Quale ragione ha spinto diversi giornali ad attribuire la strage di 77 norvegesi a non meglio precisati estremisti islamici, finché non è stato chiarito che l'esecutore era un terrorista xenofobo autoctono? Perché la Svizzera, un paese con quattro minareti, indice un referendum per proibire questi simboli religiosi? Per quale motivo la proposta di costruzione di un centro culturale islamico nel Lower Manhattan, vicino a Ground Zero, accende un dibattito politico incandescente negli Stati Uniti? Nella Nuova intolleranza, Martha C. Nussbaum esamina alcuni casi esemplari di islamofobia per raccontare la pericolosità delle reazioni dettate dalla paura. Attingendo alla grande tradizione umanista della filosofia, della storia e della letteratura, indica un percorso che va oltre le ristrette risposte offerte dall'Occidente, verso un modello di società più equa, inventiva e libera. La paura, scrive Nussbaum, è la più narcisistica delle nostre emozioni. Manipolando le ansie legittime si producono leggi e politiche contro chi è diverso. Per superare l'intolleranza è necessario applicare con costanza il rispetto delle coscienze e la capacità di comprensione. Nussbaum ci sfida ad abbracciare la libertà di religione per tutti, estendendo agli altri quello che chiediamo per noi.
Ideato in occasione del Centocinquantenario dell'Unità, il volume (che raccoglie gli Atti del LI Convegno di studi sulla Riforma e sui movimenti religiosi in Italia) si propone di indagare la storia delle chiese evangeliche in Italia e i rapporti intercorsi nell'età risorgimentale - che per gli evangelici fu stagione di grande impegno civile e predicazione partecipe - tra il protestantesimo europeo e quello italiano. A qualche anno dalla scomparsa di Giorgio Spini, grande fautore di questi studi, gli autori si sono così soffermati sulle influenze - tanto spirituali quanto materiali - del protestantesimo europeo nel nostro Paese nonché sui modelli di autorappresentazione degli evangelici italiani. Scritti di Alessia Artini, Eugenio Biagini, Mario Cignoni, Vittorio Criscuolo, Davide Dalmas, Ida De Michelis, Giacomo Carlo Di Gaetano, Stefano Gagliano, Filippo Maria Giordano, Gianni Long, Simone Maghenzani, Domenico Maselli, Giuseppe Platone, Danilo Raponi, Marcella Pellegrino Sutcliffe, Laura Venturi e Lothar Vogel.
La parrocchia che, con l’aiuto di Dio e di Maria, vogliamo salvare, è una realtà di primaria importanza. La parrocchia è come una cellula della diocesi. Cellula, cioè parte viva che riceve e assicura la vita dell’intero organismo.
Una strana e pericolosa eresia conquista i cuori dietro le mura di Münster, Germania. Il Papa è l'Anticristo, il battesimo dei bambini è un obbrobrio e "un cristiano non deve possedere denaro: il suo argento, e il suo oro appartengono a ognuno" - così afferma Rothmann, uno dei più ascoltati predicatori di quella cittadina tedesca. "Secondo la profezia di Zaccaria" gli eretici di Münster - chiamati Anabattisti - hanno suddiviso la città in tre parti e hanno dato inizio alla purificazione cambiando nome alle strade; hanno anche proclamato un profeta, originario di Leida: Jan Matthys "inviato come Enoch...". Alla sua morte succede Bockelson che diventerà presto il padrone della città, il Re degli anabattisti. Ma il suo regno, che durerà un anno e mezzo circa, sarà sanguinario e folle. Caratterizzata dalla comunione dei beni e delle donne e da una repressione sanguinaria contro chi mette in dubbio la parola e l'autorità del re-profeta, questa vicenda può essere considerata il primo grande esperimento di trasformazione sociale rivoluzionaria compiuto nell'Occidente. Ne è convinto Reck-Malleczewen, che in questo saggio storico tratteggia sconvolgimenti e orrori che hanno caratterizzato la storia rivoluzionaria di Münster e soprattutto la sua sanguinosa repressione.
Verso la fine degli anni Novanta a Guadalcanal, nelle Isole Salomone a nord-est dell'Australia, esplode una guerra civile tra autoctoni e coloni originari della vicina isola di Malaita. Nel corso del conflitto, molte comunità religiose, anglicane e cattoliche, aprono le loro case per soccorrere la popolazione e le Chiese mobilitano la società civile per far convergere le parti attorno al tavolo della pace. Sette membri della Melanesian Brotherhood, fraternità anglicana impegnata nel disarmo, vengono uccisi nel corso di un tentativo di aprire il dialogo con un leader della guerriglia. Attraverso documenti e interviste, l'autrice ricostruisce la continuità spirituale che lega questi martiri contemporanei a quelli dell'epoca dell'evangelizzazione delle Isole Salomone. "Il martirio di sette di questi fratelli per mano del capo di una feroce milizia ha scioccato l'intera popolazione delle isole e ha avuto un ruolo importante nell'accelerare l'avvento di una soluzione pacifica (?). Alcune loro memorie, oggetti religiosi a loro appartenuti, sono preziosamente custodite nella chiesa di San Bartolomeo a Roma dalla Comunità di Sant'Egidio, la cui visione e testimonianza evocano, con molte somiglianze, l'impegno appassionato della Fraternità". (Dalla prefazione dell'Arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams).
