Che cosa sta succedendo nel mondo arabo, e per quale ragione? Che origini ha la minaccia fondamentalista, e in che misura essa rappresenta la fede islamica? Dalla rivelazione coranica all’impero Ottomano, dal colonialismo alle rivoluzioni arabe e al terrore, una guida alla scoperta dell’Islam e delle sue istituzioni politiche.
Negli ultimi anni l’Islam, spesso con le minacciose sembianze del terrorismo fondamentalista, è tornato a bussare alla porta di ciascuno di noi. La terribile cesura dell’11 settembre 2001 sembra averci svelato i sentimenti ostili, figli di ferite mai sanate, che parte del mondo islamico nutre oggi nei confronti dell’Occidente. I risultati nefasti delle guerre in Afghanistan (2001) e Iraq (2003) hanno contribuito ad allargare il fossato tra chi ancora crede nel modello democratico occidentale e chi lo ritiene causa dell’attuale crisi. E se le rivoluzioni arabe sembrano aver condotto in più casi all’aggravarsi delle situazioni, l’avanzata dello Stato Islamico e la sua propaganda terrorizzano l’Occidente, oscurando agli occhi di molti la varietà di forme di opposizione all’autoproclamatosi “califfo” al-Baghdadi. Scopo di questo libro è ripercorrere dalle origini la storia dell’Islam, interrogandone i testi storici ed esaminandone le istituzioni classiche, cercando di capire quali riferimenti siano ancora validi oggi, cosa è stato frainteso o distorto, e cosa ha portato alla situazione attuale. Scopo di questo saggio è anche sollecitare una questione: come è possibile che la stessa fede musulmana sia capace di animare tanto il coraggio indomito della Nobel Malala Yousafazi che la ferocia di Osama Bin Laden e dei suoi accoliti? La storia dell’umanità è piena di violenza, e non solo tra i fedeli dell’Islam. Lo scopo della fede, ha detto Daisaku Ikeda, è rendere felici gli esseri umani: questo piccolo libro è dunque un tentativo di conoscere meglio una realtà complessa e articolata e di fugare gli equivoci, per aiutare noi stessi e gli altri a costruire una migliore comprensione reciproca evitando i facili e spesso comodi radicalismi.
L'idea del martirio "in nome di Dio" si impone oggi in modo violento e cruento. Ma come è nata quest'idea nei tre monoteismi? "Morire per Dio" è ammesso e ammissibile secondo la Bibbia? Come si è occupato della questione il giudaismo rabbinico? Com'è nato nel Nuovo Testamento il termine "martire"? Gesù è da considerare un martire? Che cosa dicono realmente il Corano e la tradizione islamica del martirio? Le risposte a queste domande sono tutt'altro che scontate... Completano il numero le consuete rubriche di "Studi Biblici" e "Bibbia e cultura".
Le cosiddette primavere arabe, con il loro sostanziale fallimento, hanno suscitato nel mondo occidentale una delusione che ha portato molti a concludere che il rapporto tra islam e democrazia sia impossibile. Questo libro affronta finalmente il problema nella prospettiva corretta, mettendo in luce i meccanismi attraverso i quali culture e storie politiche diverse finiscono per fraintendersi. La prima cosa da capire - ci dice Riccardo Redaelli, che da anni si occupa di geopolitica e storia del Medio Oriente - è che la religione islamica non è una realtà monolitica, bensì storicamente diversificata secondo le etnie, le culture e le regioni di quel mondo. Il secondo punto è che i concetti di democrazia e di Stato nazionale, affermatisi nei nostri sistemi occidentali e basati sul concetto di libertà individuale, risultano difficilmente applicabili nelle società islamiche perché estranei alle loro tradizioni. È invece la rivelazione coranica il fondamento dei loro sistemi politici e statuali, pur se in declinazioni molto diverse. Ma le esperienze di (teo)democrazia islamica sono state finora deludenti, come mostra qui Redaelli analizzando le più significative, e spesso hanno addirittura finito per dividere e polarizzare quelle società. A complicare la situazione, le visioni radicali e militanti hanno rinverdito il mito del califfato islamico da riportare in vita sulle ceneri degli Stati nazionali moderni.
“L’uomo ha sempre avuto bisogno di placare le sue angosce; da sempre ha avuto bisogno di credere, di avere una religione che gli permettesse di avere delle risposte a domande difficili. Alcune persone rifiutano la religione: è un loro diritto. Questi racconti, i cui personaggi sono inscritti nella cultura religiosa, hanno l’obiettivo di rendere più vicini alla nostra cultura e al nostro immaginario alcuni profeti e personaggi d’eccezione. In questo libro la loro vita è romanzata: è raccontata come se fossero eroi di un romanzo, una sorta di fiction ispirata a una realtà lontana e mitologica.” Tre racconti sulla religione, sulla sua importanza e i suoi principi etici. Tre storie di grandi uomini che sono anche tre storie di fede. Le vicende, tutte umane, di chi ha combattuto per difendere il proprio credo in un Dio unico (sia questi il Dio cristiano, ebraico o musulmano), accettando di essere presi per pazzi e di essere perseguitati dal proprio popolo. Tahar Ben Jelloun ci riporta ad epoche e luoghi lontani, ai confini della leggenda, per parlarci di Giustizia, Fede, Rispetto. Contro il materialismo e il politeismo, la superficialità e le ingiustizie sociali, di allora e di sempre.
