'interazione tra uomo e Dio della preghiera offre al poeta la fuga necessaria dal travolgente senso di fallimento nella politica e nell'amore. Che sia supplichevole, liturgica, riconoscente, lodante o contemplativa, la preghiera esprime il desiderio del supplice di raggiungere uno stato spirituale superiore.
La possessione diabolica e l'arte esorcistica, le apparizioni e il culto dei santi, la medicina dotta e i rimedi popolari, il sonnambulismo e lo spiritismo: sono le tappe di un percorso all'interno del 'meraviglioso' napoletano di età moderna, presentato nelle sue diverse sfaccettature - dall'uso degli elementi materiali a quello dei miti arcaici, dal ricorso alle dottrine teologiche a quello delle pratiche scientifiche - e catalizzato in quella zona ambigua e instabile della vita quotidiana le cui manifestazioni venivano definite 'preternaturali'. I saggi qui raccolti riflettono in una prospettiva interdisciplinare sui concetti di naturale e di sovrannaturale, sulle loro sovrapposizioni e sui tentativi di rigorosa definizione, collocando il Regno di Napoli nell'orizzonte intellettuale europeo.
Nell'opera del pensatore ebreo Filone di Alessandria (I sec. a.C.-I sec. d.C.), metafore e similitudini hanno specifico significato filosofico e rappresentano lo strumento che egli elabora per trovare una nuova forma di convivenza tra il mondo ebraico e quello greco-romano. Alcuni dei più rinomati esperti del pensiero filoniano si concentrano sul De opificio mundi, opera nella quale il rapporto con la tradizione giudaica risulta imprescindibile. Prefazione di Angela Longo.
Questo volume costituisce uno dei primi contributi italiani alla valorizzazione e inclusione delle donne filosofe dell'antichità nel canone filosofico tradizionale. Esso è costituito da una prefazione e da un articolo introduttivo, volti a illustrare lo status quaestionis sull'argomento, e da due parti. Nella prima vengono presentate le teorie di Platone e di Aristotele sulle donne e, nel caso di Platone, su una loro eventuale educazione filosofica. Nella seconda si trovano due articoli sulle Pitagoriche, che attualmente stanno suscitando grande interesse a livello sia nazionale che internazionale, e tre contributi su figure di donne, di cui due molto celebri anche per quel che hanno simbolicamente rappresentato nella tradizione successiva (Diotima e Ipazia) e una ugualmente illustre, ma la cui adesione alla filosofia epicurea è stata scoperta solo di recente: Pompeia Plotina, moglie dell'imperatore Traiano. Sono tutte donne accomunate dal fatto di essere state chiamate, fin dall'antichità, 'filosofe'.
A partire dalla ricostruzione del culto alla 'Virgo sacerdos', il saggio propone uno studio su forme devozionali, ricerca spirituale, simbologie e pratiche di vita religiosa che a cavallo tra '800 e '900, soprattutto in Francia e Italia, hanno posto il problema del ruolo femminile nel sacerdozio cattolico, anticipando elementi del dibattito attuale. Insieme alla vicenda dell'indagine inquisitoriale cui fu sottoposto il piccolo ordine contemplativo delle Figlie del Cuore di Gesù della Deluil Martiny, il saggio tematizza esplicitamente la necessità del soccorso femminile di fronte all'inadeguatezza maschile nell'esercizio dei ministeri sacri, e mostra anche su questo piano un protagonismo femminile che resta in buona parte ancora da approfondire.
Come si è passati dalle Italie all'Italia? Come è stata intesa l'unità mentre la si costruiva? Il pensiero del Risorgimento e dell'unità è stato tutto e soltanto un percorso ideologico senza effettiva rispondenza nella storia e nella realtà? Ecco le domande che costituiscono il filo rosso dei temi dominanti in questo volume, che a tali domande risponde illustrando i complessi sviluppi di pensiero e di azione che diedero sostanza e slancio al Risorgimento italiano e ne fecero una pagina prestigiosa della storia europea nel secolo XIX. Il cosiddetto "triennio giacobino" (1796-1799) e Napoleone sono confermati come la grande porta di ingresso del Risorgimento nel momento in cui esso assume concretezza di movimento storico e politico. Si passa quindi ai protagonisti dell'azione e del pensiero che guidarono la realizzazione dell'unità: Mazzini, Cattaneo, Garibaldi, Cavour. Il panorama della storia risorgimentale si arricchisce per questa via di particolari importanti, a cominciare dalla delineazione della genesi e dell'esplicazione del pensiero italiano di Cavour.