Un volume che raccoglie le trascrizioni del lavoro pedagogico e registico di Meejerchold condotto tra il 1934 e il 1935 con alcuni dei suoi attori, guidati attraverso la messinscena di "Trentatré svenimenti". Lo spettacolo è intitolato alla memoria di Cechov e nasce dalla composizione di tre vaudeville dell'autore: "L'anniversario", "L'orso", "Una domanda di matrimonio".
Che rapporto c'è tra rito e teatro? La cerimonia rituale può essere considerata spettacolo? Fino a che punto la trance è finzione? I soggetti in preda a fenomeni di possessione possono considerarsi attori? Sono passati venticinque anni dalla prima spedizione 'sul campo', la Dakar-Gibuti che tra il 1931 e il '33, sotto la guida di Marcel Griaule, aveva messo in contatto l'ex surrealista Michei Leiris con gli etiopi di Gondar, lasciando in testimonianza "L'Africa fantasma". "La possessione e suoi aspetti teatrali" (1938) approfondisce la ricerca lì documentata.
Filosofo della vita e poeta della scena, Giuliano Scabia è dai primi anni '60 animatore di forme estreme di teatro e anche della provocazione di travestirle da favole da raccontare fuori dai luoghi canonici, trasformando d'incanto i suoi ascoltatori in attori. E dieci anni dopo i ruggenti inizi, ha montato quel Teatro Vagante che col suo carretto nel '75 proponeva un modello di teatro politico e accompagnava il cammino verso la libertà degli ex pazienti del manicomio di Franco Basaglia. Ma da allora il Teatro Vagante non ha mai smesso di viaggiare per boschi e paesi, prendendo nuove facce, convocando uditori di anziani o di giovanissimi, affascinando gli studenti, tornando nei teatri dove era nato.