L'Islam è un universo complesso e articolato. Spesso si cerca di ridurlo a un'unità che non corrisponde alla sua realtà plurale. Il mondo degli sciiti ne costituisce una parte consistente e importante, spesso poco nota. Entrare in dialogo vuol dire iniziare un itinerario di conoscenza profonda dell'altro. Questo libro offre una bussola per muoversi in un terreno poco noto.
E' il contributo di un confronto inedito tra il pensiero e la tradizione della fede cattolica e quelli del mondo sciita. Non è solo argomento da specialisti, ma è tema di stringente attualità. In una stagione segnata dal dramma dei conflitti in Siria e in Iraq, della violenza esercitata dall'Isis, dai conflitti interni al mondo mussulmano, c'è bisogno di conoscere e comprendere senza superficialità e semplificazioni.
Personalità religiose sciite di primo piano provenienti dall'Iraq, Iran, Libano, Arabia Saudita, Bahrein, Kuwait, si confrontano con figure autorevoli del modo cattolico, su temi di grande rilievo e attualità, come il rapporto tra Stato e religione, il ruolo dei credenti nella società contemporanea, le prospettive della pace.
E' un volume che indica una via di dialogo praticabile, in grado di aprire orizzonti nuovi per il futuro.
"Siamo in guerra. È il Jihad, la guerra santa islamica, scatenata dal terrorismo islamico dei tagliagole, che ci sottomettono con la paura di essere decapitati, e dei taglialingue, che ci conquistano imponendoci la legittimazione dell'islam. È la Terza guerra mondiale, che vede partecipi la Finanza speculativa globalizzata, l'Eurocrazia, lo Stato-Mafia e la Chiesa relativista; che distrugge l'economia reale e impoverisce i popoli, spoglia gli Stati della sovranità e pone fine alla democrazia sostanziale, scardina la certezza di chi siamo e ci trasforma nel meticciato etnico e culturale. È ora di prendere atto della realtà della guerra in atto, essere consapevoli che, o si combatte per vincere, o la subiremo e saremo sottomessi all'islam."
Questo libro presenta un panorama dell'islam aggiornato all'anno 2014. Esso non tiene conto degli sviluppi, seppur eclatanti, avvenuti nel corso del 2015. Tuttavia rappresenta una fonte di valore storico e geografico, grazie alla presenza di più di 100 mappe originali riguardanti le diverse espressioni strettamente religiose, i luoghi di osservanza, le pratiche e i rituali legati alla professione di fede e l'ideologia generata dalla religione stessa. Oltre un miliardo di musulmani nel mondo: chi sono? I fattori di unità della umma, la comunità: riti di studio e luoghi di pellegrinaggio, città sante, simboli architettonici. L'islam politico: repubbliche islamiche, jihad, Fratelli musulmani, shari'ah. Una lettura per rinnovare in maniera corretta e nello stesso tempo originale la visione dell'islam. "L'islam è al contempo una disposizione d'animo, una religione, un insieme di Paesi, uno spazio di civiltà e talvolta un'ideologia..."
Ibn Sayyar al-Warraq, libraio e uomo di lettere versato nella conoscenza di tutte le arti, raccolse in un'unica opera il patrimonio culinario della sua epoca e della sua terra, così da esaltare i fasti della dinastia califfale degli Abbasidi anche nell'arte gastronomica. Egli collezionò in un solo testo venti antichi libri di cucina, andati perduti, tra tutti quello di Ibrahim ibn al-Mahdi, il più celebre cuoco arabo, principe abbaside e famoso quanto il fratellastro Harun al-Rasid, il califfo delle Mille e una notte. Si tratta del più antico Trattato di cucina arabo-musulmano a oggi noto e conservato nella sua interezza, risalente al X secolo (il Kitàb al-tabih, da cui è tratto il presente volume). Le ricette spaziano dai primi piatti ai dolci, dai secondi alle bevande, dalle salse alle erbe, corredate da un'accurata analisi dei procedimenti, dei dosaggi, dell'uso di spezie e accompagnate da una sapiente esposizione delle proprietà dietetiche dei piatti e delle nozioni per una corretta igiene degli alimenti e degli utensili da cucina. Al-Warraq arricchì l'esposizione di alcune ricette con poesie e racconti, così da stuzzicare non solo il palato ma anche la fantasia del lettore. Sono proprio tali ricette a costituire l'oggetto del Simposio dei sultani, con l'auspicio di offrire la scoperta sia delle stravaganze gastronomiche tipiche delle cucine dei califfi sia di un testo antico, di importanza capitale, ancora sconosciuto al grande pubblico.
