Oggi in Italia circa il 45 per cento delle donne con figli lavora e anche se la partecipazione attiva delle madri al mercato del lavoro risulta differenziata all'interno del territorio italiano il dilemma circa la "gestione" del bambino resta uguale per tutte: affidare il piccolo a una baby-sitter a tempo pieno oppure a un asilo nido dove può interagire con altri bambini? Chiedere una riduzione dell'orario di lavoro o addirittura scegliere di restare vicino al bambino nei primi anni? Per Steve Biddulph, terapista famigliare di fama mondiale, la questione è piuttosto chiara. Un nido tipico dispone in media di tre maestre per nove bambini. Ciò significa che in ogni momento sei neonati sono soli, mentre avrebbero bisogno di un rapporto individuale con l'insegnante, soprattutto nel loro primo anno di vita.
Francesco di mestiere fa l'educatore, e di esperienza con bambini e ragazzi ne ha tanta, ma quando diventa papà di DA1 (il primogenito) e DA2 (il secondogenito, a soli sedici mesi di distanza) scopre che essere genitore è un lavoro completamente diverso: meraviglioso, sfiancante, entusiasmante, e soprattutto a tempo pieno e orario continuato. Come tutti i bambini, DA1 e DA2 sono vivacissimi e curiosi, e bombardano i genitori di domande complesse, stravaganti, ridicole o profondissime su ogni argomento possibile. Mamma Stefania ha trovato una soluzione geniale: "Andate da papà, che ve lo spiega lui". E a Francesco non resta che armarsi di tanta pazienza - e di una sana dose di ironia - e prepararsi a rispondere. Dopo i racconti di tante mamme, finalmente arriva una voce maschile a esporre la "versione del papà", rivelandoci che anche i padri amano in modo viscerale, e vivono intensamente tutte le emozioni e la complessità del diventare genitori. Senza nascondere i pensieri negativi, o i momenti di paura e debolezza, questo libro tenero e divertente ci catapulta nella vita quotidiana di una famiglia di oggi, in cui tante mamme e tanti papà si riconosceranno. E magari troveranno qualche spunto per rispondere con il sorriso sulle labbra alle domande impossibili dei propri figli.