Questo manuale analizza la celebrazione liturgica in tutte le sue componenti, in particolar modo quelle che riguardano le dimensioni del tempo e dello spazio. Dopo aver chiarito il concetto di celebrazione liturgica e l'identità propria del popolo di Dio come soggetto celebrante - che parla un linguaggio liturgico fatto di gesti, Parola e parole, segni e simboli liturgici -, il testo si sofferma sul concetto cristiano di "tempo" e sul suo profondo rapporto con la liturgia, presentando l'Anno liturgico e la Liturgia delle ore quali "luoghi" dove il "tempo liturgico" rivela il Mistero di Cristo e la sua presenza. Ma la liturgia è anche "spazio". Ampio risalto acquista, dunque, in quest'opera la chiesa come luogo della celebrazione. Ci si sofferma sulla funzione mistagogica dell'edificio di culto e sul significato dei vari spazi liturgici, quali l'altare, l'ambone, la sede e il fonte battesimale. Un volume pensato per la ricerca e lo studio, ma indirizzato anche a coloro che amano e intendono approfondire la celebrazione liturgica nelle sue varie componenti.
Il tema che ha informato i contributi - Gesù è/e l'altro. Evangelizzare le periferie - è intimamente legato all'indole e agli obiettivi non solo del decreto Ad gentes, ma anche della stessa Università Urbaniana e trova sintonia nel Magistero di papa Francesco, specificamente col suo particolare e costante richiamo all'annuncio evangelico diretto alle "periferie", siano esse rappresentate da situazioni esistenziali, spirituali e materiali, geograficamente vicine o lontane rispetto all'unico centro che è, e deve essere, il vangelo di Gesù Cristo. si evince perciò che proprio nella Persona divino-umana di Gesù di Nazaret non vi è soluzione di continuità nella conoscenza di Dio e della persona umana, bensì vi si trovano i fondamenti per comprendere o ricomprendere la via all'altro (Dio ed essere umano), il metodo per l'incontro con quel "tu/tu" che svela l'io a se stesso, permettendogli di costruire la socialità tessuta della dignità umana e dei più autentici valori che caratterizzano le culture e le tradizioni umane dei popoli.
Anche per i credenti, il mistero che si dischiude in Gesù Cristo si è posto e continua a porsi, attraverso i secoli, come interrogativo fondamentale e ineludibile. È soprattutto il punto di vista degli uomini di fede che qui è fatto proprio dall'autore. In forma agile e coincisa, egli conduce la sua indagine con l'obiettivo di individuare i termini in cui il rapporto con Gesù è andato delineandosi sul piano storico e culturale e che disegnano quello sguardo appassionato che da due millenni ogni cristiano non smette di volgere al volto di Dio. Vi sono fatte emergere con chiarezza anche le tematiche teologiche legate al difficile rapporto tra storia e fede e alle molteplici immagini del Figlio di Dio offerte dalle diverse prospettive di ricerca contemporanea.
Il sacrificio nel linguaggio corrente è sinonimo di rinuncia. Originariamente, invece, era il momento in cui Dio incontrava il fedele per benedirlo (Es 20,24). Questo è il significato originario che aiuta a porre nella giusta luce il sacrificio per eccellenza della tradizione cristiana, ossia la morte di Cristo in croce. Cristo con la sua morte non placa l'ira di Dio provocata dai peccati dell'umanità, ma invece, associando l'umanità alla sua croce, insegna a trasformare la parte più disprezzata dell'esistenza, la sofferenza, in un sacrum. Sacrificio infatti deriva da sacrum facere, rendere sacro, divino. Ogni uomo può trasformare la sofferenza più incomprensibile, quella provocata dall'egoismo e dalla malvagità umana, in un'offerta sacrificale, che, quando vissuta in Cristo, porta alla resurrezione. Questa seconda edizione, oltre ad avere aggiornato la bibliografia, approfondisce sul piano critico il chiarimento del tema fondamentale del sacrificio, tenendo conto delle osservazioni pervenute da parte dei lettori e degli studenti dei corsi di teologia, nell'ambito dei quali l'opera è stata largamente utilizzata