Tema del mese: Il vangelo della creazione.
"Creazione significa essere consapevoli di un legame di ogni essere con Dio."
Arturo è un trentacinquenne, non ha ancora una fidanzata e fa l'agente immobiliare. Il suo principale obiettivo nella vita è mantenere immutato lo stato delle cose. Ha poche passioni che, con scarso successo, cerca di condividere con gli amici di calcetto. La più importante e irrinunciabile sono i dolci, in particolare quelli con la ricotta. Almeno fino a quando entra in scena lei, Flora: la figlia del proprietario della pasticceria che fa gli sciù più buoni di Palermo, il dolce preferito di Arturo. E in un istante diventa la donna dei suoi sogni. Sveglia, intraprendente, ma anche molto cattolica, Flora sulla religione ha la stessa pignoleria di Arturo sui dolci, ed è proprio così che lui la conquista, interpretando Gesù durante una Via Crucis. Quel giorno è per Arturo un vero calvario, perché durante il tragitto si accorge di aver dimenticato i più semplici insegnamenti cattolici e sbaglia tutto, dando vita a una rappresentazione ai limiti del blasfemo. Ciò nonostante, Flora s'innamora e per un periodo felice i due stanno insieme, senza che lei si accorga della sua indifferenza religiosa e, naturalmente, senza che Arturo la confessi. Un precario equilibrio, fatto di sotterfugi e risposte liturgiche bofonchiate a mezza voce, che non può durare. Quando lei se ne accorge, Arturo, un po' per sfinimento e un po' per provocazione, reagisce con insolita fermezza: seguirà alla lettera la parola di Dio. Per tre settimane. Una rivoluzione che cambierà la sua vita, rivelando a lui, ma anche a Flora e a tutti coloro che li conoscono, amici e colleghi compresi, una verità molto scomoda. Pif esordisce nel romanzo con un'opera che ci costringe a riconsiderare i rapporti che ci legano gli uni agli altri e il senso profondo delle parole solidarietà, uguaglianza, verità.
Tempo ordinario - Tempo di Quaresima. Periodico religioso mensile (anno 13 - n. 2 febbraio 2020) in edizione tascabile che propone due pagine quotidiane - una pillola di liturgia delle Ore - per chi vuole dedicarsi alla preghiera in un momento della giornata, oltre al rito della Messa, alla liturgia della Parola e alle parti proprie delle celebrazioni eucaristiche feriali e festive, affiancate dal commento. Le riflessioni sono curate da fr. MichaelDavide, fr. Adalberto Piovano, fr. Luca Fallica e fr. Roberto Pasolini. Arricchiscono la rivista il calendario interreligioso, la segnalazione, le giornate particolari - ecclesiali e civili - e alcune pagine di riflessione. Abbonandosi all'edizione web sarà possibile scaricare i contenuti in formato PDF. Iscrivendosi alla newsletter, si riceverà quotidianamente via e-mail il link al PDF della messa del giorno.
Queste "Ultime conversazioni" rappresentano il testamento spirituale, il lascito intimo e personale del papa che più di ogni altro è riuscito ad attirare l'attenzione sia dei fedeli sia dei non credenti sul ruolo della Chiesa nel mondo contemporaneo. Indimenticabile resta la scelta di abbandonare il pontificato e di rinunciare al potere: un gesto senza precedenti e destinato a cambiare per sempre il corso della storia. In questa lunga intervista con Peter Seewald il papa affronta per la prima volta i tormenti, la commozione e i duri momenti che hanno preceduto le sue dimissioni; ma risponde anche, con sorprendente sincerità, alle tante domande sulla sua vita pubblica e privata: la carriera di teologo di successo e l'amicizia con Giovanni Paolo II, i giorni del Concilio Vaticano e l'elezione al papato, gli scandali degli abusi sessuali del clero e i complotti di Vatileaks. Benedetto XVI si racconta con estremo coraggio e candore, alternando ricordi personali a parole profonde e cariche di speranza sul futuro della fede e della cristianità. Leggere oggi le sue ultime riflessioni è un'occasione privilegiata per rivivere e riascoltare i pensieri e gli insegnamenti di un uomo straordinario capace di amare e di stupire il mondo.
