Rivista di problemi pedagogici, educativi e didattici.
Dici “scuola”, e vengono subito in mente altre parole. “Futuro”, per esempio: qualsiasi società, in qualsiasi momento della storia, il domani se lo gioca lì, in quelle aule. Oppure, “speranza”, parente stretta dell’attesa di felicità che abita il cuore dei ragazzi e di chi vuole loro bene: i genitori, gli insegnanti... La scuola, in fondo, esiste per questo: custodire quella speranza, coltivare quell’attesa, è la sua stessa natura. Bene: se c’è un ambito che la pandemia ha messo in crisi più di altri è proprio quello scolastico. È stato scosso, spiazzato, diviso tra l’esigenza di proteggere i ragazzi (e le famiglie) dal virus e la necessità di non strapparli dal loro mondo, dai legami – fondamentali – con compagni e professori. Da ciò che esiste proprio per farli diventare uomini, cioè in grado di affrontare la realtà anche quando si presenta con il volto imprevedibile di un dramma globale.
Ecco perché la sfida di questi giorni è decisiva. Mentre scriviamo, la riapertura della scuola è ancora in bilico, e non solo in Italia. Si ricomincia, ma la pandemia mette a rischio in qualsiasi momento il ritorno tra i banchi. Orari e spazi, cattedre e classi restano per molti un’incognita. Ma abbiamo deciso lo stesso di parlare della scuola che verrà, per un motivo semplice: qualsiasi volto abbia – in presenza, a distanza o blended, come si usa dire oggi –, il nuovo anno scolastico si porta dietro un bagaglio ricchissimo: l’esperienza degli ultimi mesi. Guardare dentro quel bagaglio, capire cosa stiamo imparando oggi, è decisivo per non perdere l’occasione, per affrontare con più consapevolezza il domani, il futuro. E per accendere, appunto, la speranza.
Che, non a caso, è stata tra le parole chiave di un momento di svolta, in questa strana estate segnata dal Covid: il Meeting di Rimini. Non era affatto scontato che ci fosse, quest’anno. Ma è stata una grazia sovrabbondante vedere che ricchezza di contenuti, incontri, giudizi è seguita alla decisione di rischiare, di provare ugualmente a realizzarlo, in modo nuovo, per offrire un contributo arrivato davvero al mondo intero, anche grazie al digitale. Lo abbiamo raccontato online sul sito, clonline.org (i tempi di chiusura del giornale non ci permettevano altro), e lo riprenderemo di sicuro più avanti. Qui, però, ne offriamo il cuore: l’intervento di Julián Carrón su «dove nasce la speranza». Un dialogo in cui, a un certo punto, è emersa un’espressione di don Giussani che sintetizza bene la partita in corso: «La speranza è una certezza nel futuro in forza di una realtà presente». Quello che serve per crescere. E per vivere.
Uno strumento per vivere la Montessori 365 giorni all’anno!
Un’agenda per tutta la famiglia, organizzata seguendo le linee guida di Maria Montessori. Come amava dire lei stessa, più che un metodo, la sua didattica è un sostegno allo sviluppo del bambino, ne potenzia e valorizza le risorse, in modo che, durante la crescita, si senta felice, appagato e abbia fiducia in sé stesso. Quest’agenda suggerisce attività che coinvolgono genitori e bambino durante tutto l’anno, differenziandole a seconda delle stagioni e della possibilità di svolgerle all’esterno o dentro casa. Attività che consentono al bambino di sviluppare le proprie capacità motorie, di scoprire la natura, di relazionarsi con gli altri, ma anche di dar sfogo alla propria creatività. Imparare a riconoscere le parti di un frutto o le varie fasi della luna, preparare dei biscotti, curare una pianta: sono solo alcune delle tante attività grazie alle quali un bambino diventa consapevole di sé stesso e del mondo che lo circonda. E allora, cominciamo!
Ogni settimana include attività a seconda della stagione e dell’età: 0–3 anni, 3–6 anni
Le attività consentono al bambino di affinare i 5 sensi, di sviluppare capacità artistiche o pratiche, di conoscere il mondo esterno e ciò che lo circonda dentro casa
Un glossario che aiuta i genitori a scoprire i punti chiave del metodo Montessori
Volume pubblicato in occasione dei cinquant’anni dalla nascita della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium” affidata alle Figlie di Maria Ausiliatrice che racchiude le ragioni, la storia, le testimonianze e gli sviluppi di questa istituzione che ebbe inizio formalmente il 27 giugno 1970 con l’approvazione da parte della allora Sacra Congregatio pro Institutione Catholica per la consociazione della neonata Facoltà di Scienze dell’Educazione al Pontificio Ateneo Salesiano.