Una raccolta di testi pubblicati dal sacerdote gesuita ceco Adolf Kajpr (1902-1959), pensatore acuto e dal talento straordinario, coraggioso predicatore e articolista, morto a seguito degli stenti patiti nei campi di concentramento nazisti e nelle carceri comuniste. È considerato testimone di un cristianesimo assoluto ed è accompagnato da fama di martirio. Nel 2019 è stato iniziato il suo processo di beatificazione, che dal 2021 è entrato nella fase romana. Kajpr era costantemente impegnato nell'intensa ricerca di Dio in tutte le cose e, con ciò, anche di modalità per diffondere la fede in Gesù Cristo tra i propri contemporanei, specialmente tra quelli dalla fede tiepida. Proprio per questo, con eccezionale capacità di discernimento, mostrò la luce che il cristianesimo gettava sulle vicende del tempo nella vita sociale e quale atteggiamento adottare verso di esse. I suoi testi erano espressione di interesse per le questioni pubbliche e per il bene materiale, così come per la salvezza eterna di tutte le persone.Ciò lo portò appunto a criticare le tendenze totalitaristiche della sua epoca, cosa di cui dovette pagare le conseguenze con le sue sofferenze e la sua morte. Le sue qualità fanno di lui un rappresentante del rinnovamento cattolico preconciliare.
Maria Elisabetta Mazza (1886-1950) è una delle figura più interessanti del movimento cattolico che, tra Otto e Novecento, a Bergamo come nel resto d'Italia, offre la prima risposta sistematica alle sfide dalla società contemporanea. Il suo profilo biografico si snoda in varie tappe: l'ambiente familiare e parrocchiale, la formazione culturale, l'impegno associativo, la docenza nelle scuole di Bergamo e della provincia, la fondazione e la direzione delle Piccole Apostole della Scuola Cristiana. Abito laicale, apostolato a tempo pieno nella scuola pubblica, vita comune, ritmi di preghiera snelli e vita religiosa dallo stile "secolare" sono i tratti caratteristici del nuovo Istituto, chiamato a operare "come lievito, senza chiasso", per dare anima e "linfa rigeneratrice" alla società. Personalità affascinante, riesce a trasmettere una spiritualità ricca e semplice al tempo stesso. Al centro c'è l'esperienza di Gesù, "l'unico affetto dominante" dal quale si lascia condurre e con il quale desidera "fare casa", a imitazione del "sì" obbediente della Vergine Maria e di Teresa di Lisieux, la sua santa prediletta. La sua vita è intrecciata con quella di laici come Nicolò Rezzara, vescovi come Radini Tedeschi e Bernareggi, sacerdoti come Angelo Roncalli, futuro papa Giovanni XXIII. Intelligente, sensibile, dotata di capacità organizzative e di governo non comuni, Maria Elisabetta Mazza ha molto da dire anche oggi.
Un volume che non è solo un'antologia di testi selezionati dagli articoli, dalle conferenze, dalle omelie, dalle lettere pastorali di Giovanni Battista Montini - Paolo VI, ma una vera e propria ricostruzione della sua riflessione che, attraverso la filosofia, la teologia e la mistica, si estende sui diversi campi del sapere, dai problemi morali a quelli politici ed economici, da quelli della ricerca scientifica a quelli della meditazione religiosa. La raccolta segue l'ordine cronologico dei testi di Montini: parte dai primi scritti, al tempo del suo servizio come Assistente ecclesiastico nazionale della Fuci, quando raccomanda ai giovani di avere fiducia nella ragione illuminata dalla fede per resistere di fronte all'idealismo, che risolve tutto nel pensiero, e allo scetticismo, che nega la possibilità di conoscere la verità. Passa, poi, al periodo dell'episcopato milanese, analizzando nelle Lettere pastorali lo strutturarsi della coscienza morale nelle sue diverse fasi. E si conclude con il periodo pontificio, quando con la lettera Lumen Ecclesiae (1974) presenta il tomismo come un "realismo critico" in grado di raccordare l'oggettività del sapere affermata dalla filosofia antica e medioevale con la soggettività del conoscere sottolineata dalla filosofia moderna e contemporanea. Montini non è uno storico della filosofia, ma nei suoi studi e nel suo insegnamento trovano un posto adeguato Platone, Aristotele, san Paolo, sant'Ambrogio, sant'Agostino, san Tommaso, Cartesio...
Il volume propone un itinerario di approfondimento culturale e spirituale sul tema della sofferenza, enigma che inquieta la coscienza dell’uomo di ogni tempo. A partire dall’abisso della Shoah e dalla comprensione della tragica ferita che un male simile ha lasciato nell’umanità, l’autore ricostruisce il contesto dell’attuale riflessione fenomenologica ed esistenziale sul dolore, anche alla luce delle insidiose suggestioni dettate dalle emergenti forme di spiritualità.
La meditazione articolata nel libro trova compimento in un’ampia e profonda indagine biblico-teologica sulla dimensione cristiana della sofferenza e sul mistero pasquale e salvifico di Cristo crocifisso e risorto, di un Dio coinvolto sino in fondo nell’umano patire, che dissipa l’angoscia della morte e del dolore ed offre provocazioni sempre nuove alla vita di fede.
Giuseppe Cinà, presbitero camilliano, ha conseguito la Laurea in Teologia presso la Pontificia Università Gregoriana e la Laurea in Filosofia presso l’Università di Bologna. Ha esercitato il ministero camilliano presso istituzioni sanitarie dell’Ordine e in strutture ospedaliere statali. Dal 1987 insegna all’Istituto Internazionale di Teologia Pastorale Sanitaria di Roma, del quale è stato anche Preside e Direttore della rivista scientifica. Professore di Antropologia teologica, ha pubblicato vari scritti, tra i quali: Fenomeni di alienazione nella società contemporanea (Bologna 1971), Il senso della sofferenza negli scritti di Viktor Frankl e le suggestioni per la recente teologia (Roma 1992). Curatore, con altri, del Dizionario di teologia pastorale sanitaria (Torino 1997), collabora da anni con riviste quali Camillianum, Iglesia viva, Rivista di Scienze religiose, Anime e corpi.