Il catalogo della mostra propone una lettura della formazione e delle fasi arcaiche della città che privilegia i dati archeologici, presentando oltre 1.000 manufatti in parte inediti. Una quantità sorprendente anche se non esaustiva dell'immenso patrimonio di Roma.
Il Rapporto Annuale Federculture 2019, come ogni anno, rappresenta un appuntamento di verifica dello stato di salute della cultura italiana. I saggi e le analisi statistiche presenti nel volume disegnano un quadro ricco e approfondito di ciò che accade nei territori, nella società, sul fronte delle politiche pubbliche e sul versante dell'impresa culturale, di chi, cioè, produce cultura in Italia. La lettura dello scenario che emerge ci dice che occorrono impetuose politiche di incremento del consumo culturale, che cerchino di mobilitare più risorse possibili, sia di tipo pubblico sia di provenienza privata. I temi in agenda, che il Rapporto mette in evidenza, sono molti: dare seguito alla normativa speciale per le imprese culturali e creative, una risorsa decisiva anche per l'economia del Paese; continuare nelle politiche di incentivo alla programmazione; defiscalizzare i consumi culturali; ampliare il raggio di azione di Art bonus e di App18; incrementare gli investimenti in cultura per la conservazione e per la produzione culturale. La crescita dell'Italia passa anche attraverso la cultura. E attraverso la cultura possiamo dare un contributo complessivo al miglioramento dell'Italia, alla sua reputazione internazionale, alla sua consapevolezza di Paese ricco di storia e di un patrimonio culturale fra i primi al mondo, all'accompagnamento di processi economici di grande rilevanza. Tutto questo non può essere fatto con una sola legge di bilancio. Occorrono programmazione, convinzione, continuità. Testi di: Andrea Alemanno; Giuseppe Barolo; Gabriella Battaini-Dragoni; Alessandro Bollo; Carolina Botti; Franco Broccardi; Salvatore Aurelio Bruno; Marco Cammelli; Andrea Cancellato; Annalisa Cicerchia; Cecilia Cognigni; Stefano Consiglio; Oriana Cuccu; Paola Raffaella David; Marco D'Isanto; Silvano Falocco; Carlo Fontana; Dario Franceschini; Serena Fumagalli; Tiziana Gibelli; Manuel Roberto Guido; Luigi Leva; Vanessa Menicucci; Vito Minoia; Anna Misiani; Alfredo Moliterni; Francesco Moneta; Fabio Pagano; Nando Pagnoncelli; Stefano Parise; Daniela Picconi; Carlo Luigi Pirovano; Arianna Riccardi; Simona Ricci; Giacomo Roma; Daniele Ruggeri; Severino Salvemini; Irene Sanesi; Costanza Sartoris; Giulia Sbianchi; Gabriele Sepio; Elsa Signorino; Adriano Solidoro; Remo Tagliacozzo; Antonio Taormina; Daniela Tisi; Stefania Trenti; Laura Valente; Giuliano Volpe.
«Confesso, con Neruda, che ho vissuto. Ma mi corre l'obbligo di confessare anche che, alla mia veneranda età, molte delle cose per le quali ho vissuto mi appaiono fatte da una persona che aveva il mio nome, le mie fattezze, ma che sostanzialmente non ero io.» Inizia così questa specie di autobiografia, leggera come l'aria, fatta di frammenti di vita allegri e malinconici. Con pochi tocchi della sua inconfondibile scrittura, Andrea Camilleri allestisce una galleria di incontri, letture, ricordi ed emozioni, un'agrodolce cronaca dell'età che avanza. Perché «il tempo è una giostra sempre in funzione. Tu sali su un cavalluccio o un'automobilina, fai un bel po' di giri, poi, con le buone o con le cattive, ti fanno scendere».
Straordinari documenti di pietra della cristianità, le basiliche e le cattedrali hanno raccontato nel corso dei secoli la progressiva e inarrestabile affermazione della religione rivelata da Gesù Cristo, diventando così uno dei simboli più tangibili della civiltà occidentale. Molti tra questi luoghi sacri, realizzati dai primi anonimi costruttori paleocristiani piuttosto che dai più importanti architetti del Rinascimento e della nostra contemporaneità, sono stati dichiarati dall'UNESCO Patrimonio dell'Umanità. In quest'opera di ampio respiro l'evoluzione dei tipi della basilica e della cattedrale è analizzata attraverso una selezione di trentasei edifici costruiti nell'arco di oltre quindici secoli, dal VI al XXI, in dodici Paesi di tre continenti: Europa, Asia e America. Il volume ripercorre la storia di questi celebri monumenti della fede, descrivendoli nella loro continua trasformazione dal punto di vista dei sistemi costruttivi, delle esigenze liturgiche, del linguaggio architettonico e degli apparati decorativi, per offrire ai lettori una suggestiva panoramica della cristianità.
Parlare di Gerusalemme significa evocare una realtà terrena e storica, ma anche un orizzonte soprannaturale. Gerusalemme, piena di mistero e di contrasti, continuo oggetto di contese e teatro di sanguinosi scontri, è la città santa delle tre grandi religioni monoteistiche, con una ricca storia e un sorprendente mosaico di culture, tradizioni e simboli. L'Autore, che vive e insegna a Gerusalemme da molti anni, rende ragione di tale ricchezza e complessità proponendo un libro pieno di approfondimenti biblico-teologici, ma anche di dati storico-archeologici e legati all'attualità. Un invito a varcare la soglia delle porte antiche di una città eterna, per respirare l'atmosfera umana e spirituale che la pervade, in sintonia con la vita dei suoi abitanti e le attese dei suoi numerosi pellegrini. Città santa, lacerata da estreme passioni, laboratorio di dialogo e di convivenza. A Gerusalemme ogni pietra parla, mentre nell'aria si diffonde il profumo della presenza di Dio.