Persa una gamba nella battaglia di Waterloo, il giovane colonnello inglese John Charles Beckwith abbandonò la carriera militare e si dedicò agli studi, in particolari quelli storici, scoprendo, attraverso le pagine di viaggio nelle valli valdesi di W. S. Gilly, la vicenda dell'antica Chiesa riformata del Piemonte, che divenne la sua ragione di vita. Amato, anche se non sempre assecondato, "benefattore dei valdesi", Beckwith si dedicò senza sosta a fondare scuole e diffondere l'istruzione nelle valli, a costruire i templi di Torre Pellice e Torino nonché a spingere la classe dirigente valdese a passare dal francese all'italiano, preparandola a immettersi nell'onda del Risorgimento.
Edita tra il 1912 e il 1931 dalla Facoltà della Scuola Teologica Battista di Roma, la rivista di studi religiosi "Bilychnis" prese il nome dalla lucerna a doppia fiammella dei primi cristiani, nell'intento di raffigurare il bisogno di alimentare tanto la fiamma della scienza quanto quella della fede. In nome della libertà di coscienza e del "principio fecondo della collaborazione di elementi diversi", "Bilychnis" fu luogo d'incontro e di riflessione tra uomini di fedi e di posizioni differenti, ospitando, oltre a importanti voci del protestantesimo, il contributo di studiosi quali G. Levi Della Vida, D. Lattes, E. Lo Gatto, G. Tucci, G. Rensi. Le sue pagine documentano l'esigenza di un rinnovamento spirituale che si alimentava nella tensione, dialettica e talvolta contraddittoria, tra fede e ragione, tra cristianesimo e mondo moderno.
Scritti per la maggior parte dal 1982 al 2009, sono qui ospitati testi che non hanno connessione fra di loro, se non la fonte: la mente, la parabola esistenziale dell’autore e il variare degli interessi. Obbediscono spesso a una molla supplementare, il caso: ora la richiesta di un intervento pubblico, ora l’introduzione a uno scritto proprio o altrui, un notiziario o un riepilogo del proprio lavoro, la testimonianza su un’esperienza di vita. Qui raccolti, seguono l’ordine cronologico della redazione, assente un disegno preordinato che li comprenda tutti.
Alla base di questi testi c’è un’esperienza, avendo vissuto metà della vita in un contesto arabo.
Un lungo saggio della raccolta sembra metaforicamente illustrare il tradizionale nostos, quando si riprende la via di casa. L’autore lo fa cogliendo il pretesto del restauro per sé di un edificio antico. Una raccolta di scritti brevi offre infine come in un dagherròtipo l’immagine di alcuni personaggi che hanno arricchito una vita e un esempio di letture fondamentali, come Flaubert e Mann. Poiché l’autore di questi mémoires è un romanziere c’è anche qualche stralcio di narrativa.
La raccolta completa dei saggi sull'Oriente e l'Occidente di uno dei maggiori scrittori contemporanei, che esplora i temi dell'islam e della cultura tedesca dle '900. Dai grandi romanzieri dell'800, un percorso che mostra le fonti dello scrittore ma offre anche un modello di conoscenza aperta al dialogo fra religioni e cultura.
«Questo è un libro di buona fede, lettore. Esso ti avverte, fin dall’inizio, che mi sono proposto soltanto uno scopo domestico e privato. Non mi sono affatto proposto di essere utile a te né alla mia gloria. Le mie forze non sono capaci di un tal disegno. L’ho dedicato all’utile particolare dei miei parenti ed amici: affinché quando mi avranno perduto (cosa che accadrà molto presto) vi possano trovare alcuni tratti delle mie qualità e delle mie tendenze, e così conservare più completa e viva la conoscenza che hanno avuto di me. Se fosse stato per acquistare il favore della gente, mi sarei fatto più bello e mi presenterei con un andamento studiato. Voglio che mi si veda in maniera semplice, naturale e consueta, senza sforzo né artificio: giacché è me stesso che io dipingo. Vi si leggeranno al vivo i miei difetti e la mia immagine, per quel che il rispetto del pubblico me l’ha permesso».
(Monsieur Michel de Montaigne
Pastore valdese e poeta, teologo cristiano, conoscitore del buddhismo, soldato in trincea durante la prima guerra mondiale - da dove, negli ultimi due anni del conflitto, indirizzò toccanti diari di guerra alla fidanzata, Lily Malan -, sostenitore della Resistenza nel Comasco dal 1943 al 1945 e pacifista, tutto questo è Carlo Lupo (1895-1966). Questo libro presenta una visione d'insieme grazie a un nutrito coro di voci, la vita e il pensiero di Carlo Lupo, mettendo inoltre in evidenza il rapporto vitale tra la sua appassionata predicazione dell'evangelo e la sua decisa azione politica negli anni del fascismo, della seconda guerra mondiale e della Resistenza.
Il volume nasce dall'intento di problematizzare l'immagine riduttiva, assai diffusa nel dibattito italiano, della figura e dell'opera di Giovanni Calvino, spesso considerato il precursore di un capitalismo selvaggio, nonché di approfondire criticamente lo statuto scientifico del calvinismo, in particolare quello politico. Dottrina confessionale e movimento ecclesiale originato dall'insegnamento del Riformatore di Ginevra, il calvinismo diventa ben presto una più ampia e variegata corrente religiosa e politica al cui interno confluiscono le esperienze di altri capi di comunità cittadine riformate quali Bucer e Zwingli. Il calvinismo politico segna quindi l'aumento progressivo e rivoluzionario dell'influenza del pensiero teologico-ecclesiale e civile di Calvino sulle società europee ed extraeuropee a lui contemporanee e successive, diventando una sorta di modello composito e stratificato che vede nella "Politica" di Althusius una delle sue più rilevanti espressioni teorico-sistematiche.