L'amore autentico consiste nel preferire l'altro a sé stessi, nel prendere ciò che e tuo per donarlo all'altro. Non c'è amore più grande di quello di una persona che dona tutto ciò che gli appartiene a chi invece non gli ha donato nulla. Come l'amore di Gesù per noi
e anche per quelli che lo hanno crocifisso. Tu ami Dio? Allora ama come lui (Paul Yazigi).
Paul Yazigi, metropolita ortodosso di Aleppo, testimone di rilievo dell’oriente cristiano e del mondo arabo, aperto al dialogo ecumenico e interreligioso, e stato rapito il 23 aprile 2013 al ritorno da una missione umanitaria condotta insieme al metropolita siro-ortodosso Mar Gregorios Youhanna Ibrahim. Nonostante gli appelli internazionali per la loro liberazione, di entrambi non si sono più avute notizie. Papa Francesco ha definito la loro scomparsa "un ulteriore segno della tragica situazione che sta attraversando la cara nazione siriana, dove ia violenza e le armi continuano a seminare morte e sofferenza".
Federico Di Leo (Roma, 1962) ha conosciuto da vicino il metropolita Paul Yazigi; in particolare, nel corso degli incontri internazionali di Preghiera per la Pace promossi dalla Comunità di Sant’Egidio. Si occupa di dialogo ed ecumenismo. Ha perfezionato la conoscenza dell'arabo al Pontificio Istituto di Studi Arabi e d‘Islamistica di Roma, a Beirut (Université Saint-Joseph) e al Cairo (International Language Institute).
L'obiettivo principale di una introduzione alla Sacra Scrittura consiste nel favorire l'acquisizione di categorie concettuali solide, in ordine alle problematiche maggiori che soggiacciono alla lettura del testo sacro. Al tempo stesso, tale disciplina intende offrire criteri di discernimento atti a rendere più consapevole e critica la pratica interpretativa, in modo da evitare il rischio di una esegesi sganciata dalla riflessione ermeneutica. Il volume affronta le questioni fondamentali della rivelazione e dell'ispirazione, al fine di porre le basi per una comprensione della relazione in atto tra Dio e i suoi profeti all'interno della Bibbia. In seguito, viene analizzata L'interpretazione della Sacra Scrittura da parte dei lettori di ieri e di oggi, sicuramente la tematica più discussa all'interno dell'attuale contesto culturale. Una particolare attenzione è rivolta al rapporto tra Scrittura e Tradizione, al Canone, alle questioni centrali della verità biblica, ai sensi della Scrittura ispirata.
Per la tradizione paleocristiana, il dialogo con Dio ha due tempi: la lettura e la preghiera. Ma la Parola di Dio si manifesta all'uomo in modi diversi. Vi è una presenza reale del Figlio di Dio nella Parola scritta e nella Santa Eucaristia. Vi è però anche una presenza reale che riconosciamo e veneriamo nella Parola nascosta in quella particolarissima scrittura, chiamata abitualmente "agiografia", entro la quale inglobiamo sia le cosiddette "Vite dei Santi", sia la produzione delle Sacre Icone. Nell'accostarsi alle Scritture ispirate, la consapevolezza che quel Gesù che confessiamo come Figlio di Dio, di fatto, è presente nella celebrazione eucaristica ma anche nella Parola scritta dagli agiografi dell'Antico e del Nuovo Testamento potrà aiutare a trarre insegnamenti preziosi per la vita e la preghiera cristiane.