Il nuovo testo di meditazione di Mons. Luigi Mistò, Il desiderio è sempre di te, è teso ad aiutare ciascuno, illuminato dalla parola viva di Dio e dal magistero materno della Chiesa, a contemplare e abbracciare il proprio orizzonte nuovo e decisivo. Si tratta di tre "medaglioni" che vanno, ancora una volta, al cuore dell'esperienza di fede per infondere luce smagliante e sicura per il nostro cammino e informare in modo vitale tutte le esperienze e gli incontri.
Anna nasce nel 1501 nel castello di famiglia di Hever, nella verde campagna del Kent, e qui trascorre l'infanzia con la sorella Mary - che diventerà l'amante di Enrico VIII e gli darà un figlio - e il diletto fratello George. A Hever la fanciulla riceve l'educazione convenzionale per una gentildonna del suo ceto: grammatica, storia, musica, danza, ricamo, galateo, tiro con l'arco, falconeria. Cresciuta, Anna diventa la dama di compagnia di Caterina, la moglie del re, la «buona» regina. Ma quando, nella primavera del 1526, il cardinale Wolsey la presenta al sovrano, Enrico è fulminato dalla sua bellezza insolita, dallo sguardo fiero e malizioso. Da quel momento è un susseguirsi di avvenimenti che cambieranno la storia d'Inghilterra: Enrico è ossessionato da quella giovane donna, ma lei rifiuta le sue avances. Il re scalpita, non dorme più. Gli è chiaro: se la vuole, dovrà sposarla. Ma prima dovrà liberarsi della moglie, ricorrere a Roma, ottenere un annullamento. Nel giugno 1533, Anne è incoronata regina. Ma il suo regno avrà vita breve, giacché Enrico impiegherà meno di tre anni a stufarsi di lei e a cercare un modo per sbarazzarsi della sua ingombrante presenza...
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La "Tempesta" di Giorgione ha sempre rappresentato un mistero: pur essendo uno dei quadri più noti del Rinascimento, celebrato come esempio della maestria della scuola veneziana, vivisezionato in ogni dettaglio, questo dipinto mantiene intatto il suo segreto. Chi sono le figure in primo piano e a cosa alludono? Quale relazione intercorre con lo sfondo e il cielo in tempesta? Anche se in tanti hanno provato a rispondere a questi interrogativi, una delle letture più suggestive è quella di Salvatore Settis, il quale, grazie a una felice intuizione, suppose nel 1978 che i due giovani del quadro fossero Adamo ed Eva dopo la cacciata dal Paradiso terrestre. Quell'ipotesi ora si arricchisce, attraverso un'«indagine sottile e pazientissima», come la descrive lo stesso Settis nella Prefazione al volume, di «tasselli e nuove diramazioni interpretative». Prendendo le mosse dalla scoperta di un dettaglio inedito, abilmente mimetizzato nella tela, e grazie a un capillare confronto con opere affini - riprodotte in un ricco corredo iconografico -, il dipinto acquista un significato più ampio e si colloca in un preciso contesto, che si configura come una vera e propria fucina dell'arte moderna: la chiesa dei Servi di Maria a Venezia, frequentata da studiosi, filosofi, collezionisti e mecenati, tra cui Gabriele Vendramin, il committente dell'opera. Il risultato è una migliore definizione del contenuto dell'enigmatico quadro, riletto in chiave biblica e calato in un'età e in un ambiente gravido di fermenti culturali e inquietudini religiose e politiche, sospeso tra Umanesimo e Riforma cattolica. Prefazione di Salvatore Settis.
La raccolta di canti della Riforma della studiosa Margherita Fürst-Wulle trae origine e procede dai corali luterani, fondamenta della musica sacra evangelica, la cui fonte ispiratrice è la parola di Dio: la traduzione italiana rinasce quindi, per così dire, dalla musica per serbare l’originario, intimo rapporto tra testo e melodia.
Sollecitato da alcuni amici della comunità giudaica di Roma, l’avvocato e retore di formazione stoica Erasmo accetta, dopo infinite perplessità, di assumere la difesa del cittadino romano Paolo, esponente di spicco di una nuova corrente interna all’ebraismo, quella dei seguaci di Cristo. Paolo è in disputa con tutti: i fratelli ebrei, le élites romane e, ben presto, il suo stesso avvocato...
«Erasmo era perplesso. Era abituato a clienti che gli raccontavano ogni fandonia possibile e, al confronto, l’invenzione di un Messia da parte di Paolo – come scusa per scaricare su altri la responsabilità di azioni che aveva pianificato egli stesso – gli pareva se non altro piuttosto originale».
«Il fatto che io, da accademico, mi sia messo a scrivere un romanzo per diffondere i risultati della mia ricerca non dipende da un atteggiamento scetticamente postmoderno riguardo alla scienza. Cela piuttosto un illuministico impulso a rendere accessibili i risultati della ricerca scientifica anche a chi non legge opere storico-critiche. Qui, tuttavia, non intendo solo trasmettere conoscenza storica, ma anche rivolgermi alla dimensione esistenziale connessa alla figura di Paolo che, ancora oggi, impone una vera e propria “fusione di orizzonti” tra antico e moderno, portando i lettori a confrontarsi con ciò in cui credono e ciò che fanno, ciò che ricordano e sperano, che amano e odiano».
Gerd Theissen
«Il romanzo su Paolo di Theissen è un capolavoro. Combina una storia emozionante, una storia d’amore commovente e tragica con riflessioni filosofiche e un’immensa conoscenza storica e della cultura dell’epoca. L’entusiasmo di Theissen per Paolo contagerà i suoi lettori!»
Ulrich Luz