Questo libro ricostruisce i rapporti fra la sinistra italiana e gli ebrei, dal 1892, quando nacque il Partito socialista, alla crisi della cosiddetta prima Repubblica. I protagonisti sono le donne e gli uomini che, in nome del socialismo di matrice marxista, aderirono ad alcune delle più importanti organizzazioni di massa del Novecento. E gli interrogativi a cui l'autrice cerca di rispondere sono i seguenti: chi sono stati e chi sono gli ebrei per i socialisti? Sono oppressi, e quindi insieme a tutti gli sfruttati del mondo partecipano alla lotta per l'avvento di una nuova civiltà, oppure ostacolano la realizzazione del socialismo? Accanto alla storia dei partiti, nella trattazione hanno ampio spazio gli intellettuali che vissero a stretto contatto con la politica. Da questo punto di vista, la rappresentazione dell'antisemitismo, del sionismo e del conflitto arabo-israeliano, negli scritti degli storici, dei filosofi e dei sociologi, ma anche nel cinema, nei romanzi e nella produzione della cultura di massa, aiuta ad approfondire la ragione delle scelte politiche. Nell'arco di un secolo, a delinearsi è una storia di relativa sottovalutazione della questione ebraica.
L'ideologia corrente esorta all'empatia confondendola con l'altruismo o persino con la bontà. È un errore fatale. Attraversando arte, filosofia e psicologia, questo libro smonta la connessione semplicistica e falsa tra morale ed empatia e ne costruisce una, più complessa, tra empatia e umanità. Tutti siamo empatici, ma non tutti siamo buoni. L'empatia, infatti, è necessaria anche ai torturatori, ai sadici, a chi - e il mondo contemporaneo, con i suoi muri e le sue derive securitarie ne fornisce innumerevoli esempi - contrappone il "noi" agli altri. Noi non siamo buoni perché siamo empatici ma possiamo diventare migliori conoscendo l'empatia, la sua forza, le sue strategie, i suoi segreti.
Nel centenario della nascita di Federico Fellini, questo alfabeto dei sogni racconta l'estetica incantata e il linguaggio del regista riminese, inseguendone forme ed espressioni nei film e ritrovandole poi, vive più che mai, nella cultura e nella società d'oggi. Dalla A di Amarcord alla V di Vitelloni, alla Z di Zampanò - passando per la E di Ekberg e la G di Giulietta, la P di Paparazzo e la R di Rex - lasciamoci allora guidare alla scoperta della poetica felliniana e della straordinaria vita dell'artista, affollata di incontri e ricca di onori, eppure segnata dalla solitudine di una perenne ricerca. Nello specchio dell'infanzia e nei labirinti del desiderio, non meno che nella realtà quotidiana di un'Italia in radicale trasformazione, egli fu tra i pochi a saper cogliere il Paese in divenire, regalandoci un immaginario che ormai è diventato struttura del profondo.
Il malessere che innegabilmente serpeggia nella cristianità e le diffuse tentazioni contro la speranza sono la ragione pastorale di questo libro. Esso vuole offrire ai credenti un saggio di diagnosi e un saggio di terapia. La diagnosi è compiuta indicando schematicamente gli «idoli» che, issati sul piedistallo delle imperanti mode culturali, oggi ci chiedono un culto arbitrario. La terapia suggerita sta nella proposta di recuperare l'integrità spirituale che conviene all'uomo di fede. A sostenere e ravvivare la speranza, si offrono le tre meditazioni teologiche ritenute concretamente più necessarie al ritorno della buona salute: sul senso del male e il nostro impegno a lottare; sulla vittoria di Cristo, che è certa e già in atto; sulla bellezza del disegno eterno di Dio, che si avvera nella vita ecclesiale.
Il Codice, con il suo formato pratico e versatile, rappresenta uno strumento utile per una agevole e veloce consultazione delle norme, nonché di tutta la legislazione complementare, senza rinunciare alla completezza e all'aggiornamento. All'interno del volume, infatti, oltre alle norme del codice civile, vi è una attenta selezione di normativa complementare, aggiornata alle ultime novità legislative.
