C’è posto per Dio in un’etica filosofica? E quale sarebbe? Se partiamo da un quadro etico-normativo condiviso, è necessario riferirsi a Dio per comportarsi in modo corretto? Ma nell’orizzonte post-moderno un tale quadro è svanito: è forse necessario riferirsi a Dio per rielaborarlo? Chi ritiene che sia possibile elaborare un’etica senza presupporre la posizione di Dio, sostiene anche che essa sia indipendente da Dio – ossia che ammettere o negare Dio sia indifferente? Il presente volume, articolato in una parte storica e una parte sistematica, cerca di rispondere a queste domande. L’indagine storica fa emergere i problemi trattati, considerando le soluzioni proposte dai diversi pensatori nella loro integrità, evitando di incapsularle in un ordine ideologico pregiudiziale. La parte sistematica è tesa in primo luogo a stabilire se ci sia un sapere sul quale la normatività etica si fonda e che tipo di sapere sia; quindi si chiede se e in che modo si possa parlare di Dio; alla luce di ciò giunge a tematizzare il ruolo di Dio nella vita umana e nel discorso etico.
L'enciclica Laudato si' non soltanto ha provocato una accresciuta consapevolezza della questione ecologica e delle sue gravissime conseguenze etiche e sociali ma ha anche rilanciato la riflessione filosofica e teologica sul «Vangelo della creazione», titolo del secondo capitolo. Difatti, l'impegno cristiano per la salvaguardia della casa comune non si capisce fuori da una determinata visione teologica della natura e del posto dell'uomo nel creato. Pertanto, la Pontificia Accademia di San Tommaso ha voluto dedicare la sua XVII sessione plenaria al tema: «Dio creatore e la creazione come casa comune. Prospettive tomiste». Una trentina di accademici, provenienti da diverse parti del mondo, si sono ritrovati i giorni 16 e 17 giugno 2017 in Vaticano, nel Palazzo del Sant'Uffizio, per riflettere su questo tema. I presenti Atti sono il frutto di quelle giornate.