«Ho bisogno di precisare subito che questo mio libro, pubblicato dalla Urbaniana University Press, e cioè da una casa editrice universitaria, è frutto di una convinzione che ho sempre tenuto presente nelle mie lezioni accademiche e cioè che non si possa parlare mai di 'fides quae creditur', e cioè del contenuto oggettivo della nostra fede cristiana, senza farlo accompagnare simultaneamente anche dalla 'fides qua creditur', che orienta la vita e l'esperienza quotidiana del credente. In analogia a questo principio ho insistito sempre a ricordare, nei miei trent'anni di docenza come Professor Invitatus del Pontificio Istituto Biblico di Roma, che i padri della Chiesa non si permettevano mai di ridurre la lettura del testo biblico alla conoscenza del semplice 'sensus historicus vel litteralis', senza dedurne anche l'insegnamento più profondo, ottenuto grazie al dono della fede, del suo 'sensus spiritalis'.» (Dall'introduzione)
Le voci presenti in questo breve lessico spirituale hanno la funzione di dirigere lo sguardo interiore verso quegli aspetti e quelle dimensioni dello spirito umano che, come guardando una stella, sono sempre alla ricerca di nuove indicazioni da seguire. Così anche le riflessioni proposte dall'autore vanno a comporre una costellazione che, appunto come una mappa, indica dove possono essere segnati possibili e molteplici percorsi di lettura. Attraverso una serie di "istruzioni per l'uso", vengono proposti esercizi per sviluppare la lettura del lessico, attivando dinamiche di lavoro individuale e di gruppo che permettono di aprirsi al dialogo, quello sempre inaspettato che nasce dall'incontro con Dio e con gli altri.
Negli ultimi decenni l'invito a riprendere in mano la teologia dell'ispirazione si è fatto sempre più pressante. Si sono pronunciati in tal senso un importante Simposio promosso dalla Congregazione per la Dottrina della Fede (1999), il Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio (2008), l'esortazione postsinodale di Benedetto XVI Verbum Domini e l'ultimo documento della Pontificia Commissione Biblica su Ispirazione e Verità della Sacra Scrittura. La parola che viene da Dio e parla di Dio per salvare il mondo (2014). Le grandi immagini patristiche dell'agiografo plettro, strumento, recettore di un dettato, come anche il più recente profeta messaggero, o uomo su cui soffia lo Spirito favorendo in lui l'evento della Parola, conoscono elementi di parzialità. Meglio sarebbe porre al centro il concetto di relazione. Tra Dio e l'agiografo è in atto una relazione di amicizia, che deve giocoforza crescere insieme, richiedendo un coinvolgimento di scelta nel partner umano. Se fosse una realtà già cresciuta non sarebbe una relazione, ma un elemento preconfezionato, da assumere a prescindere. Dio, invece, non impone mai la relazione, ma la costruisce sempre insieme con i suoi agiografi. Relazione straordinaria, tale da sconvolgere visioni precostituite che dovranno oramai essere passate al vaglio di quella novità assoluta che sta prendendo vita all'interno della storia di alcuni uomini di Dio, prima di estendersi attraverso parole e scritti alla storia della gente che vive attorno a loro.
Il volume propone lo studio esegetico di Mt 5,48 ('Siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste') e Mt 19,21 ('Se vuoi essere perfetto... seguimi'). La comunità di Matteo si confrontava con due tendenze tradizionali divergenti: una che tendeva ad essere critica nei confronti della Legge (cf. Marco) l'altra che presentava Gesù come un interprete radicale della legge esistente (cf. Q). Da una parte, rifacendosi alla posizione della corrente critica, Matteo ritiene ancora necessaria la legge ma si emancipa da influenze farisaiche. Dall'altra, accetta il principio dell'universalità della Legge, ma ne riconosce l'origine giudaica. Con genialità, Matteo riesce a costruire un ponte tra le due rive della Legge. Questa tecnica risale alla fonte, in cui nessun affluente è ancora confluito nella corrente della Legge: il 'Padre perfetto' (Mt 5,48). Il verbo 'compiere', che per la prima volta il Gesù di Matteo coniuga alla prima persona singolare (Mt 5,17), sembra distribuire equamente l'amore del Padre a tutti i Suoi figli (buoni o cattivi, giusti o ingiusti). Il Gesù di Matteo invita i suoi veri figli a fare altrettanto (Mt 5,48a) seguendo quell'Unico che rivela il Padre (Mt 11,27) e dichiara 'Se vuoi essere perfetto... seguimi'. Tale pratica rappresenta la chiave per comprendere dal punto di vista esegetico l'insolito uso dell'aggettivo 'perfetto', trasposto dal livello umano a quello divino.
