Il buon Gesù mi ha detto: "Tu, aiutata da me, organizzerai un grande e magnifico Santuario dedicato al mio Amore Misericordioso... attirando a me quanti passeranno e si fermeranno in queso coccolo di anime".
Il presente volume contiene una trattazione completa ed esaustiva di tutti gli argomenti oggetto dei 24 CFU.
Il manuale è diviso in quattro aree riguardanti:
- competenze psicologiche
- competenze antropologiche
- competenze pedagogiche
- competenze metodologiche – didattiche
Marco Agrippa fu la personificazione dell'espressione "braccio destro". Come uomo di fiducia di Augusto condusse guerre, pacificò province, adornò Roma e giocò un ruolo cruciale nello stabilire la Pax Romana dei successivi due secoli: tutto ciò nella consapevolezza che non avrebbe mai governato di persona. Per secoli gli storici si sono interrogati sulla sua apparente mancanza di ambizione, sul rapporto di amicizia che dalla giovinezza lo legò a Caio Ottavio, nipote di Cesare.
Già dalla lotta contro i cesaricidi Agrippa si rivelò necessario per la vendetta di Ottaviano, acquisendo la reputazione di ottimo ammiraglio nella lotta contro Sesto Pompeo e nell'epica battaglia di Azio che segnò la fine di Marco Antonio e Cleopatra nel 31 a. C.
Condusse le legioni nel Bosforo Cimmerio, in Gallia e in Illiria. Sempre in Gallia Agrippa estese la rete viaria abbozzata da Cesare, in Giudea consolidò i rapporti con Erode e stabilizzò la regione. Si occupò del restauro di Roma e di vitali opere pubbliche, fino alla costruzione di un monumento simbolo come il Pantheon.
Agrippa fu insomma un alter ego dell'imperatore, che gli diede in sposa la figlia Giulia e adottò i tre figli della coppia, sperando di farne eredi al trono. La morte precoce di Agrippa il 12 d.C. privò Augusto del suo miglior collaboratore, ma il sangue di Agrippa continuò a scorrere nelle vene di esponenti della dinastia più ambizioni, come Caligola e Nerone.
Come hanno potuto milioni di americani identificarsi ne1la narrazione deliberatamente aggressiva di Donald Trump? Com'è possibile che tanti europei girino lo
sguardo di fronte a migliaia di persone che affogano nel Mediterraneo? Come è potuto tornare il richiamo del nazionalsocialismo ne11e province orientali europee? Che cosa, infine, fa chiedere agli occidentali minore giustizia sociale, proprio quando aumentano le disuguaglianze?
Viaggio al termine dell'occidente percorre le strade lungo le quali ci stiamo perdendo: da Berlino a Washington, da Roma a San Francisco, cerca i segnali di uno smarrimento che sta modificando anche il carattere delle persone.
Le radici de1 problema sono ne1 funzionamento della società e dell'economia che
non produce più convergenza e comuni obiettivi. Da quando tecnologia, finanza
e capitale umano si concentrano in singole professioni, settori o aree geografiche, la dinamica che segna g1i individui è quella de11a divergenza. Non si tratta
solo di diseguaglianze, ma di interi destini che divergono, per alcuni verso quello
che sembra un declino inarrestabile, per altri verso un'indifferenza esistenziale
e un senso di distacco e superiorità.
Se il linguaggio della convergenza era ia sconfitta della povertà e il benessere di
tutti, quello de11a divergenza è la discriminazione e 1a recriminazione: costruiamo muri e riteniamo che le sofferenze altrui siano giustificate. Quando l'incrudimento dei destini personali coincide con la divergenza di interi Paesi, la
retorica nazionalista finisce per prendere i1 sopravvento.
Il viaggio tocca anche l'Italia, il Paese in cui da anni le scelte pubbliche assomigliano alla Lotteria di Babilonia e che è ora più esposto di altri alle tentazioni autoritarie.
Tutti conoscono Pinocchio, uno dei libri più popolari della storia. Pochi, forse, si sono resi conto che Collodi ha scritto una delle più belle parabole della condizione umana. Qui Franco Nembrini rilegge l'avventura del celebre burattino mostrando come si tratti in realtà della storia del pinocchio che è in ciascuno di noi, del desiderio invincibile del cuore di tutti di ritornare a casa.
