Gli Stati Uniti e la Santa Sede sono due potenze mondiali, a vocazione planetaria. Se la storia delle loro relazioni è datata, il salto di qualità del rapporto è avvenuto con la seconda guerra mondiale e con la guerra fredda, quando non poterono più ignorarsi o guardarsi da lontano. Decisero di collaborare, e a livello planetario. È il tempo dei presidenti Roosevelt, Truman e Eisenhower e di papa Pio XII. Le loro relazioni internazionali toccano dossier che riguardano le più disparate aree, dall'Europa al Medio Oriente, dall'America Latina all'Estremo Oriente, e i più diversi ambiti, dalla politica agli affari ecclesiastici, dai rifugiati di guerra alle migrazioni. Il volume presenta la più aggiornata riflessione storiografica sulle loro relazioni e le prime considerazioni archivistiche a partire dalle carte conosciute con la recente apertura degli archivi della Santa Sede relativi al pontificato di Pio XII (1939-1958).
La Chiesa dichiara incessantemente la sua intenzione di dare maggior riconoscimento al suo interno al ruolo delle donne. Sebbene ci siano stati alcuni passi in questa direzione, essi rimangono incerti e spesso suscitano resistenze e opposizioni, a volte molto forti. Queste difficoltà, più profonde di quanto possa sembrare, testimoniano la difficoltà di pensare il femminile, paradossalmente tanto più celebrato quanto nei fatti ancora marginalizzato. In questo stimolante saggio, la teologa Anne-Marie Pelletier si propone di rivisitare alcuni momenti della storia del rapporto della Chiesa con le donne. L'autrice accompagna a mettere a fuoco come si sono formati i pregiudizi che continuano a condizionare la riflessione e a impedire i cambiamenti oggi necessari. Sebbene l'autrice non esiti a porre domande inquietanti, il suo obiettivo non è impantanarsi in un approccio polemico, né squalificare la preziosa eredità della tradizione. Si tratta piuttosto di comprendere che alcune convinzioni, spesso ritenute appartenenti alla rivelazione cristiana nell'ambito dell'antropologia, sono invece frutto di un adattamento della fede alle rappresentazioni culturali di un determinato momento. Diventa allora necessario ritornare alla fonte viva del Vangelo, affinché esso possa dispiegare la sua forza di novità e di vita in un tempo nel quale sono auspicabili anche coraggiosi mutamenti istituzionali. Prefazione di Vincenzo Paglia.
«La figura di Pier Giorgio ci è scudo contro una delle più forti e sottili tentazioni che attentino alla vita spirituale; [...] o essere moderni o esse- re cristiani: Le due concezioni si escludono! Come essere quindi ancora cristiani? [...] Pier Giorgio risponde con la sua vita» (G. B. Montini - Paolo VI, 1932). «Cercate di conoscerlo [...]. Anch'io nella mia giovinezza, ho sentito il benefico influsso del suo esempio e, da studente, sono rimasto impressionato dalla forza della sua testimonianza cristiana» (Giovanni Paolo II, 1989). «Vi invito a leggere una sua biografa [...] un ragazzo affascinato dalla bellezza del Vangelo delle Beatitudini, che sperimenta tutta la gioia di essere amico di Cristo, di seguirlo, di sentirsi in modo vivo parte della Chiesa» (Benedetto XVI, 2012). «Vi sfido: dite no a una cultura che non vi ritiene forti, che vi ritiene incapaci di affrontare le grandi sfide della vostra vita. Pensate in grande! Il beato Pier Giorgio Frassati affermava: "Vivere senza una fede, senza un patrimonio da difendere, senza sostenere in una lotta continua la Verità, non è vivere, ma vivacchiare. Noi non dobbiamo mai vivacchiare, ma Vivere"» (Francesco, 2014).