Nelle sue lezioni giovanili Heidegger ha confrontato la sua fenomenologia ermeneutica con l'analitica esistenziale cristiana condotta da San Paolo. Gli esiti di questo confronto non andarono perduti ma li ritroviamo sviluppati negli scritti della maturità. I motivi sono molteplici: l'opportunità del confronto tra la filosofia greca e l'esistenza cristiana; la necessità di elaborare una filosofia della religione a partire dall'analisi di una esperienza religiosa fattuale; la possibilità di istituire un metodo ermeneutico-fenomenologico basato sull'esperienza originaria della religiosità.
Il volume contiene un qualificato saggio di Friedrich-Wilhelm von Herrmann - discepolo e collaboratore di Heidegger - e i contributi di B. Casper, di U. Regina, di P. De Vitiis e di A. Molinaro, che ne approfondiscono e ampliano le tematiche.
La continuità e la discontinuità del cristianesimo con il giudaismo, con la sua fede e le sue istituzioni, agitano ogni pagina del Nuovo Testamento. E la discussione sulle radici ebraiche del cristianesimo è tornata in primo piano in seguito al ritorno alla Bibbia, alla persecuzione nazista degli Ebrei e alla conseguente vicenda palestinese. Il Vangelo di Marco contribuisce a far luce sui paradigmi del passaggio dal giudaismo al cristianesimo. L’Evangelista, nel mettere a fuoco la cifra simbolica del tempio di Gerusalemme, delineò la sua visione del rapporto tra cristianesimo e giudaismo in termini di superamento, non nella continuità ma nella rottura. Non solo e non tanto per l’inadempienza cultuale, ma per l’inadeguatezza della sua stessa natura come del suo senso, il tempio per Marco è impari alla novità evangelica, pertanto: sarà distrutto e sostituito con un altro ‘non edificato con mani d’uomo’.
In questa edizione aggiornata del libro pubblicato nel 1987, andato esaurito e dalla critica tenuto come un ‘classico’, l’Autore introduce all’esperienza della contemporaneità con le parole e i pensieri dell’Evangelista che, più degli altri, presenta la figura rivoluzionaria del Messia e propone, come fondamento della conversione alla nuova fede, il compimento dell’economia giudaica con la pienezza nella rivelazione salvifica di Gesù Cristo.
Pensare la Bibbia come un “grande codice di culture” significa riferirsi alla vitalità, complessa e suggestiva, della trasmissione inculturata dell’unica Parola di Dio. L’interpretazione della Bibbia è così frutto e cifra della presenza ispirativa e trasformativa del medesimo Verbo che dialoga con gli uomini: a fondamento della storia passata e contemporanea dell'Ebraismo e del Cristianesimo, è ancora oggi fattore di incontro e dialogo tra uomini e civiltà. Vengono qui ricostruiti modi e tappe dei processi di traduzione, interpretazione, adattamento e diffusione della Bibbia nelle teologie, nelle filosofie, nei modelli di formazione delle coscienze come nelle varie forme dell’arte, dai mosaici alla letteratura e al cinema.
Dopo un lungo lavoro vede finalmente la luce lo studio che ha impegnato l'autore nella ricerca e nella ricostruzione del patrimonio biblico documentato presso la Biblioteca della Pontifica Università Urbaniana e costituito da edizioni critiche della Bibbia, per l'AT (Ebraico, Greco, Latino), per il NT (Greco e Latino) e per parti distinte sia dell'AT come del NT; a questo genere di edizioni vanno aggiunte alcune della Bibbia Poliglotta e altre specifiche dei targumim aramaici, sia nei testi originali, come in traduzioni scientifiche. Numerose anche le varie edizioni delle Scritture nelle antiche versioni in Greco, Samaritano, Armeno, Siriaca, in Copto, Etiopico, Slavonico o Slavo antico, in Farsi, in Arabo. Dal quadro complessivo dell'opera, unica nella concezione anche se distinta in tre volumi, emerge un importante contributo filologico che implica la considerazione riservata alla storia linguistica, e nello stesso tempo teologica e culturale, delle versioni della Bibbia; in molti casi queste versioni emergono all'inizio della storia di molte Chiese e quindi ne giustificano una trattazione previa nelle rispettive aree geografiche di appartenenza.