Gonzalo fa un mestiere insolito. Impiegato come cerimoniere presso la Società per la Cremazione di una grande città, si occupa di organizzare e presiedere funerali laici nella Sala del Commiato dell'antico Cimitero Monumentale. Nel corso dei dodici anni passati al Tempio Crematorio gestisce con passione e professionalità migliaia di riti funebri. È sposato con Gloria, conosciuta fra i banchi universitari, e ha una figlia, l'adoratissima Inés, che all'età di otto anni cade in uno stato di coma profondo a causa di una misteriosa malattia. Confinato fra le mura di una stanza d'ospedale, il destino di Inés è appeso a un filo. Tra padre e figlia si instaura un dialogo silenzioso, fatto di presenza e di musiche ascoltate insieme. Tra queste, le canzoni e il tip tap di Gene Kelly, l'unico in grado di indurre sulle palpebre di Inés quello che sembra un accenno di vitalità. La speranza, sempre più labile, di trovare una cura in grado di svegliarla, un giorno viene inaspettatamente riaccesa da Malaguti, uomo equivoco e affascinante che propone a Gonzalo di lavorare per lui, o meglio per la sua anziana padrona. In cambio della promessa di ricoverare Inés in una clinica esclusiva, Gonzalo abbandona la vecchia occupazione per passare alle dipendenze della Signorina Marisòl. Capostipite di una potente famiglia, la donna vive in una grande villa in collina, senza mai uscire dalla sua camera da letto. Il suo aspetto è quello di una nonnina decrepita, ma una volta alla settimana la sua natura mostruosa le impone di divorare carne umana. Ormai troppo debole per procacciarsi cibo da sola, ha bisogno di un assistente in grado di cercare e condurre da lei le vittime sacrificali. L'impresa non è semplice, gli ostacoli sono molti, e Gonzalo dovrà fare i conti non soltanto con il desiderio di salvare la figlia, ma anche con il bisogno di redimersi. E sarà proprio l'anziana Marisòl ad aprirgli gli occhi, insinuando il dubbio che anche lui sia un mostro come lei, come tanti, e come tutti illuso che i semi della mostruosità dimorino sempre altrove.
«La civilizzazione e la cristianizzazione dell'Africa: ecco il grande problema di oggi. In qualità di figlio del deserto, ora missionario, ho giudicato mio stretto dovere di patriottismo esprimere pubblicamente il mio parere per allontanare le stravaganti opinioni che [gli europei] hanno della razza nera, proponendo il modo più giusto di studiare la questione». Comincia così uno degli scritti finora inediti di Daniele Sorur Pharim Den. Primo prete d'origine sud-sudanese, la sua è la voce critica di un africano del diciannovesimo secolo che arriva a delineare una visione originale di chiesa nera e di riscatto per il proprio continente. Ma chi era Sorur, e perché è così importante riscoprirne la figura ed il pensiero? Nato intorno al 1860 in un villaggio dinka dell'attuale Sud-Sudan, anche Pharim figlio di Den, come la più nota Bakhita (1869-1947), è ancora solo un bambino quando cade vittima delle tratte transahariane di schiavi e gli viene attribuito il nome di Sorur da un mercante di lingua araba. A circa tredici anni è liberato dal missionario Daniele Comboni, che lo battezza con il suo stesso nome e lo porta con sé in Italia, al Collegio Urbano di Propaganda Fide. Nel 1887, dopo aver terminato gli studi presso i gesuiti di Beirut, è ordinato sacerdote al Cairo. Fino alla morte per tubercolosi all'alba del 1900, si dividerà tra l'attività di insegnante in Africa e i lunghi viaggi di animazione missionaria e antischiavista in Europa. Con la sua vita ed i suoi scritti, alcuni dei quali giudicati all'epoca troppo audaci per venir pubblicati, Sorur ci offre oggi un prezioso punto di vista non eurocentrico sulla storia globale di fine Ottocento, accompagnandoci in un viaggio ricco di spunti di riflessione anche per ripensare il nostro tempo.