In questo libro, la beata Concepción Cabrera de Armida (Conchita) presenta, attraverso le labbra di Maria Santissima, le principali scene evangeliche, dalla nascita di Gesù a Betlemme fino all'Ascensione. Attraverso i sentimenti del cuore di Maria, il lettore entra in intimità con Gesù e sente crescere dentro di sé il desiderio di imitarlo e di adottare atteggiamenti simili a quelli della Madre, che non solo meditò gli insegnamenti di Gesù nel suo cuore, ma lo sostenne fino alla fine diventando "Corredentrice".
La comunione eucaristica in bocca: una pratica antiquata? Forse non tutti conoscono la verità...
La voce di Frate Alessandro ci accompagna alla riscoperta del "mito" e della "meta" che per secoli ha affascinato viaggiatori e sognatori: l'Italia, il paese del sole e del bel canto!Attraverso la canzone popolare della nostra tradizione, ci coinvolge e ci commuove con l’amore per la patria, con la malinconia di chi parte e l’entusiasmo prorompente di chi torna con genuino sentimento religioso. Ad accompagnarlo in questo lavoro e a dargli un sapore del tutto particolare, al piano Manuel Magrini giovane talento del Jazz Italiano, alla chitarra Fabrizio Fanini e al sax Javier Girotto.
Mario Tobino dirigeva il "manicomio" di Lucca quando, nel 1978, la legge 180 sancì la chiusura degli ospedali psichiatrici. Con un linguaggio terso ed elegante, egli dà voce alla propria amarezza e allo sgomento di fronte al mistero della follia. Dalla sua memoria emergono i ritratti delle ricoverate, con le loro sofferenze e i loro affetti, le grida selvagge e gli spersi sorrisi, ma anche i paesaggi e i personaggi dell'ospedale-città. E insieme riflessioni più teoriche sulla psichiatria e sugli psicofarmaci, con violente accuse professionali e visionarie utopie. "Gli ultimi giorni di Magliano" e l'appendice con pagine tratte dal diario personale di Tobino sono testimonianze preziose del suo impegno per un'umanizzazione della psichiatria, nella convinzione che «i matti sono creature degne d'amore».
Gli autori dell'opera si interrogano sulla natura del presepe, sulla sua origine e sui suoi elementi costitutivi; da questo percorso emergono tratti di un fenomeno universale e perciò multiculturale, radicato nella storia del cristianesimo. Il presepe è un fenomeno espressivo più popolare rispetto a certa arte sacra, più legato rispetto da altri oggetti destinati alla devozione. In tal senso il presepe ha potuto diventare un veicolo della cultura locale, contrassegnato da una forte conservazione degli elementi e delle figure che fanno parte della messa in scena della natività. La duttilità del presepe a innervarsi nelle culture è resa più straordinaria della fedeltà al nucleo scenico centrale attorno al quale si nuove tutta la varia umanità. Il volume mette in evidenza la varietà espressiva presente nel fenomeno del presepe, dando spazio alle differenti tradizioni e culture che hanno dato vita a rappresentazioni della natività nelle forme più varie, sia nel corso della storia che nelle diverse regioni del mondo, dall'Europa all'America Meridionale, dall'Africa all'Asia.
Con contributi di Emanuela Fogliadini e François B?spflug.
Nella storia dell'umanità, fin dai suoi albori, l'espressione artistica è rivelatrice dell'essenza di ogni cultura.
Il volume si propone di fornire al lettore un quadro generale dello status questionis degli studi sulla società italiana negli anni di guerra. Scritti dai maggiori esperti della storia della prima guerra mondiale, i vari saggi affrontano diversi aspetti della realtà bellica, e sono suddivisi secondo tre fondamentali settori di ricerca: le culture, sia di guerra che di pace; la società, di cui vengono descritti i caratteri politici, economici e di trasformazione sociale; infine le rappresentazioni della guerra, visive ed immaginarie. Il volume è preceduto da un'ampia introduzione storiografica, che percorre l'andamento degli studi a partire dal dopoguerra.