Un libro dove tutto ciò che c'è da sapere sull'Islam viene raccontato senza filtri nel corso di un pellegrinaggio che, dal cuore degli Stati Uniti, arriva fino alla Mecca. Passando per il Pakistan e la Siria, spingendosi fino all'Egitto e all'Etiopia, Knight esplora il volto sconosciuto del mondo islamico: un continente geoculturale in cui la "globalizzazione della fede" promossa dalla politica saudita si scontra con l'anima popolare del folclore musulmano e con un'insospettabile realtà fatta di luoghi sacri, ma anche di magia, musica e droghe. Infine, nella città santa che diede i natali al profeta Maometto, la scrittura di Knight penetra nei luoghi interdetti ai non musulmani, per trasferire ai suoi lettori il senso della sua testimonianza.
"Noi cristiani abbiamo una vocazione: la pace, l'apertura, l'amore, il perdono, il dialogo, il lavoro insieme per una vita migliore". Sebbene sia alla guida di una delle comunità cristiane più perseguitate al mondo, quella irachena, Louis Raphaël Sako, patriarca di Babilonia dei Caldei (Baghdad), tiene alta la fiaccola della speranza. Oggi la violenza disumana dell'Isis, ieri le autobombe di al-Qaeda, prima la guerra d'invasione anglo-americana e il regime di Saddam Hussein: la storia recente dell'Iraq è un rosario di assassini, attacchi e uccisioni. Ma in queste tenebre brilla una storia di provata fedeltà: "I nostri cristiani sono pronti a sacrificarsi per la loro fede - racconta Sako -. Ho molte testimonianze di giovani pronti a morire piuttosto che rinunciare alla loro fede". Piagati dalla furia omicida di terroristi che abusano dell'islam, i cristiani d'Iraq diventano per l'Occidente il richiamo alla pacifica radicalità che il Vangelo domanda a ciascun discepolo di Cristo. Sako testimonia la tenace ricerca della convivenza tra le diverse religioni, il rifiuto di odiare gli altri, anche i propri carnefici, e l'attualità bruciante della profezia di Gesù: "Perseguiteranno anche voi. Ma neppure un capello del vostro capo perirà". Un libro per vivere in solidarietà con un popolo schiacciato dalla barbarie, ma ancora vivo nella sua forza interiore. "La croce della nostra Chiesa caldea è una croce gloriosa..."
La parola dialogo nel confronto tra religioni e in particolare con l'Islam attende di essere liberata. Troppi condizionamenti inespressi o latenti incrostano oggi il tema del "dialogo" tra culture e religioni diverse, cos' da renderlo talmente ambiguo da doverlo sostituire o precisare ogni volta nelle modalità e nei contenuti. E' la tesi, quanto mai drammatica e attuale, del libro che offre una riflessione densa di contenuti e preziosa di indicazioni che non fa concessioni ai luoghi comuni dell'editoria religiosa e a quelli più gridati del giornalismo d'assalto. Il lettore che vorrà misurarsi con l'effettiva situazione del "dialogo interreligioso" potrà restarne sorpreso e disorientato, ma sarebbe una crisi salutare che spingerà verso una visione più realistica e matura. Si può cominciare a dialogare solo quando sono chiari i presupposti e definite le inconciliabilità delle rispettive posizioni, così che la comunicazione degli interlocutori è sollecitata a cercare con determinazione e ponderatezza uno scambio di idee leale, disposto a rivedere ciò che è stato equivocato o dimenticato e che può diventare terreno di costruzione per un confronto equo, informato e aperto al dialogo.
Nella notte tra il 26 e il 27 marzo 1996 sette monaci trappisti francesi vengono rapiti da un gruppo di fondamentalisti nel monastero di Tibhirine, in Algeria, e uccisi il 21 maggio dello stesso anno. La loro vicenda di cristiani in dialogo con l'islam, che ha ispirato anche il film Uomini di Dio di Xavier Beauvois, si arricchisce ora di documenti rinvenuti dall'autrice del libro nella biblioteca del monastero, ma anche in Marocco e in Francia. Si tratta dei Bollettini del gruppo di dialogo cristiano-islamico Ribât Es-Salâm (Vincolo della pace), che proprio a Tibhirine prese forma nel 1979 con la partecipazione di tre monaci e di altri membri cattolici e sufi. Altri testi documentano l'attività dei primi diciassette anni di vita di questa "utopia evangelica", testimonianza di un prezioso e insolito cammino spirituale alimentato dal rispetto reciproco e da un confronto interreligioso che parte dalla lettura della Bibbia e del Corano.